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mercoledì 11 marzo 2015

Ora c'è la fila per entrare nel Genoa


Non ci voleva uno studio specifico per immaginarlo ma l’analisi dell’International Centre for Sports Studies (CIES) dimostra che il Genoa può vantare uno dei vivai più floridi del continente. Lo studio prende in considerazione il periodo 2012-2015 e i giocatori che tra i 15 e 21 anni abbiano trascorso almeno tre stagioni nel settore giovanile. È la Francia il campionato che ha generato maggior ricchezza dalla vendita dei giocatori costruiti nei vivai. 292 i milioni incassati dai club della Ligue1. Al secondo posto la Liga con 276 milioni, poi la Premier League con 227, la Bundesliga (che ha però 18 club) con 163 e fanalino di coda l’Italia con appena 114.
Il club numero uno per profitti ottenuti dalla vendita dei cosiddetti giocatori della “cantera”, ossia quelli cresciuti nel vivaio della società, è il Southampton con 90,2 mln di euro (stima calcolata da luglio 2012) grazie alle cessioni di Shaw, Lallana e Chambers. Dietro ai Saints c’è il Lilla con 76 milioni, ricavati dagli addii tra gli altri di Hazard e Origi. Sul gradino più basso del podio la Real Sociedad che ha ottenuto 62 milioni dalle partenze di Illarramendi e Griezmann.
Al sesto posto troviamo il Real Madrid e al sesto il Barcellona. Mentre le sole due italiane presenti nella top 20 sono Genoa (al quindicesimo posto) con 24,5 mln e l’Atalanta al diciassettesimo con 23,6.
Ma il dato riferito al Grifone sembra essere addirittura in difetto considerato che solitamente le cessioni di El Sharaawy e Sturaro hanno fruttato quella cifra. A queste vanno aggiunte quelle di Boakye, Lazarevic e Sturaro ma anche quelle minori di Jelenic (oggi al Livorno), Lamanna (oggi al genoa ma in precedenza ceduto al Siena), di Forestieri, Alexic e Renzetti (ora in forza al Cesena) e di tanti altri.
Lo scorso anno per una gara della Nazionale il Grifone, dopo la Juventus che aevav sei giocatori, era il Genoa il secondo club più rappresentato. Non era mai capitato nei 121 anni di storia che quattro prodotti del settore giovanile e della Cantera, allevati con il marchio a denominazione d’origine controllata di casa Genoa, fossero chiamati contemporaneamente a vestire la maglia della Nazionale. Oltre a Mattia Perin e Stefano Sturaro, anche Domenico Criscito oggi allo Zenit e Stephan El Shaarawy dal 2011 al Milan.
Insomma soddisfazioni su soddisfazioni per la società ma soprattutto chi gestisce con passione e orgoglio il settore giovanile tornato ad essere tra i primi in Italia. Non a caso oggi c’è la fila per entrare a farne parte.
Nonostante la crisi che ha colpito la società nell’ultimo periodo i risultati arrivano lo stesso. I dirigenti hanno budget limitati rispetto al passato, ma non per questo hanno spesso di cercare campioncini in giro per l’Italia e soprattutto per la Liguria, cosa che una volta era praticamente impossibile. Mentre un tempo “tirava" più la Sampdoria, ora c'è la fila di ragazzini che vogliono entrare a far parte del mondo rossoblù.
Qualche settimana fa i Giovanissimi del Genoa hanno battuto l’Inter aggiudicandosi la possibilità di giocarsi la “coppa del mondo per club” che si svolgerà in estate. Grazie a questo successo i giovani rossoblù rappresenteranno l’Italia alle finali mondiali che si disputeranno all’Old Trafford di Manchester dall’1 all’8 agosto.
«Abbiamo fatto qualcosa di straordinario - commenta Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile e artefice di questo miracolo - perché davvero mi vengono i brividi ad immaginare il mio Genoa competere con le formazioni più forti di tutto il mondo. Se poi pensiamo che la nostra squadra è costata 16.000 euro contro i 300 o 500 mila euro di altre che sono state eliminate comprendiamo forse meglio cosa siamo riusciti a fare.
La cosa bella è che su 26 ragazzi ben 21 sono liguri a dimostrazione che anche la nostra terra può regalarci qualcosa come il Genoa sta dimostrando ormai da qualche anno. Sono tutti giovani cresciuti con noi e questo rende tutto ancora più bello. E’ un’altra perla della gestione Preziosi»
Il sogno di Sbravati è quello di avere un centro sportivo all’altezza ma per il momento non si muove nulla. «Certo che mi piacerebbe poter lavorare in una struttura grande con tanti campi - spiega - e invece dobbiamo fare i salti mortali per far crescere i nostri ragazzi sparsi un po’ su tutto il territorio. Per fortuna abbiamo la Sciorba (gestita dalla Scuola Calcio Barabino & Partner ndr), un autentico gioiellino».