lunedì 26 agosto 2013
Dopo la prima
La gara di San Siro ha messo in evidenza pregi e difetti di questo Genoa, ma sicuramente ha fatto capire che la squadra c’è e ha grossi margini di miglioramento. La sconfitta non deve trarre in inganno perché ad un quarto d’ora dalla fine Mattia Perin di fatto non aveva mai fatto una parata degna di nota e il risultato di parità sembrava essere il più giusto.
Il Grifone di Liverani per settanta minuti è stato all’altezza dell’avversario che, grazie ai cambi, è riuscito a portare a casa la vittoria. Mentre Mazzarri metteva Icardi e Kovacic, il povero Liverani si girava verso la panchina un po’ sconsolato non poteva fare altro che mettere dentro un Floro Flores ancora impresentabile e un Konaté al momento non all’altezza di certi palcoscenici.
Resta però da capire il perché la squadra sia apparsa comunque troppo statica e senza quella verve che invece sarebbe servita per provare a mettere più in difficoltà l’Inter.
Di sicuro questa è una rosa da completare e continuo a non capire perché la società che secondo me ha ben operato sul mercato, ad un certo punto si sia fermata e non abbia concluso l'opera. Liverani da più di un mese che chiede due esterni e alla fine è dovuto andare a San Siro arrangiandosi con Bertolacci letteralmente spaesato in quella posizione.
Ho sempre ripetuto che questa squadra merita fiducia perché guidata da un tecnico alla prima esperienza e perché composta da tanti giovani su cui è giusto puntare. Sono tra i primi critici ma in questo momento penso sia importante remare tutti dalla stessa parte. Fare processi, criticare tutto e tutti solo per il gusto di farlo non ha senso. In questo momento non è neppure utile dividersi tra "preziosiani" e "antipreziosiani", la cosa non porta da nessuna parte. C'è solo una cosa da fare: sostenere squadra e allenatore magari riempiendo domenica sera il Ferraris. Il resto sono chiacchiere che non servono a niente.
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