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venerdì 7 novembre 2014

De Andrè e quel viaggio inventato



Nel maggio del 1971 mille tifosi del Genoa partirono da Ponte Andrea Doria per raggiungere Porto Torres per seguire la squadra impegnata a conquistare punti pesanti per la promozione in B. Una spedizione entrata nel mito sia per il numero dei partecipanti (più di 300 oltre la capienza dell’imbarcazione!) sia per lo spirito con cui si mosse una folla davvero incredibile. La leggenda vuole che tra i partecipanti vi fosse anche Fabrizio De Andrè, molti negli anni sono stati i racconti di qualche aneddoto e addirittura c’è ancora oggi qualcuno che giura e spergiura di averlo visto. Ma per la verità il cantautore genovese e genoano non è mai salito a bordo di quella nave. Tra i tanti a confermarlo è l'inossidabile Peo Campodonico, l’autore dell’inno rossoblù: «Fabrizio era un super tifoso del Grifone ma quella volta non c’era, assolutamente. Forse qualche foto l'avremmo scattata...». Anche Lucio Viotti,  già dirigente rossoblù e oggi affermato commercialista ribadisce: «Io e
Fabrizio siamo cresciuti insieme in via Trento, in Albaro. Se fosse venuto a Cagliari lo avrei visto, anche perché davvero eravamo molto amici. Non so perché si sia sparsa questa voce che in effetti sento da molti anni, a volte basta un racconto di qualcuno perché diventi leggenda. Di sicuro
quel viaggio è stato qualcosa di fantastico, ricordo la partenza ma soprattutto il ritorno in porto dove c’erano migliaia di persone ad aspettarci. Un’avventura incredibile, un ricordo indelebile».
C’è un particolare divertente di quell’arrivo al porto di Genova: «Il comandante della Caralis – racconta Luciano Paccagnini, all’epoca presidente del Little Club 1959 – urlò col megafono di toglierci dalla parte destra della nave dove eravamo tutti assiepati e di portarci a sinistra, poiché si era leggermente inclinata». Campodonico sottolinea che «era una vecchia carretta del mare e quindi avrebbe potuto avere dei problemi da quella gran massa di persone stipata su un solo lato».
Campodonico racconta ancora: «Al ritorno volevamo far baldoria per la vittoria, ma il mare agitato delle Bocche di Bonifacio purtroppo fece sentire le sue conseguenze e gran parte dei genoani trascorse la notte a vomitare in cabina». All’arrivo, al lunedì mattina, rammenta Paccagnini, «c’era tanta gente al Porto Antico che aspettava che la nave attraccasse. C’erano i rimorchiatori che l’accompagnavano e che sparavano con i cannoni d’acqua verso il cielo, mentre tutte le navi in porto facevano suonare le sirene. Noi ci siamo commossi per quello spettacolo».
Intanto domani notte molti genoani, come nel 1971, partiranno con una nave con destinazione Cagliari. Il numero sarà sicuramente inferiore rispetto a quella volta ma lo spirito a distanza  di tanti anni per fortuna sarà lo stesso anche se il calcio è cambiato  molto e non in meglio. Il pubblico del Grifone è rimasto uguale. Speciale.


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