
Signora Rosati, benvenuta nel “mondo Genoa”.
"Devo dire che è successo tutto molto velocemente. Sono sincera: devo ancora capire bene cosa è accaduto, ma sono felice".
Cosa le ha detto suo marito martedì sera quando è tornato a casa, dopo la sua prima giornata genovese?
"L’ho visto contento, ma mi ha detto che è tutto molto impegnativo. Genova non è Varese, come si può facilmente immaginare".
Vi spaventa questa avventura?
"Diciamo che nella nostra vita abbiamo sempre fatto investimenti, perché ci piace anche scommettere quando crediamo in un progetto. Il Genoa, ovviamente, non è una sfida, ma una operazione molto seria. Antonio ha voluto mettere un piede all’interno del club, anche per capire come sviluppare un impegno maggiore. Mio marito è molto esigente, anche con se stesso, e quindi prima di compiere un passo importante vuole essere certo di esserne all’altezza. Ora piano piano prenderà in mano la situazione e poi si valuterà".
Quando vi siete conosciuti?
"Da ragazzini. Ci siamo fidanzati e poi sposati. Oggi abbiamo due figli, Giovanni e Vittorio. Mio marito sul polso ha un tatuaggio con le lettere G e V, si vede proprio che erano scritte nel suo destino anche Genoa e Varese...".
Ci racconta come nasce la vostra holding?
"La sua prima attività è stata nel campo della logistica, gestiva e lo fa ancora oggi, magazzini per conto terzi. Poi ha sviluppato una società in qualche modo legata, affitto e vendita di carrelli elevatori che è diventata una delle prime aziende del settore. Ma mio marito è un vulcano, ha proprio il gene imprenditoriale, quando vede attività che potrebbe fruttare, investe e poi raccoglie. A lui piacciono le sfide".
Avete anche un cantiere navale?
"Sì, anche se oggi per via della crisi è fermo. Facciamo barche su commissione e il nostro settore non è di extra lusso e neppure base, è quello medio, il più colpito da questa tremenda recessione. Aspettiamo che ripartano gli ordini".
E nel campo dell’editoria?
"Abbiamo da poco rilevato la rivista Viaggiando, vedremo in futuro se ci saranno altre opportunità".
Dove sono gli uffici?
"A Cinisello Balsamo, lì ci sono tutti gli uffici".
La famiglia Rosati e il calcio...
"Ci siamo avvicinati a questo mondo grazie alla Pro Vercelli, prima come sponsor e poi con una piccola quota. Quindi abbiamo avuto la fortuna di conoscere la famiglia Sogliano che ci ha dato la possibilità di entrare nel Varese. Siamo orgogliosi di aver messo in piedi una struttura così solida in grado di giocarsi addirittura la A".
Del Genoa cosa le piace?
"Ho sempre apprezzato la storia e la passione della gente che tifa per il Grifone. Per il resto non mi sento ancora di aggiungere altro, aspetto di conoscere questo nuovo mondo".
L’incontro con Preziosi?
"Lui e mio marito si conoscono da un anno e si sono “piaciuti” subito. Negli ultimi mesi si sono sentiti per scambiarsi dei consigli, ma l’idea di una collaborazione è nata soltanto nell’ultimo periodo. Si fidano uno dell’altro, mi sembrano affiatati".
Suo marito cosa potrà dare a questa società?
"Lo ripeto, lui è un vulcano e quindi ha tante idee che gli girano per la testa. Sono convinta che potrà ottenere grandi risultati".
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