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mercoledì 6 febbraio 2013

Quelle lacrime di Moretti

Strano il destino di Emiliano Moretti. In carriera ha giocato solo in A con le maglie di Fiorentina, Juventus e Valencia, eppure ogni volta qui a Genova è costretto a dimostrare qualcosa. La gara di domenica contro la Lazio forse è stata una delle sue migliori, ma posso assicurare che lui negli ultimi tempi ne ha sbagliate davvero poche. Dopo il fischio finale di Tagliavento si è lasciato andare in un pianto liberatorio che, per certi versi, è sembrato quello sicuramente più famoso e drammatico di Gianluca Signorini del 1995. Oggi sul Mercantile ho pubblicato questo articolo che ha avuto un grande successo. Non certo per quello che ho scritto ma per il personaggio che ne è venuto fuori. Moretti davvero merita l'applauso della gente, perché è anche merito di gente come lui che ancora il calcio piace a qualcuno. Se ne sono accorti i tifosi più attenti, quelli che notano tutto, anche i particolari. Mentre alcuni giocatori rossoblù si abbracciavano in mezzo al campo per festeggiare l’incredibile successo sulla Lazio, Emiliano Moretti se ne stava fermo, quasi immobile con il viso bagnato dalle lacrime. Nessun segno di debolezza, solo un mix di tensione e gioia che gli è esploso dentro dopo la conquista di tre punti fondamentali per la corsa alla salvezza e comunque la dimostrazione di quanto gli siano entrati dentro questi colori. Moretti, insieme a Rossi e Jankovic, è uno dei tre giocatori con più presenze nel Grifone. E’ arrivato qui con il Genoa che giocava in Europa, con Gasperini in panchina, Biava e Bocchetti in difesa Crespo, Floccari e Palladino in attacco. Nel frattempo acqua sotto i ponti ne è passata eccome e lui è sempre qui, sempre al suo posto che sia a sinistra o al centro. Anzi sembra che più passa il tempo e più le sue prestazioni crescano di livello e di intensità. Quella di pochi giorni fa contro la Lazio probabilmente è stata una delle sue migliori con la casacca rossoblù addosso. «Moretti è stato pazzesco - ha detto Ballardini nel post gara - dopo aver corso avanti e indietro per tutta la partita nel recupero ha avuto ancora la forza di mettere due palle nel mezzo». Le frase del mister è persino finita sulla pagina Facebook della società che ha voluto in questo modo premiare anche la serietà di un ragazzo che da quando è arrivato in rossoblù ha sempre dimostrato serietà e attaccamento alla maglia. Insomma ancora una volta il ragazzo di Rivoli ha fatto centro. Ma la cosa assurda è che uno come lui, che in carriera ha solo giocato in A e ad altissimi livelli, a Genova debba ogni volta dimostrare qualcosa. Eppure in questi quattro anni ha sempre fatto bene, pur con qualche passaggio a vuoto come tutti i suoi compagni ovviamente. Ma Moretti forse “paga” anche la sua poca voglia di finire sotto i riflettori, al punto che chi lo frequenta fuori nel tempo libero dice: «Emiliano sembra tutto tranne che un giocatore di calcio». La famiglia prima di tutto, poi il lavoro e la lettura. Quando può si dedica alle biografie dei personaggio famosi perché il suo obiettivo è quello di capire a fondo gli uomini senza fermarsi alle apparenze. Forse andare a fondo delle cose può averglielo inculcato la moglie Carolina, di professione psicologa. «Una intelligente in casa ci vuole sempre» aveva detto scherzando qualche tempo fa. L’altra grande passione di Emiliano sono i bambini come dimostra il gran lavoro fatto negli anni in collaborazione con l’Unicef. Il difensore rossoblù ha infatti portato avanti un progetto per la costruzione di scuole in Africa e un altro per la fornitura di vacini e medicinali. «Non mi interessa farlo sapere per sentirmi dire bravo - aveva detto un giorno - anzi vorrei proprio che non si sapesse. Certe cose si fanno solo perché si sentono». Moretti vede ancora lontana la fine della sua carriera ma intanto ha un sogno. «Sono al quarto anno e quindi tra quelli che hanno raggiunto una militanza più lunga - ha detto nel corso del ritiro estivo a Bormio - sono felice e orgoglioso di indossare questa maglia. Sì, mi piacerebbe chiudere la carriera qui». Per ora quel giorno sembra davvero lontano.

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