Ora che l’ultima foglia di fico non ha retto il peso della contabilità, il re è nudo, e i Grifoni in Rete denunciano il vergognoso epilogo di una farsa che ha visto in Enrico Preziosi il più cinico dei protagonisti.
Com’è noto, la leggerezza dell’essere è insostenibile, e per dimostrarlo basterà ricordare l’arroganza dei suoi ultimi messaggi alla Tifoseria, da “non so nulla della licenza chiedete ai miei dipendenti”… fino al ritiro del ricorso per evitare rischiose sbirciate ai bilanci, magari passando per gli insulti e gli sberleffi a chi osava dubitare di tanta virtù, e volgarmente definiti “mentecatti”.
Come dimenticare certe arringhe televisive senza contraddittorio con cui veniva aizzata la folla osannante e che, alla luce degli eventi, hanno rappresentato premeditate mistificazioni.
Questa gloriosa stagione calcistica si è trasformata in un boomerang, perché ha scoperchiato il bel tappeto sotto cui il Presidente nascondeva i guai e, annunciando una nuova imminente verginità, somiglia alla promessa sposa che, angosciata, teme la rivelazione del proprio osceno passato.
Ormai da anni i Grifoni in Rete sospettano che il buio oltre la siepe incomba, e la triste vicenda della licenza rafforza il dubbio che altre sciagure si profilino all’orizzonte, memori che il suo modo di uscire di scena è sempre stato brusco e sbrigativo.
Nonostante l’enorme quantità di milioni ricavati dal mercato giocatori, i conti del Genoa non erano in ordine, e nessuno può garantirci che lo siano oggi, men che meno può farlo un personaggio alle prese, parrebbe, con i primi 50 licenziamenti della sua azienda.
Se davvero la torta di riso è finita, si capirà tra breve, quando riapriranno le bancarelle del “prendo 3 e pago 2”, o più probabilmente i saldi del “vendo tutti per smobilitazione”.
Per trasmettere ai posteri il danno morale che una simile superficialità ci ha inflitto, non basteranno le parole che affidiamo alla Rete, né l’indiscutibile coerenza che ci sostiene, e neppure gli almanacchi del 2015 che scriveranno la parola “Sampdoria” al posto di “Genoa”.
Servirà l’inequivocabile condanna della storia, che in genere si dice venga scritta dai vincitori, ma che nel caso del Genoa è preferibile sia raccontata dagli sconfitti.
E cioè da noi.
CD GRIFONI IN RETE
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