Chi l'avrebbe mai detto. Solo qualche mese fa i miei rapporto con Gian Piero Gasperini erano a dir poco pessimi. Colpa di alcune critiche, neppure troppo velate, al suo lavoro e soprattutto ai risultati che stava ottenendo negli ultimi mesi prima del suo esonero. Toni accesi, diverbi molto duri, poi tanti mesi di freddo distacco fino a quando una chiacchierata a settembre ci ha fatto capire che si poteva ripartire.
Chi l'avrebbe mai detto di trovarmi davanti ad un computer con l'intenzione di "difendere" un allenatore che da quando è arrivato ha fatto 27 punti in 18 partite riuscendo a mettere ordine e soprattutto a portare un po' di tranquillità. A metà febbraio la squadra è virtualmente salva ma questo non sembra bastare a chi continua da tempo a ripetere che l'allenatore sbaglia tutto, che ogni mossa è sbagliata e che i giocatori non hanno le palle. Gasperini una decina di giorni fa in uno sfogo con il sottoscritto pubblicato sul "Mercantile"
aveva lanciato per la prima volta il suo grido di allarme parlando di "troppa negatività attorno al Genoa e di un malessere generale che proprio non riusciva a comprendere". E' passato un po' di tempo e neppure i quattro punti conquistati con Livorno e Udinese sono bastati a far smettere ai mugugnoni di continuare il loro incessante "lavoro" nelle strade, nei posti di lavoro, nei bar e sui tanti forum su internet. "Ma la cosa che non capisco - fa sapere il mister - è perché ci debba essere sempre questa critica continua, questo voler trovare a tutti costi qualcosa che non va. Sono arrivato che c’era disperazione, ci siamo rimboccati le maniche e ora eccoci qui virtualmente salvi già a febbraio, ma cosa dobbiamo fare di più?". Matteo Angeli non deve difendere nessuno, ma questa volta vorrei provare a farlo a favore di un gruppo che lavora, suda, fatica, sbaglia ma comunque fa punti. Il pubblico rossoblù domenica ha dimostrato cosa vale, cosa è capace di fare quando è unito. Sarebbe stato ancora più straordinario se fosse stato compatto, se anche i mugugnoni si fossero trasformati in trascinatori. Invece c'era chi era pronto a fare festa in caso di sconfitta per puntare l'indice sull'allenatore e sul Konatè di turno. Si vede che il passato proprio non insegna niente o che qualcuno ha la memoria troppo corta. Non dimentichiamoci degli ultimi due campionati, non dimentichiamoci di quanti giocatori sono stati fischiati o addirittura insultati per poi vederli fare grandi cose altrove. Torniamo tutti sulla terra e magari anche allo stadio....