sabato 26 aprile 2014
Antonini e le solite leggende metropolitane
E dire che qualcuno nei giorni scorsi ha pensato bene di sollevare un caso. Luca Antonini non ha perso il posto per scelta tecnica ma soltanto perché alle prese con un ginocchio “ballerino” che, dopo aver retto per diverse gare, ultimamente gli ha creato qualche problema in più.
All’inizio di febbraio durante il riscaldamento prima della gara di Livorno, l’ex difensore del Milan era stato costretto ad alzare bandiera bianca per via di un improvviso rigonfiamento del ginocchio. Deve infatti fare i conti con una ricorrente patologia cartilaginea che ogni tanto si presenta mandandolo al tappeto. E’ la conseguenza di una distorsione patita nel febbraio dello scorso anno durante un allenamento e che da quel momento in poi lo ha sempre tormentato.
Per qualcuno è stato addirittura un “miracolo” se il ragazzo ha potuto giocare, tra l’altro alla grande, tante gare consecutive senza avevrtire alcun fastidio. Fino a febbraio infatti era stato una colonna della squadra riuscendo ad adattarsi molto bene nel nuovo ruolo studiato per lui da Gian Piero Gasperini. Il tecnico, come è noto, per il suo modulo predilige difensori veloci ed esplosivi e per questo pochi giorni dopo il suo arrivo ha deciso di provare Antonini nel ruolo di centro destra. Un’intuizione risultata subito vincente perché Luca, approfittando anche della sua esperienza, ha interpretato il ruolo nella maniera migliore al punto da conquistare allenatore e tifosi che in lui vedevano anche lo spirito di un combattente. Il gol segnato a Firenze e la successiva esultanza ne erano state la conferma più evidente.
Ma con il passare del tempo le condizioni dle ginocchio hanno iniziato a peggiorare al punto da costringerlo a fermarsi durante il riscaldamento a Livorno. Da quel momento in poi Antonini si è sottoposto a cure specifiche e solo da qualche giorno ha potuto ritornare a allenarsi con i compagni. La partitella fatta in settimana contro la Primavera è servita per avere le risposte che tutti si aspettavano e così domani Luca potrebbe ritrovare il suo posto dal primo minuto o comunque avere spazio a gara iniziata.
Il primo ad essere felice di questo ritorno è il suo allenatore nonostante qualcuno si sia letteralmente inventato la storia che il giocatore non sarebbe nelle simpatie del mister...
venerdì 25 aprile 2014
Quale futuro...
Il presidente Preziosi è a Dubai in vacanza, il figlio Fabrizio in Cina con la famiglia per verificare alcune situazioni legate alla possibilità di trasferirsi laggiù tra qualche tempo e così nella sede di Pegli negli ultimi giorni si è accentuata la netta sensazione che nessuno stia progettando il futuro.
La settimana scorsa il massimo dirigente (dopo un lungo periodo di assenza) era sbarcato al Signorini per incontrare Gian Piero Gasperini e la squadra ma il vertice di fatto non ha portato nulla di concreto. Qualche giorno dopo al Ferraris sarebbe poi andato in scena lo spettacolo orrendo offerto dai giocatori per nulla "scossi" dalle parole del loro presidente, mentre per quanto riguarda il domani come detto per il momento non si muove una foglia.
Tutto è fermo insomma e più passa il tempo più cresce la sensazione di una società in forte crisi economica e alle prese con diversi problemi da risolvere. Ecco perché in sede tutti fanno il tifo affinché la trattativa, iniziata due mesi fa da un gruppo di imprenditori genovesi residenti in Svizzera guidati da Gianluca Masnata, decolli in maniera definitiva. I soggetti interessati all’acquisto di un certo numero di quote azionarie non hanno perso la speranza di riuscirci anche se disturbati dalle notizie apparse sui giornali circa un mese fa.
Di sicuro c’è stato un momento in cui l’operazione sembrava conclusa come dimostra il fatto che era stato proprio lo stesso Preziosi a comunicarlo ad alcuni suoi dirigenti poi rimasti a bocca aperta nel sentirlo smentire in maniera tanta vibrante le voci. A questo punto non resta che attendere gli sviluppi che, se positivi, non dovrebbero farsi attendere ancora a lungo anche perché c’è l’interesse da parte di entrambe le parti di portare avanti il discorso.
Se invece la trattativa dovesse saltare definitivamente il futuro della società resterebbe un grosso punto interrogativo anche perché i tanti debiti verso i creditori aumentano di giorno in giorno e in più ci sarà da allestire una squadra in grado di provare a conquistare una salvezza tranquilla. Al momento è tutto fermo: i nomi che circolano in questi giorni di giocatori accostati al Genoa non trovano alcun riscontro.
Gian Piero Gasperini in silenzio assiste a tutto questo con la viva speranza che la società possa tornare quella di qualche tempo fa con dei dirigenti entusiasti e la possibilità di fare mercato.
Il tecnico, come tutti i tifosi, sperava in un finale di stagione migliore ma allo stesso tempo è sempre più orgoglioso di essere riuscito a portare in salvo la squadra già alla fine di febbraio. Una squadra che, è bene ricordarlo, lui non ha pensato ma che si è semplicemente ritrovato tra le mani con tutte le conseguenze del caso
sabato 19 aprile 2014
Inguardabili
La gara di oggi si commenta da sola. Tra qualche giorno qualche pensiero su presente soprattutto sul futuro....Buona Pasqua a tutti!
venerdì 18 aprile 2014
Qualcosa si muove... sempre
Dopo un lungo periodo di assenza si è rivisto ieri a Pegli il presidente Preziosi. Il massimo dirigente rossoblù ha parlottato a lungo con Gian Piero Gasperini soffermandosi soprattutto sul futuro.
Di sicuro alla guida della squadra ci sarà ancora Gasperini e sarà quindi lui a dare le indicazioni di massima. Si cercherà di costruire una rosa omogenea che possa garantire una tranquilla salvezza e che possa magari far fare un piccolo salto di qualità rispetto al campionato in corso.
Ad oggi c’è la forte possibilità che possa essere ceduto un pezzo pregiato ma i giocatori da vendere non sono moltissimi. Di sicuro quello che ha più valore è Mattia Perin ma in Italia nessun club è disposto oggi a parlo cash e dall’estero per ora non è arrivata alcuna offerta.
Ma a questo punto della stagione in casa Genoa è davvero molto presto per parlare di futuro perché molto dipenderà dalle condizioni economiche del club che come è noto non sono sicuramente ottimali. Enrico Preziosi, come ha ribadito più volte, aspetta sempre di avere un partner forte con cui lavorare con maggiore tranquillità e magari di costruire un Genoa più competitivo.
Qualche tempo fa c’era stata la trattativa con un gruppo di genovesi operanti in Svizzera capitanati da Gianluca Masnata, poi l’affare ha subìto un rallentamento ma non uno stop definitivo. In questo mesi sulla questione si sono spenti i riflettori ma qualcosa al buio si muove ancora ed è per questo che non è da escludere che possa esserci un colpo di scena prima dell’estate.
Il presidente Preziosi ha sempre smentito con una certa forza l’esistenza di una trattativa anche quando tutti pensavano che fosse ormai imminente. Ma è stato lui spesso a parlarne con i suoi collaboratori e poi in sede più volte ci sono stati movimenti “strani” che hanno fatto capire che qualcosa bolliva in pentola.
Insomma se sono rose fioriranno. Di sicuro il club avrebbe bisogno di un’iniezione di capitale per sopperire alle tante problematiche che giorno dopo giorno escono fuori.
Quello apparso ieri al Signorini era comunque un presidente piuttosto tranquillo e non troppo preoccupato dal domani.
giovedì 10 aprile 2014
La scivolata del Comune
Dal Corriere Mercantile di oggi ad opera di Pietro Roth:
Chi ha bisogno di un po’ di pubblicità sulla piazza genovese può cercarla tentando di aggrapparsi a Genoa e Sampdoria, a conti fatti due fra le poche realtà di serie A (anche al di fuori del calcio) rimaste in una città che un tempo si definiva Superba. Un mantra che dalle parti di palazzo Tursi sembrano aver assimilato sin troppo bene. Così, dopo l’exploit del sindaco Marco Doria, che ha criticato le due società - soprattutto una - per i ritardi nel pagamento dell’affitto dello stadio, tralasciando di ricordare come ormai il Ferraris sia in mano ai privati - il consorzio Stadium - e che quindi la questione riguardi, appunto, entità private che non hanno certo bisogno di lezioncine per regolarizzare la propria posizione, ecco che anche la Consulta del gioco d’azzardo tenta di mettersi in vetrina. Lo ha fatto martedì scorso quando, durante un incontro con i dirigenti rossoblucerchiati, ha stigmatizzato la scelta di entrambe di avere come sponsor sulla maglia il logo di due società di scommesse.
«L’incontro si è svolto in un clima di assoluta cordialità - recita un comunicato diffuso da palazzo Tursi - le due società hanno dichiarato di essere ben consapevoli del loro ruolo "sociale" e altrettanto consapevoli dei danni che il gioco d’azzardo può determinare. Tuttavia, i vincoli economici sono considerati al momento inderogabili, mentre sotto l’aspetto culturale è stata riconosciuta la necessità e la disponibilità a collaborare. I membri della Consulta hanno comunque sollecitato le due società a ricercare attivamente sponsor di altra natura e a trovare occasioni di partecipazione ai progetti della Consulta stessa».
Nessuno discute sulla bontà dell’operato della Consulta e sulla sua missione meritoria. Tuttavia è appena il caso di ricordare come il Comune si sia mosso con evidente ritardo nel settore, emanando un regolamento sull’apertura di nuove sale solo quando queste si erano ormai prese tutti gli spazi che potevano. Additare Genoa e Sampdoria a livello nazionale per la scelta dello sponsor, appare, appunto, come un modo per cercare un po’ di pubblicità a buon prezzo, dimenticandosi di come due società di serie A andrebbero protette, pur senza favoritismi, e di come - per quanto riguarda il Comune, non la Consulta - ci siano argomenti all’ordine del giorno ben più urgenti che il pagamento dell’affitto dello stadio (una questione fra privati, è bene ribadirlo) e lo sponsor stagionale.
Chi ha bisogno di un po’ di pubblicità sulla piazza genovese può cercarla tentando di aggrapparsi a Genoa e Sampdoria, a conti fatti due fra le poche realtà di serie A (anche al di fuori del calcio) rimaste in una città che un tempo si definiva Superba. Un mantra che dalle parti di palazzo Tursi sembrano aver assimilato sin troppo bene. Così, dopo l’exploit del sindaco Marco Doria, che ha criticato le due società - soprattutto una - per i ritardi nel pagamento dell’affitto dello stadio, tralasciando di ricordare come ormai il Ferraris sia in mano ai privati - il consorzio Stadium - e che quindi la questione riguardi, appunto, entità private che non hanno certo bisogno di lezioncine per regolarizzare la propria posizione, ecco che anche la Consulta del gioco d’azzardo tenta di mettersi in vetrina. Lo ha fatto martedì scorso quando, durante un incontro con i dirigenti rossoblucerchiati, ha stigmatizzato la scelta di entrambe di avere come sponsor sulla maglia il logo di due società di scommesse.
«L’incontro si è svolto in un clima di assoluta cordialità - recita un comunicato diffuso da palazzo Tursi - le due società hanno dichiarato di essere ben consapevoli del loro ruolo "sociale" e altrettanto consapevoli dei danni che il gioco d’azzardo può determinare. Tuttavia, i vincoli economici sono considerati al momento inderogabili, mentre sotto l’aspetto culturale è stata riconosciuta la necessità e la disponibilità a collaborare. I membri della Consulta hanno comunque sollecitato le due società a ricercare attivamente sponsor di altra natura e a trovare occasioni di partecipazione ai progetti della Consulta stessa».
Nessuno discute sulla bontà dell’operato della Consulta e sulla sua missione meritoria. Tuttavia è appena il caso di ricordare come il Comune si sia mosso con evidente ritardo nel settore, emanando un regolamento sull’apertura di nuove sale solo quando queste si erano ormai prese tutti gli spazi che potevano. Additare Genoa e Sampdoria a livello nazionale per la scelta dello sponsor, appare, appunto, come un modo per cercare un po’ di pubblicità a buon prezzo, dimenticandosi di come due società di serie A andrebbero protette, pur senza favoritismi, e di come - per quanto riguarda il Comune, non la Consulta - ci siano argomenti all’ordine del giorno ben più urgenti che il pagamento dell’affitto dello stadio (una questione fra privati, è bene ribadirlo) e lo sponsor stagionale.
venerdì 4 aprile 2014
Il gesto di Garbarini
Da terzino, giocatore di Sampdoria, Genoa e Como, ad apprezzato commentatore televisivo, fino a diventare - nella quotidianità cittadina - un eroe. Ma guai a dirglielo, perché lui farà spallucce e rinnegherà ogni elogio. Eppure la storia (come scrive oggi il Mercantile) è questa e coinvolge Giorgio Garbarini, quasi settantenne. Un mese fa si trovava in via Invrea e stava attraversando sulle strisce, quando ha visto un’auto provenire da Brignole che non dava alcun segno di voler frenare la sua corsa. Il rischio era che avrebbe finito con l’investire una donna, che era pochi metri più avanti dello stesso Garbarini. Il quale, intuito il pericolo, è riuscito a spingere più avanti la donna, quel tanto che basta per evitarle l’impatto. Altrettanto, però, non c’è stato tempo di fare per sé stesso. Così l’urto è stato violento e Garbarini è stato sobbalzato fino a sbattere contro un camion fermo poco distante. Ambulanze sul posto, la corsa all’ospedale, le prime cure e un ematoma sul volto come “cicatrice” di quanto accaduto: alla fine, è andata bene così. A chi gli ha assicurato che di lì a poco avrebbe avuto un elogio ufficiale, Garbarini ha stretto la mano, per poi togliersi di dosso l’etichetta di eroe. Eppure questi sono i fatti: doveroso chapeau.
mercoledì 2 aprile 2014
La solitudine di Gasperini
Il Genoa sta per concludere la stagione con il curioso record di non avere in organico un direttore sportivo. Un’anomalia che non ha molti precedenti in Italia e che obiettivamente non può continuare a lungo perché in una società è una figura che non può non esserci.
Dopo l’improvviso e ancora oggi misterioso allontanamento di Daniele Delli Carri, il presidente Preziosi non ha voluto intervenire lasciando inalterate le cose. La casella è vuota da ottobre e per il momento di successori non se ne parla proprio.
Così per tutto il campionato non solo è mancato il ds ma soprattutto quella figura in grado da fare da collante tra società e squadra. A Villa Rostan infatti negli ultimi tempi sono aumentati a dismisura gli uomini marketing mentre non esiste un dirigente in grado di fare da cuscinetto.
Fabrizio Preziosi che in precedenza viveva molto la sede di Pegli ora arriva a Genova solo una volta alla settimana, solitamente il giovedì. Qualche ora in ufficio per parlare con gli altri dirigenti e magari osservare da vicino sprazzi di allenamento.
A Villa Rostan da mesi è operativo Nicola Bignotti con il ruolo di direttore generale, ma anche lui è spesso in giro e quando c’è si occupa soprattutto di questioni burocratiche.
Così a fare da "mediatori" rimangono solo due persone. Il team manager Fabio Pinna con poteri però piuttosto limitati e Gian Piero Gasperini che quindi spesso si trova nelle condizioni di essere solo.
Fortunatamente il campionato si è risolto nella maniera migliore già a febbraio, altrimenti una situazione societaria così precaria poteva portare a pessime conseguenze anche dal punto di vista ambientale. Domenica scorsa, dopo la desolante sconfitta di Verona, nessun dirigente ha parlato con i giocatori. L’unico presente in tribuna era infatti l’amministratore delegato Alessandro Zarbano accompagnato dal vice presidente Gianni Blondet. Zarbano è l’uomo dei conti e quindi mai in passato è entrato in questioni legate allo spogliatoio e quindi al campo.
La figura del ds serve poi anche per alzare la voce in certi momenti, magari anche dopo qualche decisione sbagliata dell’arbitro o per difendere il gruppo da attacchi di ogni genere come fa, ad esempio, molto bene Leonardi a Parma.
In questo quadro si inserisce ovviamente la posizione del presidente Preziosi che dalle parti di Pegli si vede sempre meno.
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