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martedì 21 gennaio 2014

Brividi e emozioni

Ci sono alcune partite che lasciano il segno e che valgono più di tre punti. Quella contro l'Inter e' sicuramente una di queste. Chi domenica era allo stadio si ricorderà sempre il campo fradicio, la pioggia insistente, i gol sbagliati da Palacio, la pozzanghera che ha fermato Gilardino al momento di calciare, la parata di Handanovic su Fetfatzidis ma anche quelle di uno straordinario Perin che scivolava sull'acqua con una facilita' disarmante. Ma chi domenica era allo stadio non dimenticherà mai neppure quella sensazione che era nell'aria e che non si può raccontare. Era infatti come se tutti sapessero che il Genoa da un momento all'altro potesse segnare e che dopo vent'anni potesse finalmente battere l'Inter. Così quando la palla calciata da Bertolacci dalla bandierina e' arrivata in area, tutti hanno capito che quel momento era finalmente arrivato: un boato ha quindi accompagnato il colpo di testa di Antonelli.
Forse per la prima volta da quando è tornato, Gian Piero Gasperini e' riuscito a vedere la squadra giocare come vuole lui. Pressing, tanta corsa, giocate in verticale, azioni a ripetizione e pazienza se ogni tanto l'avversario ci prova anche lui magari grazie a qualche spazio lasciato libero.
Ecco perché penso che si debba ripartire da domenica. Dalla gente felice allo stadio, dall'urlo di Antonelli,  dalla carica di un campione del mondo come Gilardino che per questa maglia lotta e suda, dalla grinta di chi qualcuno riteneva un pacco di Galliani come Antonini, dalla semplicità di gioco di De Maio e dai tre giovani cresciuti nel vivavio: Sturaro, Perin e Cofie. Tra le tante cose belle che dimentico, non posso non citare la corsa per abbracciare i compagni del grande escluso Biondini dopo il gol di Antonelli.
Ecco perché certe partite non valgono come le altre. Alcune transmettono qualcosa di unico e  sono in grado di regalare alla gente certe emozioni che ormai in questo calcio sono diventate merce rara. Emozioni che alla televisione arrivano annacquate.

sabato 18 gennaio 2014

Esclusivo: intervista a Milito

Ecco l'intervista integrale che ho fatto a Diego Milito oggi sul Corriere Mercantile.



Per i tifosi del Genoa Diego Milito non è un giocatore qualsiasi e non lo sarà mai. Giocate da campione, gol di rara bellezza, successi in campionato e poi quella tripletta alla Sampdoria nel marzo del 2009 che lo fece entrare di diritto nella storia del Grifone. Ancora oggi a qualche anno di distanza dal suo approdo all’Inter, il "Principe" non ha perso il suo appeal al punto che in molti sognano di rivederlo per la terza volta con la casacca rossoblù. In fondo era stata la famiglia a spingere per tornare a Genova dopo l’esperienza in Spagna e chissà che magari non accada la stessa cosa a giugno. Per ora un sogno, domani chissà. Di sicuro domani Diego riceverà dal pubblico il solito tributo.
Qualcuno dice che avresti paura dei fischi del Ferraris...
«Ma chi dice queste cose? Non ho mai detto a nessuno certe cose. Perché dovrei avere paura, tornare a Genova per me è sempre una cosa speciale. Davvero non capisco come possano nascere certe frasi».
Che effetto ti fa affrontare il Genoa?
«L’ho già fatto altre volte e devo dire che è sempre un bell’effetto. Anche se ora gioco nell’Inter non posso negare che i colori rossoblù mi sono rimasti nel cuore e ci resteranno sempre».
Arrivasti a Genova esattamente dieci anni fa...
«E’ vero nel gennaio del 2004, come ero giovane...».
E’ vero che in un futuro neppure troppo lontano potresti tornare?
«Ne vengo da un anno si sofferenze, stare fuori così a lungo mi è pesato parecchio per questo ora voglio solo godermi il presente».
Davvero non hai ancora pensato a cosa farai l’anno prossimo?
«Davvero».
I tifosi del Grifone non hanno mai smesso di pensare a te...
«Lo so e di questo sono orgoglioso. Tutti sanno la mia storia con il Genoa, tutti sanno che ho un amore particolare per quella città, per quella società che è stata la prima a portarmi in Europa. Sarò sempre grato a Genova, ma per il momento davvero sono concentrato solo sul presente e quindi sull’Inter».
Cosa ti manca di Genova?
«Se dico il mare, vedo già il titolo sul giornale: Milito, mi manca il mare. A parte gli scherzi è normale che certe zone della città per me e la mai famiglia erano il massimo, angoli incantevoli. Poi fare calcio in  questa città è bellissimo".
Cosa sta succedendo all’Inter?
«Nulla di strano anche se la classifica non è straordinaria. Stiamo giocando bene, stiamo crescendo ci mancano solo i risultati, purtroppo gli episodi non ci hanno aiutato ultimamente. Spero di riuscire al più presto di dare una mano ai miei compagni e di contribuire alla risalita».
Ora come ti senti?
«Sto bene, ho giocato novanta minuti contro l’Udinese e poi lunedì scorso contro il Chievo sono entrato nella ripresa. Mi manca il ritmo partita è normale, ma ho dentro una grande voglia di tornare protagonista. Sono troppo felice di essere uscito dal tunnel».
Domani sarai in campo?
«Non lo so ancora».
Se dovessi giocare per i tifosi del Genoa sarebbe un bel tuffo al cuore vederti in coppia con Palacio...
«In effetti anche Rodrigo a Genova ha fatto grandissime cose per il Grifone. Anche lui è molto legato al mondo rossoblù».
Vuoi dire qualcosa ai tifosi del Genoa?
«Vi voglio bene».

giovedì 16 gennaio 2014

Tra leggende metropolitane e mercato

Portanova sta fuori per infortunio, poi sta meglio,  decide di provare a rientrare, ma gli esami a cui si sottopone lo consigliamo a stare ancora fermo. Così tutto rimandato alla scadenza naturale della degenza che è dopo 45 dall'infortunio: dovrebbe esserci contro la Fiorentina o al massimo nel derby. Tutto normale quindi. Non per il mondo Genoa: dietro Portanova c'è un caso, di sicuro ha litigato con l'allenatore. Così voci su voci, gente che si inventa qualsiasi cosa e invece davvero tutto è' limpido. Nessuna lite, nessuna incomprensione.
Lo stesso discorso vale per Manfredini. E' vero a Gasperini non è piaciuta la sua prestazione di Roma( a me non è piaciuta quella di nessuno...) ma dietro la sua improvvisa cessione c'è stata solo la bravura del suo procuratore che al Sassuolo è riuscito a strappare ben tre anni di contratto. Tutto qui. Il ragazzo, tanto per capire, solo qualche giorno fa durante un'intervista al mio giornale,a taccuini chiusi, raccontava la sua voglia di chiudere la carriera  nel Genoa tanto per essere chiari. Ma ha quasi 34 anni difficile pensare che gli venisse allungato ancora il contratto. Tutto qui, senza dietrologie, polemiche e casini che molti tifosi genoani sono campioni nell'inventarsi.
Capitolo mercato. A questa società manca un ds, uno bravo capace di inventarsi qualche operazione per sopperire alla mancanza di soldi. Per il
momento si va avanti con Preziosi, il figlio Fabrizio, Milanetto che consiglia e Gasperini che sovrintende.
Burdisso non arriverà mai guadagna troppo. Poi a Gasperini la difesa va bene così con Marchese che farà il centro sinistra e Antonini o Vrsaljko alla destra di Portanova. Motta e Ceglie potrebbero essere due nuovi "treni" per le corsie laterali, Biondini a destra non ha senso.
Attacco. Ci sono alcune operazioni aperte all'estero, quella di Marquinho e' ancora viva. Palladino e Sculli le uniche alternative  italiane.

lunedì 13 gennaio 2014

Tra Roma e Marquinho

Chi come me era presente ieri all'Olimpico ancora oggi ha difficoltà a darsi una spiegazione. Premesso che la Roma è davvero di un altro pianeta, sono rimasto sconcertato nel vedere una squadra non giocare a calcio, non fare falli, non tirare una sola volta verso la porta avversaria dando l'impressione di essere una squadra di Lega Pro o giù di lì. Esattamente come successo a Bologna il Genoa ha rinunciato a giocare mettendo l'avversario nelle condizioni migliori per poter fare sua la gara. Per questo dico che sul banco degli imputati devono per forza finirci tutti, dai giocatori all'allenatore. Vero è che Gasperini si è ritrovato tra le mani una squadra non sua, ma davvero sembra il "cugino catenacciaro" di quello che ha sorpreso tutti per anni con il suo gioco spumeggiante. A questo punto tocca a lui dare qualcosa in più perché il campionato è ancora lungo e pieno di difficoltà, la salvezza un obiettivo tutto da conquistare. Molto dipenderà anche dal mercato, la società dovrà metterlo nelle condizioni di avere quei giocatori che gli servono per fare il suo gioco. La priorità è l'arrivo di un attaccante esterno, come ripeto da giochi, l'affare Marquinho è ancora in piedi nonostante le mille notizie diverse. A me non risulta abbia rifiutato il Genoa, presto novità.

giovedì 9 gennaio 2014

Capozucca, certi amori non finiscono mai


Certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Nessuno ha mai messo in dubbio le parole di Antonello Venditti che in “Amici mai” racconta come due ex innamorati facciano fatica a non restare uno nel cuore dell’altro anche dopo una separazione. E’ un po’ la storia di Stefano Capozucca che del Genoa si era innamorato negli anni d’oro della conquista di Liverpool e per il quale poi per una serie di coincidenze si era addirittura ritrovato a ricoprire il ruolo di direttore sportivo.
Il dirigente che dalla scorsa estate è alla corte di Aldo Spinelli in quel di Livorno, oggi sembra riavvicinarsi incredilmente al “suo” Grifone. Forse sarà tra qualche giorno, forse tra qualche settimana o tra qualche mese, ma c’è nel mondo del calcio la netta sensazione che ila coppia possa ricomporsi.
Capozucca preferisce non entrare nella vicenda evitando di fare alcun commento, ma intanto lancia un segnale piuttosto chiaro. «Sono contento del ritorno di Gasperini e dei risultati che sta ottenendo, ma non avevo alcun dubbio in proposito. Con Gian Piero ho sempre avuto un rapporto straordinario e insieme abbiamo fatto delle ottime cose, lo ritengo tra i migliori allenatori del nostro campionato e per questo mi piacerebbe un giorno tornare a lavorare con lui».
Insomma un messaggio forte e chiaro che da solo però non basterebbe a dare forza alla voce che circola da qualche tempo. Ovviamente c’è di più. Intanto il rapporto con il presidente Preziosi è tornato ad essere buono dopo un periodo di gelo.
Nei mesi successivi al suo allontanamento dal Genoa il direttore ha voluto completamente staccare la spina anche perché ferito da un licenziamento improvviso ma poi con il passare del tempo si è un po’ “addolcito” al punto da seguire sempre con grandissima passione i risultati della squadra.
In estate poi è stato ad un passo da un grande club che lo aveva corteggiato a lungo ma alla fine ha accettato il Livorno con il difficile compito di allestire una squadra senza grandi risorse. Nonostante mille problematiche la formazione toscana è in lotta come le altre per la salvezza anche se ora sembra quella messa peggio perché la dirigenza non pare intenzionata a fare ulteriori sforzi.
I rapporti tra Capozucca e Spinelli in questo momento non sono idilliaci per tanti motivi e chissà che un po’ non abbia anche influito il fatto che il ds si sia un po’ riavvicinato al Genoa, il suo grande amore.
Il fatto poi che il club rossoblù non abbia un direttore sportivo non fa altro che alimentare le voci che vorrebbero Capozucca di nuovo all’interno di Villa Rostan. In fondo, e non è un segreto, lui una mossa per il Grifone l’ha fatta in autunno quando ha avvicinato il presidente Preziosi a Gasperini. Forse una delle operazioni più difficili della sua carriera da dirigente considerato che i due non si parlavano da anni.
Intanto per il momento il mercato del Genoa lo fa il Joker insieme ad alcuni collaboratori tra i quali il figlio Fabrizio colui che di fatto ha portato avanti l’operazione Cabral. Per ora è così ma la possibilità che qualcosa cambi non è da escludere. Perchè certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano.