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martedì 23 dicembre 2014

Facundo Costa, operazione capolavoro. Ma non rompete il giocattolo


La società rossoblù in gran segreto si è aggiudicata le prestazioni di Facundo Tino Costa, centrocampista argentino di 28 anni, in forza alla Spartak Mosca. Molto interessante la formula con cui arriverà: prestito fino al giugno del 2016 e diritto di riscatto. Il club del presidente Preziosi pagherà solo una parte del suo stipendio (circa 700.000 euro) il resto continuerà ad essere a carico della società russa.
Un capolavoro quello messo a segno da Omar Milanetto che in un mese ha iniziato e chiuso la trattativa. Tutto è nato appena il dirigente del Grifone ha saputo della voglia del ragazzo di cambiare aria, a quel punto sono iniziati i contatti e in poco tempo è arrivata la fumata bianca.
A convincere ulteriormente la società è stata la volontà del ragazzo che sin dall’inizio si è detto entusiasta della possibilità. Facundo è rimasto impressionato anche dalla squadra che ha visto all’opera seguendola in televisione contro il Milan e la Roma. Proprio mentre vedeva la gara contro i giallorossi ha chiamato i dirigenti rossoblù: «Non vedo l’ora di iniziare».
Un giocatore di respiro internazionale che potrà garantire alla squadra un altro salto di qualità e che finalmente risolverà il problema delle punizioni e di tiri dalla bandierina. Sarà insomma quel regista che Gasperini ha sempre cercato da quando un certo Milanetto ha lasciato il Grifone.
Insomma un colpo davvero importante quello chiuso dalla dirigenza rosso
blù ancora una volta capace di fare le cose in maniera quasi chirurgica. In meno di un mese è stata capace di avvistare la preda, circondarla e poi metterla nel sacco. Complimenti.

Ora però la società dovrà essere brava a non toccare troppo lo splendido giocattolo che è riuscita a costruire limitandosi a qualche operazione, se necessaria. Perin e Perotti sono incedibili e questo è già un motivo per dormire sonni tranquilli. Per favore presidente: non rovini tutto. Questo Genoa può ancora divertire molto.

mercoledì 17 dicembre 2014

Chi tocca Roma...muore

La società rossoblù fino a domenica scorsa era l'unica in Italia a non aver pagato ancora una multa per le intemperanza dei suoi tifosi. Diego Perotti, dalla ricerca che ho appena fatto e che può essere anche minimamente sbagliata, in carriera ha collezionato solo un'espulsione per doppia ammonizione quando ancora era ragazzino. Basterebbero questi due dati per far capire che domenica è successo qualcosa di straordinario, di eccezionale.  Troppe cose strane, troppe cose che ancora oggi non quadrano. 
Di sicuro l'arbitro Banti con il Genoa non è "fortunato". Ero allo stadio Olimpico nel 2008 quando il Genoa di Thiago Motta stava pareggiando  2 -2  dopo essere stato sotto di due reti. All'improvviso successe una cosa che non potrò mai dimenticare e che per fortuna così evidente non ho più visto. Il campo diventò in salita e ogni volta che i rossoblù provavano ad imbastire un'azione venivano sistematicamente rimbalzati all'indietro dai fischi dell'arbitro che fece di tutto per agevolare i padroni di casa. Ancora oggi mi vengono in brividi a ripensarci. Per la cronaca poi Borriello procurò un rigore e la Roma vinse 3-2. Sempre per la cronaca Banti, si proprio Banti, cacciò dal campo Gasperini per proteste. Proprio come domenica scorsa.
Troppe tre giornate a Perotti. Troppe perché il calcio c'è stato ma non così violento da meritare un trattamento del genere. E poi perché i tre arbitri che seguivano l'azione non hanno visto nulla? 
Nessuna prova tv invece per Ljiac che ha simulato clamorosamente durante l’azione che ha portato al gol della Roma. In quel caso o c’era fallo, o c’era l’ammonizione per il giocatore oppure Banti non ha visto nulla e poteva farsi “aiutare” dalla tv.
Ma l'arbitro non ha visto neppure la manata di Yanga, quella che fatto arrabbiare molto Perotti al punto da meritare l'ammonizione per proteste. Decisione invertita: il giallo sarebbe dovuto andare al giallorosso che essendo già ammonito avrebbe dovuto lasciare il campo. Roma in dieci, Perotti non nervoso e alla fine non sarebbe accaduto nulla. Ma oggi è inutile fare la lista degli "orrori", ormai sono già stati vivisezionati abbastanza. Meglio andare oltre e guardare al domani sperando che tutto questo casino non abbia ripercussioni sulla straordinaria stagione che sta disputando la squadra.
Fa poi sorridere, per non usare altri termini, sentire tutto quello che arriva in questi giorni da Roma. Soloni del calcio, commentatori, opionisti: tutti a difendere la squadra della Capitale con argomentazioni al limite dell'assurdo, tutti ad attaccare il Genoa e il suo presidente. La frase pronunciata a caldo dopo la partita ha lasciato aperta qualche interpretazione inutile girarci attorno, ma ad alcuni non sembrava vero poter tirare fuori  per l'ennesima volta la famosa  "valigetta". Il Genoa ha pagato, Preziosi ha pagato ma ora basta. Ognuno guardi in casa propria. Che è meglio.

lunedì 8 dicembre 2014

Un Genoa così bello che commuove

Dopo la splendida vittoria sul Milan sul "Corriere Mercantile" ho scritto questo pezzo.



Ci sono sensazioni che non si possono raccontarle, bisogna viverle. Come quella, ad esempio, di battere la Juventus all’ultimo respiro o quella di andare fuori casa e dettare legge come una “grande”. O come quella di battere il Milan per poi guardare per ore la classifica chiedendosi se è davvero quella giusta. Essere tifosi del Genoa ora ripaga di anni bui, di tanta sofferenza che è comunque servita a rafforzare un popolo che le ha viste tutte e che non ha più timore di niente. Facebook è ormai una grande piazza che per certi versi ha soppiantato il vecchio bar dove si restava delle ore a discutere della patrtita appena finita. Proprio sul social ieri Matteo ha scritto qualcosa che ha fatto venire i brividi a molti suoi compagni di tifo che si sono rivisti in questa immagine.
«Non mi è mai facile alzare gli occhi verso i distinti, verso quel "tuo" posto da qualche anno vuoto e da dove, rivolto verso la Nord, mi salutavi sempre prima e dopo ogni partita. Era il nostro rito. In A, in B, come in C. Non lo faccio mai, non lo faccio più. Non ci riesco. Oggi a fine partita l’ho fatto. Ed è come se ti avessi visto, con un sorriso grande e con quel tuo gesto elegante con la mano come dire " Ragazzi che Genoa, te l’avevo detto che avremmo vinto...!».
Gian Piero Gasperini, uno che il Grifone lo ha ormai tatuato sulla pelle, ieri ha festeggiato la sua vittoria numero cento sulla panchina rossoblù. Un bel traguardo che il destino ha voluto arrivasse proprio dopo una gara con il Milan e in occasione di un terzo posto in solitaria. Così il mister, uno che quando urla e si arrabbia si sente eccome, ieri si è commosso al punto da avere gli occhi lucidi anche in conferenza. «Dedico il momento a tutta la gente, ai giocatori e alla società. Tutti uniti possiamo fare grandi cose, l’importante è che le persone vedendoci si divertano».
Anche Diego Perotti si è commosso quando tutto lo stadio ha urlato il suo nome proclamandolo idolo indiscusso. Non male per uno che che nella passata stagione era triste e abbacchiato a Siviglia al punto da chiedere di tornare in Argentina per ritrovare il sorriso. Ma neppure l’esperienza nel Boca ha cambiato il suo stato d’animo. C’è voluto il Genoa per farlo tornare felice.
Ma ieri giornate di lacrime anche per Dustin Antonelli. Suo figlio ha segnato il terzo gol consecutivo e lo ha fatto proprio contro il Milan dove ha giocato per cinque stagioni. «Anche Luca ha giocato un passato rossonero, ma ora siamo tutti genoani. Che gioia, così è davvero bellissimo». Emozioni, lacrime, sorrisi. Bentornato Genoa.

mercoledì 26 novembre 2014

Il Genoa paga, il Doria no




.Sul "Corriere Mercantile" di oggi la notizia che ha un po' sorpreso tutti. L'ha trovata il mio collega Stefano Rissetto che oggi ha pubblicato questo pezzo.

Nulla di nuovo nulla di fatto, sulla strada che dovrebbe portare le due società genovesi alla gestione in via diretta dello stadio “Ferraris”, funzione oggi di competenza del Consorzio Stadium, società di diritto privato subentrata a SportInGenova.
In avvio di settimana, il sindaco Marco Doria, insieme con l’assessore allo Sport Pino Boero, ha ricevuto a Palazzo Tursi il presidente del Consorzio Stadium Beppe Costa e i rappresentanti delle due società professionistiche genovesi che utilizzano, previo versamento di un canone di locazione, l’impianto edificato tra il 1987 e il 1989 sulle macerie di quello costruito per Italia 1934: l’amministratore delegato del Genoa Alessandro Zarbano, l’avvocato Antonio Romei in qualità di consulente di fiducia del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero.
 Si è trattato di un nuovo incontro interlocutorio, nel corso del quale Costa - quale rappresentante del soggetto concessionario della gestione - ha posto come precondizione, per ogni ulteriore eventuale discorso, l’adempimento degli obblighi in essere tuttora inevasi, da parte delle controparti, ovvero degli arretrati relativi ai canoni di locazione.
 In merito, negli ultimi tempi si è registrato un singolare “sorpasso”, diverso da quello che forse i tifosi rossoblù avrebbero preferito e che vagheggiano dal primo turno di campionato, ma in assoluto non meno commendevole. Se in passato era stato infatti il Genoa a distinguersi in negativo, per il significativo ritardo nel saldo delle spettanze economiche da versare al consorzio, quale corrispettivo dell’uso dell’impianto, negli ultimi mesi l’irregolarità nei pagamenti ha visto primeggiare la Sampdoria, finita di conseguenza dietro la lavagna nella prospettiva del concessionario. Tra gli inadempimenti delle due società, si arriva a una somma attorno ai due milioni di euro: Costa ha fatto presente a tutti i soggetti interessati come senza la messa in regola sui pagamenti, il suo consorzio non accetterà di fare ogni altro passo.
Per assurdo, proprio la Sampdoria - tramite il presidente Ferrero, che pure si era espresso a favore dell’ipotesi, già caldeggiata dal predecessore Garrone, della costruzione di un impianto ex novo, tanto da indicare nel senatore a vita Renzo Piano il progettista ideale - che si trova nei panni di inquilino moroso è la più decisa a voler subentrare al Consorzio Stadium nella gestione diretta dell’impianto. Per parte sua, Doria e Boero hanno sottolineato l’assoluta priorità dell’interesse pubblico da perseguire, in linea con la natura della proprietà della struttura.

venerdì 21 novembre 2014

Incredibile: l'incasso di Italia - Albania resta alla Figc


Che fosse un pasticcio lo si era capito sin dal primo minuto. Ma ora la cosa sta assumendo i contorni dell'assurdo. Che fine faranno i soldi dell'incasso di Italia - Albania dell'altra sera? Ce lo siamo chiesti in redazione e così oggi sul "Corriere Mercantile" è uscito il reportage a firma di Pietro Roth.

C'è qualcosa che non torna nella scelta di come destinare i fondi che la Figc ha raccolto dopo la partita Italia-Albania di martedì sera. Vibranti le polemiche dei tifosi del Genoa, decisa la presa di posizione dell’assessore regionale allo Sport Matteo Rossi, che molto si era speso per portare gli azzurri a Genova dopo l’alluvione del 9 ottobre.
«Pensiamo alla fine di raccogliere un monte di 600-800 mila euro da destinare alla ristrutturazione dei campi di calcio del genovesato devastati dall’alluvione: ma non dall’incasso, non togliamo i soldi a nessuno»: parole del direttore generale della Federcalcio, Michele Uva, spese nell’immediato post-partita di martedì sera. «A costituire il fondo - proseguiva Uva - per Genova sarà una quota dei diritti tv della partita, il corrispettivo dei 2.620 tagliandi omaggio di Italia-Usa del 2012 (l’ultima amichevole a Genova), i fondi messi a disposizione da Lega di A e Dilettanti (350 mila euro) e quelli che saranno quantificati dalla altre componenti federali. In più, i telespettatori hanno potuto fare donazioni al numero verde 800585858». L’incasso della partita, ovvero 248 mila euro, non sarà quindi devoluto in beneficenza, ma resterà nelle casse della Figc. E qui sorgono i primi dubbi: perché allora hanno comprato un regolare biglietto anche il ct Antonio Conte e tutti i giocatori? E perché lo stesso Uva, commentando l’assenza sugli spalti del presidente della Lazio Claudio Lotito, ha detto che «ha comunque acquistato dieci biglietti»? Che bisogno c’era, se poi quei soldi non sarebbero stati devoluti in beneficenza a chi ha perso tutto?
Quanto devoluto dalla Figc, comunque, per volere dell’organo di governo del calcio italiano, sarà speso per la sistemazione dei campi genovesi colpiti dall’alluvione. Fra essi quelli di Montoggio (l’unico che non ha ancora riaperto), il “Torbella” di Rivarolo, il “Ceravolo” di Lagaccio, il “Daneri” di Caperana e le strutture di Carasco e Leivi, ma anche il “Comunale” di Busalla e il “Negrotto” di Serra Riccò, collegato alla strada principale da un ponticello ben presto travolto dalla furia delle acque. A questi si aggiunge anche il “Cige”, cui hanno messo mano gli stessi giocatori del Begato sistemando l’impianto elettrico e gli spogliatoi praticamente...in diretta, lavorando anche durante l’alluvione di ottobre.
 La scelta di destinare quei fondi solo ed esclusivamente alla sistemazione dei campi non è piaciuta alla tifoseria organizzata del Genoa. «Già ritenevamo paradossale il fatto di chiedere a chi ha subito ingenti danni di autofinanziarsi per contribuire alla ripresa del territorio - si legge in una nota - Non si azzardi il Presidente della Figc Tavecchio a pensare di destinare realmente i fondi raccolti al ripristino degli impianti sportivi. Ad oggi in Liguria si contano ancora centinaia di sfollati, imprese distrutte, commercianti che hanno perso tutto, un territorio che si sbriciola e torrenti da mantenere puliti e in sicurezza.
Facciamo appello al presidente Preziosi affinché garantisca che l’incasso della partita venga realmente devoluto agli alluvionati».
Netta anche la presa di posizione di Matteo Rossi, assessore allo Sport della Regione Liguria: « I tifosi albanesi che hanno riempito lo stadio pensavano di contribuire alla ripresa di una città che li ha accolti e nella quale sono cresciuti. È il caso di ripensare le scelte della Figc».

lunedì 17 novembre 2014

Società, ecco tutti i movimenti


Meno persone nei posti di comando, una rete efficiente di collaboratori e tante idee. Il nuovo corso della società volto alla ottimizzazione delle risorse e al taglio dei costi sta già ottendendo i primi risultati. E non solo sul campo.
Intanto i conti. Fino a qualche tempo fa erano davvero oltre i limiti di guardia (come il presidente Preziosi da qualche tempo ha iniziato ad ammettere), ora iniziano a tornare. Grazie ad una nuova politica sono stati abbassati gli ingaggi, acquistati giocatori a parametro zero o presi in prestito e soprattutto non sono state fatte strane scommesse sudamericane da costi a volte rilevanti. Insomma una serie di mosse necessarie che ora permettono al club di guardare avanti con maggiore serenità.
Ma da applausi è stato anche il modo con cui il presidente Preziosi e i suoi uomini hanno operato sul mercato nel corso dell’estate. Pochi soldi ma idee chiare e scelte condivise anche dall’allenatore.
Milanetto è di fatto il nuovo direttore sportivo che si muove in collaborazione con Fabrizio Preziosi. L’ex centrocampista interpreta al meglio il ruolo del ds moderno andando di persona a seguire decine e decine di giocatori già in precedenza selezionati secondo parametri ben precisi. Un modo di operare del tutto diverso rispetto al passato: oggi la società sta già lavorando per giugno con una seria programmazione. Dietro di lui una rete di collaboratori e ovviamente Michele Sbravati, l’uomo che ormai da qualche anno fa "decollare" giovani talenti con intuizioni da vero fuoriclasse.
Ancora da chiarire invece la posizione di Stefano Capozucca che continua a lavorare nell’ombra senza avere un ruolo preciso. Il mistero continua. Qualche giorno fa è intervenuto sul caso Santana ma non si è capito a che titolo.
Un anno fa di questi tempi la società rossoblù procedeva ad una sorta di mini rivoluzione interna con lo scopo di “ottimizzare” e soprattutto aumentare i ricavi da sponsor e merchandising. Ma distanza di dodici mesi il progetto sembra naufragato se non del tutot almeno in parte. Gran burattinaio di tutto l’allora direttore generale Nicola Bignotti che il presidente Preziosi aveva apprezzato nella sua società satellite il Lugano per poi portarlo a Genova.
Bignotti aveva scelto Matteo Togni come nuovo addetto stampa al fianco dell’immarcescibile Dino Storace e aveva quindi spostato l’attivissimo Pietro Pisano all’area marketing. Una serie di movimenti interni che però a distanza di una decina di mesi sono stati messi in discussione.
Intanto Bignotti di fatto non ha più alcun potere all’interno della società anche se le frequenta giornalmente anche per via di un contratto fino al giugno prossimo. Il suo lavoro a Villa Rostan è durato poco, perché ormai da tempo davvero è stato messo in un angolo. Ovviamente a farne le spese è stato Togni al quale in estate non è stato rinnovato il contratto costringendolo a far ritorno a Bergamo. A nulla è valso l’ottimo lavoro svolto, arrivederci e neppure grazie.
Al suo posto una ventina di giorni fa ecco comparire all’improvviso Laura Anchisi, un passato al Palermo e un’esperienza a Parigi come responsabile dell’immagine del fantasista argentino Pastore conosciuto ai tempi dell’esperienza siciliana.
Da un anno nel Grifone lavorano poi due figure di fatto imposte da Infront, l’azienda leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi alla quale è dato ormai da anni in “appalto” il marchio Genoa. Alessandro Spagnolo, una vita nell’area marketing del Milan dove lavora ancora oggi (ha appena rinnovato un triennale), sovrintende l’area marketing (guidato con passione e capacità da Daniele Bruzzone) e l’uffico stampa. Il suo contratto scade a dicembre, a giorni è previsto un incontro con la società ma i segnali portano ad una possibile separazione.
Sempre di Milano, anche se con origini di Santa Margherita Ligure, è Roberta Giacobbe arrivata al Genoa con il preciso compito di aumentare le entrate dagli sponsor. A Villa Rostan sono tutti molto soddisfatti del suo operato. Insomma lei potrebbe essere l’unica a non essere coinvolta nella mini rivoluzione.

venerdì 7 novembre 2014

De Andrè e quel viaggio inventato



Nel maggio del 1971 mille tifosi del Genoa partirono da Ponte Andrea Doria per raggiungere Porto Torres per seguire la squadra impegnata a conquistare punti pesanti per la promozione in B. Una spedizione entrata nel mito sia per il numero dei partecipanti (più di 300 oltre la capienza dell’imbarcazione!) sia per lo spirito con cui si mosse una folla davvero incredibile. La leggenda vuole che tra i partecipanti vi fosse anche Fabrizio De Andrè, molti negli anni sono stati i racconti di qualche aneddoto e addirittura c’è ancora oggi qualcuno che giura e spergiura di averlo visto. Ma per la verità il cantautore genovese e genoano non è mai salito a bordo di quella nave. Tra i tanti a confermarlo è l'inossidabile Peo Campodonico, l’autore dell’inno rossoblù: «Fabrizio era un super tifoso del Grifone ma quella volta non c’era, assolutamente. Forse qualche foto l'avremmo scattata...». Anche Lucio Viotti,  già dirigente rossoblù e oggi affermato commercialista ribadisce: «Io e
Fabrizio siamo cresciuti insieme in via Trento, in Albaro. Se fosse venuto a Cagliari lo avrei visto, anche perché davvero eravamo molto amici. Non so perché si sia sparsa questa voce che in effetti sento da molti anni, a volte basta un racconto di qualcuno perché diventi leggenda. Di sicuro
quel viaggio è stato qualcosa di fantastico, ricordo la partenza ma soprattutto il ritorno in porto dove c’erano migliaia di persone ad aspettarci. Un’avventura incredibile, un ricordo indelebile».
C’è un particolare divertente di quell’arrivo al porto di Genova: «Il comandante della Caralis – racconta Luciano Paccagnini, all’epoca presidente del Little Club 1959 – urlò col megafono di toglierci dalla parte destra della nave dove eravamo tutti assiepati e di portarci a sinistra, poiché si era leggermente inclinata». Campodonico sottolinea che «era una vecchia carretta del mare e quindi avrebbe potuto avere dei problemi da quella gran massa di persone stipata su un solo lato».
Campodonico racconta ancora: «Al ritorno volevamo far baldoria per la vittoria, ma il mare agitato delle Bocche di Bonifacio purtroppo fece sentire le sue conseguenze e gran parte dei genoani trascorse la notte a vomitare in cabina». All’arrivo, al lunedì mattina, rammenta Paccagnini, «c’era tanta gente al Porto Antico che aspettava che la nave attraccasse. C’erano i rimorchiatori che l’accompagnavano e che sparavano con i cannoni d’acqua verso il cielo, mentre tutte le navi in porto facevano suonare le sirene. Noi ci siamo commossi per quello spettacolo».
Intanto domani notte molti genoani, come nel 1971, partiranno con una nave con destinazione Cagliari. Il numero sarà sicuramente inferiore rispetto a quella volta ma lo spirito a distanza  di tanti anni per fortuna sarà lo stesso anche se il calcio è cambiato  molto e non in meglio. Il pubblico del Grifone è rimasto uguale. Speciale.


sabato 25 ottobre 2014

Genoa, ora i conti tornano.


Dal "Corriere Mercantile" di sabato 25 ottobre 2014 

Tagli, tagli e ancora tagli. La “spending review” iniziata qualche mese negli uffici di Villa Rostan sta portando i suoi frutti. Bella sorpresa per i tesserati che hanno ricevuto gli stipendi in anticipo rispetto al solito. La notizia è circolata ieri negli spogliatoi del Signorini ed è stata “salutata” ovviamente con un certo entusiasmo da parte dei giocatori.
Insomma tutto diverso rispetto a quello che accadeva fino a qualche tempo fa quando la società pagava le retribuzioni l’ultimo minuto dell’ultima ora dell’ultimo giorno utile per evitare sanzioni economiche e punti di penalità. I club, tanto per fare un esempio, per essere in regola entro il 16 novembre devono pagare i mesi di luglio, agosto e settembre. Il Genoa questa volta ha già sistemato quasi due mensilità e tra poco provvederà anche all’ultima.
Insomma il club del presidente Preziosi sta ritrovando un po’ di ossigeno dopo aver boccheggiato a lungo. La situazione economica stava prendendo davvero un brutta piega e così è stato necessario intervenire drasticamente per ridurre i costi e abbassare le spese correnti.
Durante l’estate tutti i dirigenti, sotto la super visione dell’amministratore delegato Zarbano, hanno lavorato moltissimo in questa direzione. Il mercato è stato fatto seguendo dei dettami ben precisi e con nessuna deroga. La società è riuscita a cedere alcuni giocatori che avevano in dote ingaggi da campioni e allo stesso tempo si è rinforzata con parametri zero (Rincon) o prestiti (Matri). Insomma per la prima volta è stata stravolta la tradizionale politica che il club aveva tenuto per anni e che non sempre aveva portato successi sportivi basti pensare a come sono andate le cose la stagione dei Rafinha, dei Veloso e Toni ma anche dei Criscito, Paloschi e Destro con la salvezza arrivata con un po’ di anticipo ma dopo troppe delusioni.
Insomma il responsabile dell’area scouting Omar Milanetto, di fatto direttore sportivo, ha dimostrato che si può fare mercato senza andare a spendere cifre incredibili. Bisogna essere preparati andare a vedere decine e decine di partite e soprattutto avere la bravura di muoversi prima degli altri. L’operazione Rincon è un suo capolavoro.
Milanetto anche nei giorni scorsi è stato all’estero per seguire alcuni giocatori che andranno in scadenza a giugno. Già a gennaio proverà a portarne a a casa un paio anche se la concorrenza sarà difficile da battere.
Il desiderio del presidente Preziosi è quello di riuscire a far sì che il club possa autofinanzarsi. Per arrivare a questo obiettivo sarà necessario mettere a posto i debiti, sistemare qualche pendenza e soprattutto continuare la politica degli ingaggi bassi. Oggi come oggi un giocatore del Genoa non può guadagnare più di 700.000 euro. La cifra può salire di cinquantamila euro con i premi, ma ormai il tempo del carneade Ribas che firma un contratto triennale a 800.000 è finito.

giovedì 9 ottobre 2014

La metamorfosi di Preziosi...


Sereno, compassato e mai sopra le righe. Enrico Preziosi sembra vivere con la massima tranquillità l’inizio della nuova stagione fermamente convinto di aver fatto un ottimo lavoro durante i mesi estivi. Non era facile per lui e i suoi collaboratori raddrizzare in qualche modo la baracca per evitare il collasso. La situazione economica era molto ma molto complicata (e lo resta ancora)
e quindi serviva lavorare seriamente su due binari: il taglio dei costi e il rafforzamento della rosa.
Con l’aiuto di Milanetto e Capozucca il presidente è riuscito a piazzare colpi importanti senza investire grosse cifre. Anzi mai come questa volta il Genoa ha sborsato poco sul mercato. Spendere poco non significa allestire una brutta squadra come allo stesso modo spendere molto non garantisce piazzamenti di rilievo come la storia recente del Grifone dimostra.
Di sicuro è stato costruito un organico ben assortito decisamente e più competitivo rispetto a quello della passata stagione. Importante nella scelta dei giocatori anche i consiglio di Gian Piero Gasperini che ha seguito la “gestazione” della squadra con assoluta tranquillità.
Il presidente sembra davvero un altro rispetto a qualche tempo fa. Nessuna polemica con gli arbitri, delusione contenuta dopo il derby perso, poche dichiarazioni pubbliche e tanto silenzio.
Dopo aver seguito il suo Genoa nella trasferta di Verona, cosa per lui inusuale in passato, Preziosi non si è voluto perdere neppure la gara di Parma che ha visto dalla tribuna con la famiglia al gran completo. Il presidente ha voluto caricare i giocatori andando a trovarli addirittura nell’hotel che li ospitava e poi ha raggiunto con loro il Tardini a bordo della Freccia Rossoblù.
Tutti segnali insomma che vanno in un’unica direzione e cioè quella di un presidente di nuovo molto vicino alla società come non accadeva da tempo.
Persone molto vicine a lui lo definiscono particolamente tranquillo e sempre molto attivo nel mettere in sicurezza la sua azienda di famiglia colpita negli ultimi tempi da una grave crisi e ora in leggera ripresa. Qualche tempo fa sembrava certo l’ingresso nella Giochi Preziosi di un forte gruppo cinese ma per ora tutto è fermo, almeno ufficialmente.
Di sicuro il Joker sta lavorando anche per trovare un partner che possa garantire al Genoa maggiore solidità. Prima dell’estate era stato lui stesso ad ammettere l’interesse di un gruppo industriale cinese verso il Grifone ma poi, dopo aver preso un po’ di tempo, non he ha più parlato. Qualcuno pensa che non sia nulla di vero, altri invece che certi discorsi siano ancora in piedi.
Per il momento Preziosi va avanti continuando la strada intrapresa la scorsa estate all’insegna del risparmio e degli investimenti oculati. Per ora basta giovani scommesse sudamericane, basta giocatori di nome e magari senza più stimoli. Il sogno è quello di arrivare all’autofinanziamento. Intanto la squadra corre. E va bene così.

mercoledì 1 ottobre 2014

Su Gasperini tifosi spaccati

La sconfitta nel derby non ha fatto altro che far emergere ancor di più la spaccatura che c'è all'interno della tifoseria genoana sul nome di Gian Piero Gasperini. Come succede per Preziosi ormai da anni, anche per il tecnico non sembrano esserci le mezze misure. O sei con lui, o sei contro di lui.
Sono convinto che domenica scorsa il mister abbia sbagliato a proporre un'idea di gioco diversa nel secondo tempo in una gara così particolare, ma sono anche estremamente convinto che la sua squadra abbia perso solo per quella punizione di Gabbiadini. Di sicuro non lo hanno aiutati gli infortuni di Marchese, Burdisso e Lestienne che sarebbe entrato nella ripresa per continuare a "martellare" Mesbah già alle corde dopo un primo tempo alle prese con Perotti e Edenilson.
Ma ormai il derby è passato, inutile e dannoso continuare a parlarne. Di sicuro Gasperini in questo momento deve decidere una strada e poi percorrerla con estrema decisione cosa che tra l'altro ha sempre fatto e anche bene in passato. Ho come la sensazione che non abbia ancora trovato il modulo giusto e che sia quindi alla ricerca di qualcosa di diverso. I risultati, considerato il calendario, gli stanno dando ragione ma mi auguro che davvero punti su un modello di gioco e lavori su quello. Di sicuro il Gasperini di oggi, per mille motivi, è diverso dal primo Gasperini, quello spregiudicato, divertente e anche redditizio. Fino ad ora più attenzione alla fase difensiva, meno rischi ma anche meno spettacolo. Sono convinto che il tecnico per il Genoa sia una garanzia e quindi penso sia un suicidio continuare a fare come fa chi lo critica su tutto sperando magari che perda. Si, avete capito bene...

martedì 23 settembre 2014

Non sparate su Matri


Troppo facile oggi muoveri degli appunti all’indirizzo di Alessandro Matri. Con un Pinilla in queste condizioni qualsiasi altro attaccante sfigurebbe, figuriamoci uno che è stato più di un mese fermo e che tra l’altro ha saltato buona parte della preparazione estiva.
L’infortunio al polpaccio rimediato l’ultimo giorno in Austria lo ha infatti costretto a restare ai box per tutto agosto con tutte le conseguenze del caso. Un giocatore con le sue caratteristiche poi ha bisogno di un po’ di tempo per entrare in condizione ed ecco perché è ingeneroso criticarlo oggi.
Fa bene Gian Piero Gasperini a credere in lui e farlo giocare perché il ragazzo ha proprio bisogno del campo per ritrovare l’ideale stato di forma. Pinilla oggi è in una condizione straordinaria e quindi merita di partire titolare ma un allenatore deve anche tenere in considerazione molti aspetti, non per ultimo quello legato allo spogliatoio. Insomma giusto dare spazio a Matri per poi averlo pronto e carico il giorno che magari Pinilla ne varà un po’ meno.
E poi con tre gare in sette giorni cambiare i due attaccanti può essere una mossa giusta considerato oltretutto che i fatti gli hanno ragione. Il centravanti cileno ha rivelato anche una curiosa chiave di lettura. «Matri è stato bravissimo a stancare gli avversari facilitando il mio compito. Così quando sono entrato ho potuto “purgarli”».
Insomma è davvero troppo presto per bocci
are Matri, giusto aspettarlo e dargli la possibilità di mettersi in mostra. Personalmente ritengo a dir poco fuori luogo certi brusii che si sono sentiti domenica ogni volta che il giocatore toccava un pallone.

venerdì 12 settembre 2014

La censura...

Oggi un ragazzo mi ha fermato per strada. <Perché non la vediamo più a Telenord?>.  In pochi secondo ho provato a dargli una riposta senza essere troppo prolisso. Poi mentre venivo qui al giornale pensavo: <In effetti sono passati già due anni da quella famosa litigata in diretta con Preziosi>. Già due anni. Meglio evitare commenti su quella sera, ognuno si sarà fatto una propria idea sulle frasi e sulla violenza verbale del presidente che ancora una volta andò oltre. Il giorno successivo ricevetti la solidarietà di decine e decine di persone e ovviamente quelle di moltissimi colleghi. Tranne quella di uno che non a caso la settimana successiva non esitò a sedersi al mio posto e pazienza se non si occupa di Genoa.
Non sono allineato al presidente Preziosi e quando è il caso racconto quello che succede senza censure, senza alcun timore. Quando le cose vanno bene invece scrivo che vanno bene e così più volte negli ultimi tempi ho applaudito la società per certe scelte e per un mercato fatto in maniera intelligente. Insomma bene o male cerco di fare il mio lavoro.
Ma le voci fuori dal coro non vanno bene.  Ne ho avuto l'ennesima conferma dopo aver sentito quello che è successo in una televisione locale. Chi non è gradito dal presidente resta a casa.

mercoledì 3 settembre 2014

Genoa, mercato da applausi


Il mercato ha chiuso i battenti lunedì sera senza che il Genoa fosse protagonista delle ultime ore. Giusto così perché la dirigenza rossoblù aveva lavorato molto bene nei mesi precedenti andando a centrare praticamente tutti gli obiettivi che si era prefissa.
Radiomercato aveva fatto nascere un derby con la Sampdoria per Mesbah del Parma ma Capozucca e Milanetto avevano fatto solo un timido sondaggio nei giorni scorsi ma solo per un prestito. Non avevano infatti alcuna intenzione di fargli firmare un biennale considerato che Antonelli non è certo in partenza. Nessun derby neppure per Silvestre: il vero e unico difensore cercato è stato Roncaglia.
Con pochi soldi e tante idee ecco una squadra tutta nuova e, sulla carta, sicuramente più competitiva di quella dell’ultima stagione. Il reparto d'attacco, per fare un esempio, è stato rinforzato e anche di tanto. Al posto di Konatè, Centurion e Sculli ecco Perotti, Falque e Lestienne, con Kucka, Ragusa e Fetfatzidis che scalpitano. E' stato ceduto per far cassa Gilardino (chissà quanti gol avrebbe potuto fare con degli esterni come quelli presenti in rosa oggi...) ma al suo posto Matri e Pinilla. Difficile fare meglio obiettivamente.
Con pochi, pochissimi, soldi la società è riuscita a rafforzarsi e allo stesso tempo a incassare molto. Nessuna promessa, nessuna dichiarazione ad effetto per i dirigenti bravi a lavorare per mesi sotto traccia. Capozucca di fatto non si è mai visto e sentito mentre Milanetto ha passato l'estate a vedere partite e seguire trattative. Ma la vera sorpresa sono stati i lunghi silenzi del presidente Preziosi che, forse per la prima volta,  ha preferito un profilo basso alle solite estati fatte di frasi ad effetto. Applausi.

giovedì 28 agosto 2014

La bella coppia....

Uno esperto, l’altro alla sua prima volta. Uno che conosce come le proprie tasche il “terribile” e al tempo stesso affascinante mondo del mercato, l’altro che sta imparando sul campo seguendo una serie infinita di gare: in tv, in Italia, all’estero. Stefano Capozucca e Omar Milanetto sono le figure volute dal presidente Preziosi per supportarlo nella costruzione della squadra. La scelta non è stata fatta sicuramente a caso perché il massimo dirigente rossoblù ama lavorare con persone serie, preparate, competenti e di cui si fida.
Capozucca e Milanetto hanno proprio queste caratteristiche e così ha voluto metterli insieme per vedere l’effetto che fa.
Sarà il campo a valutare il loro operato ma per il momento le indicazioni sono buone perché la rosa è stata rafforzata pur con un budget a dir poco limitato. Tanti prestiti, qualche scommessa, alcuni giovani di prospettiva (Izzo) e poi l’acquisizione a titolo definitivo di certezze come Pinilla, Greco e Rincon.
A differenza degli anni passati questo appare come un mercato più ponderato e meno frenetico perché sono state riempite le caselle mancanti con un certo raziocinio. L’altra novità riguarda l’arrivo di molti giocatori, ai più sconosciuti, dall’estero. Rincon, Falque e Mussis sono state delle autentiche sorprese che potrebbero trasformarsi in belle realtà.
La società ha in giro per il mondo molti osservatori guidati proprio da Omar Milanetto. E’ lui che raccoglie tutte le relazioni, che guarda i filmati e quando è il caso prende l’aereo e vola verso qualche città dove si gioca una gara “interessante”. Proprio la settimana scorsa l’ex centrocampista rossoblù è stato in Germania e in Belgio per assistere a due sfide di Champions: nel mirino alcuni giocatori per il futuro a dimostrazione che si guarda già avanti.
Per quanto riguarda Stefano Capozucca il discorso è leggermente diverso considerato che il direttore sportivo è stato in rossoblù per una vita. A fine giugno ha terminato il suo rapporto con il Livorno e subito ha iniziato a collaborare con il presidente Preziosi nonostante l’improvvisa rottura di due anni fa. I due hanno fatto passare un po’ di acqua sotto i ponti, si sono beccati in qualche occasione ma rimanendo sempre legati da un filo tanto sottile quanto resistente.
L’idea del presidente era quella, romantica, di ricreare la "triade" che per tanti anni ha fatto la fortuna del Genoa. Gasperini in panchina con il ruolo di "piccolo manager", Capozucca appunto a suggerire idee e a curare le trattative. Ed è così che sta succedendo da qualche mese perché Capozucca di fatto è al lavoro anche se con un ruolo "part time". Non è questo quello che vorrebbe lui considerata l’esperienza che ha accumulato negli anni e le capacità che gli vengono riconosciute dal mondo del calcio. E’ normale che il suo obiettivo sia quello di diventare il nuovo ds magari con poteri decisionali, anche se con un presidente come Preziosi non sarà cosa tanto semplice.
Capozucca è l’uomo che in questi anni ha garantito a Preziosi la quotidianità, il lavoro sul campo e dietro alla scrivania, soprattutto sul calciomercato.
Un uomo legato al presidente da un rapporto mai banale, assai raramente tranquillo, ma contraddistinto da una fiducia reciproca che ha scavalcato anche ostacoli apparentemente insormontabili.
Non si contano le volte che il direttore sportivo era parso sul piede di partenza, puntualmente tutte le volte che Preziosi decideva di introdurre in società un’altra figura: Gaucci junior, Pastorello, Foschi, Lo Monaco. Non dura, non può durare dicevano puntualmente i bene informati: invece erano gli altri a fare le valigie, spesso anche in tempi rapidi. Ora eccolo di nuovo in azione, con qualche responsabilità di meno ma con la solita energia.

martedì 26 agosto 2014

Troppi 25 euro per Genoa - Napoli


Crisi del calcio, movimento in difficoltà, fuga degli spettatori. In Italia le società si leccano le ferite ma per il momento non riescono ad arginare il fenomeno. Tutti ormai concordano che così non si può andare avanti, che non abbiamo più appeal, che nessuno vuole più venire a giocare da noi: ma per ora nulla si muove.
Il dato che più risalta agli occhi è quello del debito della serie A che continua a crescere, nonostante molte società abbiano attuato una più o meno consistente spending review. La somma complessiva dei debiti dei club di A, infatti, si assesta attorno ai 3 miliardi di euro, 2.947 milioni di euro per la precisione, con un +1,9% rispetto ai dati della stagione precedente.
Più debiti, ma soprattutto meno spettatori, visto che nell’ultimo anno negli stadi sono entrati circa 900.000 spettatori in meno rispetto all’anno precedente: 13,2 milioni nella stagione 2011-2012, 12,3 milioni nella stagione 2012-2013, con una riduzione del 6,4%. Una situazione ancora più deprimente nel momento in cui questi dati vengono confrontati con quelli dei campionati stranieri: con 22.591 spettatori di media l’Italia si piazza davanti al solo calcio francese (ne fa circa 19.211), dietro a Spagna (28.327), Inghilterra (35.921) e Germania, prima con una media di 42.624 spettatori a partita. La conseguenza è chiara, con un pesante calo dei ricavi da stadio e commerciali, che scendono rispettivamente del 4,1% e del 3,9%, conseguenza tra le tante cose della situazione degli impianti in Italia, che hanno un’età media di 64 anni e restano scomodi da raggiungere e poco accoglienti. Non voglio fare il polemico a tutti i costi ma 25 euro per vedere Genoa - Napoli in gradinata mi sembrano davvero eccessivi. Ma perché non riportare la gente allo stadio con prezzi bassissimi? Perché non fare abbonamenti a prezzi stracciati per trasformare il Ferraris ancor di più in una bolgia? Basta spremere i tifosi, troppi sono già scesi dal carozzone. Facciamoli risalire.

sabato 23 agosto 2014

La Nargi in corso Italia


P
Prime uscite genovesi per la coppia  Matri - Nargi che, dopo essere stata a cena la settimana scorsa in un ristorante del centro, l’altra sera ha invece deciso di mangiare una pizza ai Bagni Italia sul lungomare cittadino. Insieme a loro il capitano del Genoa Luca Antonelli e la fidanzata Marta Comparoni. Il quartetto ha ovviamente attirato l’attenzione dei presenti soprattutto quella dei tifosi genoani. Molti di loro hanno preso “d’assalto” i quattro con il rito degli autografi e delle fotografie con i telefonini. Clima molto tranquillo, grandi risate e tanta voglia di iniziare la stagione nel migliore dei modi da parte dei due calciatori. Matri, da qualche tempo alle prese con un fastidio muscolare, non sembra però vedere la luce in fondo al tunnel: il rientro è ancora un’incognita.
Anche Matri come moltissimi suoi compagni di squadra ha deciso di vivere nel levante genovese. Tanti rossoblù sono infatti sparsi tra Albaro, Quarto, Quinto e Nervi.

venerdì 22 agosto 2014

Siti da fermare

Va bene il diritto di cronaca ma negli ultimi tempi si sta davvero esagerando. Chiunque oggi si può aprire un sito, ritenersi per questo un giornalista e iniziare a dare persino notizie o presunte tali. Ogni giorno nasce un portale nuovo fatto da ragazzini, semplici tifosi che si divertono persino a darsi le cariche: direttore, capo redattore, inviato. Incredibile.
Nei giorni scorsi mi hanno segnalato "Samp Generation". Ecco cosa ho trovato, ovviamente senza alcuna firma. Auguro a chi lo ha scritto e pubblicato che il presidente Preziosi non lo legga...Non ne faccio una questione di colori ma qui davvero si sta esagerando.




<Quel porco di Preziosi si lancia in un insegnamento morale a Ferrero. Da che pulpito arriva la lezioncina.
Si parla di politica federale: Ferrero si è tirato indietro per il sostegno a Tavecchio, dopo l’ondata che si è scatenata contro il candidato numero uno alla Figc.
Il banana party citato da Tavecchio non è stato gradito da molti, tra i quali Ferrero.
Il presidente blucerchiato ha quindi proposto di rinviare l’assemblea Figc di lunedì. La sua idea, inoltre, è di far ritirare la candidatura a Tavecchio e Albertini:
La soluzione più logica è andare avanti con un comitato di saggi, condiviso con il Coni, che sappia in tempi brevi elaborare un pacchetto di interventi urgenti, immediatamente realizzabili- ha detto il presidente. “Poi andremo a votare, compatti, il nostro presidente. E se no almeno che lunedì il voto non sia segreto“.
Preziosi, o’ mariuolo, non l’ha presa bene. Frigna dall’alto del suo pulpito truffaldino:
Che bisogno c’è di cambiare oggi le carte in tavola quando apertamente è stato siglato e sottoscritto da 18 firme un documento che impegnava le squadre a sostenere Tavecchio? – dice jocker.
Ma le famose 9 firme si sono tirate indietro: Sampdoria, Cagliari, Cesena, Empoli, Fiorentina, Juventus, Roma, Sassuolo e Torino comunicano la loro posizione di non votare né Carlo Tavecchio, né Demetrio Albertini.
Preziosi parla apertamente di voltafaccia, non tenendo conto che se emergono nuovi elementi un soggetto può cambiare drasticamente idea.
Alla resa dei conti, a difesa di Tavecchio restano certi soggetti scandalosi: Preziosi, Lotito, Galliani, Zamparini: le bestie del calcio italiano, lo sterco del mondo pallonaro.
Consiglio a Ferrero di mettere da parte un moralismo fuori luogo che non giova nemmeno alla sua immagine e magari di pensarci un attimino in più prima di sottoscrivere accordi poi rimangiati“.- dice Preziosi, con la sua faccia da porcello ridens.
Dopo tutte le sue malefatte, le fughe con la valigetta su cui vogliamo sorvolare per pietà, il jocker si permette di fare la lezione agli altri.
Ma che si metta una patata in bocca e taccia. Taccia per sempre>.

lunedì 14 luglio 2014

Squadra modesta

Quattordicimila abbonamenti già staccati. Un numero incredibile, straordinario e per certi versi unico che dimostra ancora una volta il grande amore dei tifosi genoani verso la loro squadra. Domani si parte per Neustift per quella che ormai è diventata la seconda casa per il mondo rossoblù. La comparsata fatta dal presidente Preziosi e dal tecnico Gasperini in tv ha reso tutti i genoani contenti: rosa omogenea, acquisti mirati, parte sinistra della classifica, cessioni giuste e pochi problemi. Nessuna domanda scomoda, nessuna problematica sollevata e così ecco che la "patata bollente" passa nelle mani del tecnico che ora deve fare i conti con una situazione che personalmente non trovo così allettante.
Anche questa volta Preziosi si è venduto l'invendibile, andando a cercare giocatori in prestito (Matri), a zero (Rosi e Greco) e a poco (Perotti). Vorrei capire poi, anche se c'è qualcuno che non perde l'occasione per tesserne le lodi, quali sono i frutti del lavoro di scouting che i vari osservatori stanno facendo da mesi e mesi. Lo zero più assoluto.
Domani si parte per Neustift con tante incognite nonostante i soliti "cantori", a cui piace avere consensi su qualche blog, ripetano che il paradiso terrestre è qui.
Perin, di fatto è sul mercato esattamente come Vrsaljko, la difesa è ancora da rafforzare (ottimo l'acquisto del giovane Izzo), manca un regista, Greco non so cosa possa fare in un centrocampo a quattro considerato che è una mezz'ala pura, manca un vice Matri e qualche esterno. Difficile dire se ad oggi il Genoa è più forte oppure no di quello dell'ultima stagione, di sicuro a me sembra ancora incompleto e piuttosto modesto.
Preziosi aveva promesso: questa volta non faremo rivoluzioni. In questi giorni stavo vedendo delle foto  di Neustift dello scorso anno, sembrano passati dieci anni. Ma è possibile che un giocatore al genoa non possa rimanere più di due stagioni? Così eccola l'ennesima rivoluzione con tanti soldi incassati e zero spesi. Ma i conti sono in ordine...
Ps: i convocati per Neustift stagione 2013-2014
Portieri: Albertoni, Donnarumma, Perin;
Difensori: Antonelli, De Maio, Di Marco, Granqvist, Manfredini, Marchese, Polenta, Portanova, Sampirisi, Simic, Soprano, Vrsaljko;
Centrocampisti: Bertolacci, Biondini, Cofie, Kucka, Matuzalem, Rafati, Rossi;
Attaccanti: Floro Flores, Gilardino, Konatè, Jara Martinez, Velocci, Ventre.

lunedì 30 giugno 2014

Un bilancio che fa riflettere

Leggo e sento entusiasmo da parte di molti tifosi del Genoa dopo la presentazione di ieri dell'ultimo bilancio. Obiettivamente un entusiasmo che fatico a condividere considerato che senza il conferimento del marchio alla Genoa Image saremmo qui a commentare più di 25 milioni di euro di passivo. 
È stata fatta un'operazione assolutamente lecita e prevista dalla Legge che ha permesso di togliere i debiti del club e "regalarli" ad un'altra società che fa comunque sempre capo al Genoa CFC. 
La situazione economica del Grifone resta pesante e sarà interessante capire se basterà l'opera di tagli che in qualche modo e' iniziata da qualche tempo. Il Genoa non troppi mesi fa aveva un costo del lavoro di 50 milioni di euro, qualcosina in più dell'Atletico Madrid finalista di Champions....l'obiettivo è' quello di arrivare a 30 entro un anno.
Sarebbe poi importante che Preziosi facesse chiarezza sulla, a questo punto presunta, trattativa con i cinesi. E' stato lui a tirarla fuori, a dare dei dettagli, a parlare di quote, ad ammettere di volersi fare da parte e poi l'altro giorno a fare retromarcia. Aspettiamo. Intanto i migliori vanno via come e' nella tradizione di questo presidente...

venerdì 27 giugno 2014

Il gesto di Filippo


La storia è di quelle che fanno sorridere ma soprattutto di quelle che, per fortuna ci ricordano il lato bello del calcio.
Filippo Casaccia ha dieci anni e una grande passione per lo sport, per il Genoa e per Alberto Gilardino. I genitori per fargli passare qualche giorno insieme ad altri bambini dietro ad un pallone, decidono di iscriverlo ad un camp estivo. Quello organizzato dal Grifone era già esaurito e così la mamma, tifosa blucerchiata, decide di portarlo a Bogliasco per fargli frequentare il camp della Sampdoria. Filippo non dice nulla, capisce la situazione e poi in fondo si diverte perchè gioca a pallone tutto il giorno seguito con attenzione da bravi istruttori.
Tutto bene anche se indossare quelle maglie per il bambino a volte risultava un po’ “faticoso”. Ma l’altro giorno il colpo di scena. Filippo una volta tornato a casa racconta alla mamma cosa è accaduto al pomeriggio. «Io e un mio amico, anche lui genoano, abbiamo fatto finta di litigare per finire in castigo. Un modo per evitare la parte finale della giornata, quella dedicata al canto dell’inno della Sampdoria. Scusa mamma, non ti arrabbiare, è stato solo uno scherzetto».
«Non potevo arrabbiarmi - spiega la signora - me l’ha detto con un’innocenza incredibile e così mi sono messa a ridere come una matta. Mi è piaciuta l’inventiva che hanno avuto e soprattutto il fatto che sono stati sempre educati e rispettosi di tutti come è giusto che sia. Io da sampdoriana lo avrei voluto “sgridare”, ma non l’ho fatto. Davvero questo è il bello del calcio».


lunedì 16 giugno 2014

Una cosa non mi convince

Qualche giorno fa su questo blog ho fatto pubblicamente i complimenti alla società per la nuova campagna abbonamenti. Mi ha fatto molto piacere vedere prezzi bassi per i ragazzi e le donne, buona anche l'idea delle sottoscrizioni pluriennali. Ma analizzando con un po' di calma le pagine del sito ufficiale riferite proprio alla campagna abbonamenti ho notato qualcosa che non mi torna. Per evitare di subire un rincaro del 20% i tifosi sono obbligati a recarsi in un club e prenotare lì la loro tessera.  L’aspetto quantomeno curioso, tuttavia, è che per avere diritto a questa promozione i tifosi siano di fatto costretti a passare attraverso un club affiliato all’Ac per ottenere una ricevuta timbrata che garantirà il blocco del prezzo, da presentare poi all’atto dell’acquisto dell’abbonamento vero e proprio. Una “trafila” chiesta proprio dall’Associazione Club Genoani e che la società ha accolto favorevolmente, ma che di fatto non può non suscitare perlomeno qualche dubbio: perché il tifoso che non intende avere a che fare con un club (scelta magari criticabile da parte della tifoseria organizzata, ma comunque legittima) non può avere diritto ad un abbonamento alle stesse condizioni, se sottoscritto entro i termini? E poi una considerazione. Le società non avrebbero l’obbligo di non tenere rapporti di alcun tipo con le tifoserie? Mah, l'Italia che strano Paese...

venerdì 13 giugno 2014

Ancora un plauso alla società

E' già la seconda volta in pochi giorni che mi capita di fare i complimenti alla società e la cosa mi preoccupa un po'. Scherzi a parte, sono contento per come la dirigenza ha proposto la nuova campagna abbonamenti. Prezzi invariati, almeno fino al 25 giugno, sottoscrizioni pluriennali e soprattutto la possibilità per i ragazzi fino a 18 anni di pagare solo 100 euro. Da anni mi "battevo", si fa dire, proprio per allungare fino a 18 la fascia "under" che era fissata invece a 16. I giovani vanno aiutati, vanno incentivati e far si che tornino a frequentare il Ferraris e godere dello sport che, mi auguro torni, ad essere il più bello del mondo. Poi toccherà alla società fare la squadra giusta, ma per ora sembra ancora prematuro.

venerdì 6 giugno 2014

Cresce l'attesa


Ormai da tempo i tifosi del Genoa si sono divisi in due “fazioni”. C’è chi è soddisfatto dell’operato del presidente Preziosi e chi invece lo critica ferocemente. A prescindere dalla diverse vedute è normale che oggi come oggi tutti stiano con il fiato sospeso in attesa di conoscere il futuro della società. Entro una decina di giorni si dovrebbe infatti conoscere l’esito della trattativa iniziata qualche tempo fa tra il massimo dirigente rossoblù e un gruppo industriale cinese. E’ stato lo stesso Preziosi a rendere nota l’operazione ed è lo stesso Preziosi a ribadire che «il gruppo è serio e ha grandi possibilità economiche».
Nel corso del suo ultimo intervento il presidente ha fatto capire che i cinesi potrebbero addirittura chiedergli l’intero pacchetto azionario del club e non solo il 30% come si era detto in un primo momento. Insomma se davvero le cose andassero così per il Genoa si potrebbero aprire scenari nuovi e molto interessanti.
Ma l’arrivo di un nuovo socio o di un nuovo azionista di maggioranza non sarebbe ultile solo per provare ad ottenere successi sportivi. In questo momento la situazione della società dal punto di vista economico è molto delicata ovvio che l’iniezione di denaro fresco farebbe tirare un bel sospiro di sollievo a tutti. Lo sa perfettamente lo stesso Joker che infatti prima ha trattato con il gruppo di genovesi operanti in Svizzera e quindi con i cinesi.
Se invece non dovesse accadere nulla gli scenari all’orizzonte non sarebbero dei più rosei. Ma per ora è giusto sperare e perché no, anche sognare.

martedì 3 giugno 2014

Le solite smentite


Il Genoa gioca d’anticipo e blocca un giocatore di grande talento, reduce da qualche problema, con l’obiettivo di lanciarlo sul palcoscenico italiano. No, non state rileggendo la storia di Diego Milito (la prima volta), né quella di Luciano Figueroa (sfortunata), e neppure quelle di Thiago Motta, di Palacio. La notizia è fresca, ed è l’accelerazione della trattativa per Diego Perotti: il Corriere Mercantile l’ha anticipata ieri annunciando passaggi ormai avanzatissimi.
Nel frattempo, in Spagna “Marca”, il più autorevole quotidiano sportivo iberico, fornisce altri particolari. Lavorando in maniera parallela e su piste diverse, senza sentirci, arriviamo alle stesse conclusioni: Perotti è vicinissimo a vestire la maglia rossoblù il prossimo anno, per provare a riconquistare sotto la guida di Gasperini (che Marca dipinge come entusiasta della possibilità) il terreno perduto.
Il risultato? Puntuale come una cambiale, arriva il comunicato stampa del Genoa che smentisce l’esistenza di una trattativa per Perotti, il viaggio a Genova che qualcuno nel suo entourage continua a confermare, tentando non solo di screditare, ma di additare al pubblico ludibrio chi come noi e un altro quotidiano cittadino ha dato la notizia in anteprima. Sulle anticipazioni di Marca, tanto per dire, nemmeno un fiato.
Ormai da troppo tempo quando la notizia compare sul nostro giornale - e succede spesso - da Villa Rostan si cerca di cambiare... la storia pur di non darci ragione, con il corredo di altri piccoli aspetti poco piacevoli tipo lo stop alle interviste e amenità varie, magicamente dimenticate quando si tratta di chiedere il favore di dare voce a questa o quella istanza.
Se pensano di smontarci si sbagliano.

giovedì 29 maggio 2014

Il libro su Gasperini

Un successo inaspettato e per questo ancora più bello. Mi sono arrivati ora gli ultimi dati sulle vendite di "Semplicemente Gasperson" il libro che ho scritto insieme all'allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini e devo dire che sono rimasto a bocca aperta. Sapevo che erano andate via molte copie ma non immaginavo così tante. Da qualche giorno è possibile acquistarlo anche in versione e book tramite tutte le librerie virtuali come Mondadori, Feltrinelli, Amazon, Ibs, Libreria Universitaria, Libreria dello Sport, Unilibro e Deastor solo per citarne qualcuna. Grazie a tutti quelli che lo hanno acquistato o magari lo fanno in futuro.

giovedì 22 maggio 2014

Contrario al ritiro della 7

Nei giorni scorsi la società ha accettato la richiesta della Tifoseria Organizzata che chiedeva il ritiro della maglia numero 7 appartenuta per tanti anni a Marco Rossi. Ero e resto fermamente contrario. Non ho mai apprezzato questa usanza tipicamente italiana invece più frequente in quegli sport, come il basket, il volley o l'hockey caratterizzati da numeri personalizzati per ogni singolo giocatore. Sui parquet americani non si vedranno più la maglia n. 23 di Michael Jordan(ritirata dai Chicago Bulls), la n. 32 di Magic Johnson (Los Angeles Lakers), la n. 33 di Larry Bird (Boston Celtics), mentre sul ghiaccio della NHL non si vedra' piu' la mitica maglia n. 99 dell'immenso Wayne Gretzky e la n. 66 di Mario Lemieux (Pittsburgh Penguins).
Sono contrario anche a togliere la 12, quella dedicata all'uomo in più : il pubblico. Ormai lo hanno fatto tanti club, anche il Parma...
Ma sono soprattutto contro a levare i numeri dei grandi giocatori. Anche il 10 di Platinì nel 87-88 venne dato a Magrin: ma non credo che Platinì si sia mai offeso... I tifosi juventini hanno dovuto attendere Baggio per vedere un nuovo grande 10, ma pazienza.. Una curiosità: il club piemontese non ha mai sposato questa moda eppure qualche motivo lo avrebbe avuto a partire proprio dalla 10 che difficilmente potra' essere indossata da giocatori sui livelli di Sivori o Platini, per tacer di Roberto Baggio e Del Piero.
Veniamo al nostro caso. Quanti bambini, guardandolo saltare un avversario via l’altro, o esaltandosi per un suo recupero difensivo, non hanno sognato (o stanno sognando) di diventare un giorno come Marco Rossi o magari un mito come Gigi Meroni con tanto di 7 sulle spalle? 
La risposta a questa domanda sta 1200 km a nord di Genova, e precisamente a Manchester. Dove negli ultimi 40 anni lo United ha costruito un bel pezzo della sua leggenda proprio grazie a un numero di maglia: quel 7 passato da George Best a Eric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo. Quattro calciatori la cui storia avrebbe potuto tranquillamente, ogni volta, legittimare il ritiro della maglia. Così non è stato. Perché, prima o poi, spunterà un altro 7 a perpetuare la leggenda. Sarebbe un peccato se ad accoglierlo non ci fosse la maglia col numero giusto.

mercoledì 14 maggio 2014

Un applauso alla società

Un applauso alla società. Che lo merita. Sono il primo ad essere critico quando sbaglia,ma questa volta ha fatto davvero qualcosa di grande. Portare quasi mille bambini delle scuole di Genova e Provincia al Signorini in mezzo ai giocatori è a mio avviso qualcosa di fantastico. Complimenti all'Acg quindi che ha portato avanti l'iniziativa per tanti mesi e quindi alla dirigenza che ha permesso la grande festa di oggi. Continuo a ripetere che sia il caso di continuare a puntare sui giovani con forza e determinazione con iniziative come queste e con abbonamenti a cinquanta euro per gli Under 18. Sarebbe bello anche che la squadra durante la stagione andasse in giro per le due Riviere anche per rinfocolare l'entusiasmo di chi tifa lontano da Genova.

martedì 6 maggio 2014

Scusate, ma io sto con Genny

Premessa: sono assolutamente contrario ad ogni tipo di violenza e quindi ovviamente anche quella nel calcio. Sono contrario agli ultra' che vogliono gestire le società, comandarle e influenzarle come succede in molti club italiani ormai sotto ricatto. Non sopporto neppure quei tifosi che minacciano i giocatori, che li umiliano, che li costringono a fare delle cose per interessi perdonali. Mi piace da impazzire invece il movimento ultra in generale, le sue logiche, i suoi rituali, e quel senso di appartenza che a volte porta quei ragazzi a fare anche gesti straordinari. Assisto incredulo al teatrino di questi giorni. I fatti accaduti sabato a Roma mi hanno provocato e mi provocano ancora oggi un grande senso di disgusto. Ma le polemiche, i finti moralisti, i soliti politici e tutti quelli che di calcio proprio non ne sanno nulla ma che pontificano mi danno un fastidio incredibile.
Tanti sono i luoghi comuni che non sopporto. Il primo è legato alla frase che tutti ripetono come un mantra: "lo Stato non deve trattare con i delinquenti" dimenticando che proprio dentro lo Stato ci sono persone che applaudono per cinque minuti gli assassini di un ragazzo di 18 anni.. Sono fermamente convinto, magari mi sbaglierò, che non ci sia stata alcuna trattativa ma che Genny in quel momento fosse l'unica persona in grado di garantire l'ordine pubblico nello stadio. E' stato lui in qualche modo a fare sì che dentro l'Olimpico non accadesse nulla, fermare la rabbia di 30mila persone non è cosa facile, forse qualcuno lo dimentica o lo vuole dimenticare. E' sempre successo così e non solo in Italia, non c'è nulla per cui scandalizzarsi. 
Oggi Genny (sarà anche figlio di un camorrista ma se era dentro lo stadio significa che poteva starci) è stato colpito dal Daspo, tradotto: per cinque anni non potrà andare allo stadio. Ovviamente una decisione "politica", per lo spettacolo diciamo. La sua colpa? Aver scavalcato le recinzioni e aver indossato una maglietta con la scritta "Speziale libero". Subito dopo la morte dell'ispettore di Polizia Raciti a Catania, si è sparsa una verità alternativa: il poliziotto sarebbe stato ferito mortalmente da fuoco amico e l'ultrà sarebbe quindi stato incastrato per evitare a qualche agente di finire nei guai. Sicuramente solo una follia, ma di sicuro pensare che un condannato possa essere innocente non può essere ritenuto un reato.
Non voglio difendere i violenti, non voglio che passi questo messaggio, ma obiettivamente quello che sto sentendo davvero non mi va giù. Non mi piace sentire frasi fatte dette da chi neppure ha la minima idea del mondo calcio e soprattutto del mondo ultrà. Conosco una persona che era allo stadio in quel famoso Genoa - Siena e che, non avendo fatto davvero nulla, ogni domenica si ritrova costretta a restare lontana dalla sua squadra del cuore. Beh la storia mi ha colpito molto. Perché ancora una volta in questa Italia ci sono due pesi e due misure. A Roma invece tutto può accadere che il peso rimane lo stesso.

domenica 4 maggio 2014

La retromarcia di Preziosi

Ammette di conoscere Masnata. Ammette che il Genoa è in difficoltà economica. Ammette persino che Rosati un anno fa è stato ad un passo dal rilevare un certo numero di quote del club. Nelle ultime dichiarazioni concesse dal presidente del Genoa Enrico Preziosi c’è la conferma di tutte le notizie che il “Corriere Mercantile” pubblica da mesi e che lo stesso dirigente ha invece sempre smentito con eccessiva e a volte spropositata foga. 
La società più antica d’Italia sta attraversando da tempo un periodo molto difficile con una situazione debitoria a dir poco allarmante anche se questa per molti era solo una fantasia di qualcuno che voleva il male del Genoa. 
«Nonostante il momento difficile - sono parole di Preziosi - sto lavorando, con i miei dirigenti, per mettere in sicurezza la società e raggiungere quell’equilibrio finanziario necessario per affrontare il futuro». Di sicuro non fa pensare a nulla di buono un presidente che ammette: «Avevo una barca, un elicottero e una ereo e non li ho più. Ho messo anche la casa in garanzia».
Per provare a salvare il Genoa il presidente sta provando a seguire alcune strade. La prima è il taglio dei costi e quindi l’abbassamento del monte ingaggi e il risparmio sui cartellini dei giocatori con il conseguente e inevitabile calo del valore della rosa. La seconda è la ricerca di qualche socio in grado di dargli una mano e di garantire la continuità aziendale. Per questo motivo dall’inizio dell’anno è in continuo contatto con Gianluca Masnata, l’imprenditore genovese che opera a Lugano con il quale ha trattato seriamente il suo ingresso in società. Masnata non avrebbe la forza per fare tutto da solo ma si muovererebbe con un alcuni amici sicuramente più potenti e vogliosi di entrare nel mondo del calcio. Un mese e mezzo fa l’affare sembrava davvero ormai concluso, poi c’è stato un rallentamento ma al momento è ancora in piedi. Le ultime indiscrezioni darebbero il gruppo intenzionato a fare un piccolo passo entrando come sponsor principale.
«Masnata è un amico e un tifoso genoano - conferma Preziosi - ci conosciamo bene perché vive a Lugano. Ci vedremo anche la settimana prossima ma non è certo lui la persona che può fare grandi investimento nel Genoa».
L’ultima considerazione è per Antonio Rosati che praticamente un anno fa si apprestava ad entrare nel Genoa come azionista. In quel periodo il nostro giornale riportò la notizia puntualmente smentita da Preziosi: «Non c’e’ niente di serio, non c’e’ nessuno scambio o acquisto di azioni, c’e’ solo un rafforzamento del nostro organico». Di ieri invece la nuova versione: «Quello che avevamo in mente, e cioè che rilevasse delle quote, non si è realizzato. Tra di noi c’è grande rispetto, vedremo cosa fare a fine stagione».

sabato 26 aprile 2014

Antonini e le solite leggende metropolitane


E dire che qualcuno nei giorni scorsi ha pensato bene di sollevare un caso. Luca Antonini non ha perso il posto per scelta tecnica ma soltanto perché alle prese con un ginocchio “ballerino” che, dopo aver retto per diverse gare, ultimamente gli ha creato qualche problema in più.
All’inizio di febbraio durante il riscaldamento prima della gara di Livorno, l’ex difensore del Milan era stato costretto ad alzare bandiera bianca per via di un improvviso rigonfiamento del ginocchio. Deve infatti fare i conti con una ricorrente patologia cartilaginea che ogni tanto si presenta mandandolo al tappeto. E’ la conseguenza di una distorsione patita nel febbraio dello scorso anno durante un allenamento e che da quel momento in poi lo ha sempre tormentato.
Per qualcuno è stato addirittura un “miracolo” se il ragazzo ha potuto giocare, tra l’altro alla grande, tante gare consecutive senza avevrtire alcun fastidio. Fino a febbraio infatti era stato una colonna della squadra riuscendo ad adattarsi molto bene nel nuovo ruolo studiato per lui da Gian Piero Gasperini. Il tecnico, come è noto, per il suo modulo predilige difensori veloci ed esplosivi e per questo pochi giorni dopo il suo arrivo ha deciso di provare Antonini nel ruolo di centro destra. Un’intuizione risultata subito vincente perché Luca, approfittando anche della sua esperienza, ha interpretato il ruolo nella maniera migliore al punto da conquistare allenatore e tifosi che in lui vedevano anche lo spirito di un combattente. Il gol segnato a Firenze e la successiva esultanza ne erano state la conferma più evidente.
Ma con il passare del tempo le condizioni dle ginocchio hanno iniziato a peggiorare al punto da costringerlo a fermarsi durante il riscaldamento a Livorno. Da quel momento in poi Antonini si è sottoposto a cure specifiche e solo da qualche giorno ha potuto ritornare a allenarsi con i compagni. La partitella fatta in settimana contro la Primavera è servita per avere le risposte che tutti si aspettavano e così domani Luca potrebbe ritrovare il suo posto dal primo minuto o comunque avere spazio a gara iniziata.
Il primo ad essere felice di questo ritorno è il suo allenatore nonostante qualcuno si sia letteralmente inventato la storia che il giocatore non sarebbe nelle simpatie del mister...

venerdì 25 aprile 2014

Quale futuro...


Il presidente Preziosi è a Dubai in vacanza, il figlio Fabrizio in Cina con la famiglia per verificare alcune situazioni legate alla possibilità di trasferirsi laggiù tra qualche tempo e così nella sede di Pegli negli ultimi giorni si è accentuata la netta sensazione che nessuno stia progettando il futuro.
La settimana scorsa il massimo dirigente (dopo un lungo periodo di assenza) era sbarcato al Signorini per incontrare Gian Piero Gasperini e la squadra ma il vertice di fatto non ha portato nulla di concreto. Qualche giorno dopo al Ferraris sarebbe poi andato in scena lo spettacolo orrendo offerto dai giocatori per nulla "scossi" dalle parole del loro presidente, mentre per quanto riguarda il domani come detto per il momento non si muove una foglia.
Tutto è fermo insomma e più passa il tempo più cresce la sensazione di una società in forte crisi economica e alle prese con diversi problemi da risolvere. Ecco perché in sede tutti fanno il tifo affinché la trattativa, iniziata due mesi fa da un gruppo di imprenditori genovesi residenti in Svizzera guidati da Gianluca Masnata, decolli in maniera definitiva. I soggetti interessati all’acquisto di un certo numero di quote azionarie non hanno perso la speranza di riuscirci anche se disturbati dalle notizie apparse sui giornali circa un mese fa.
Di sicuro c’è stato un momento in cui l’operazione sembrava conclusa come dimostra il fatto che era stato proprio lo stesso Preziosi a comunicarlo ad alcuni suoi dirigenti poi rimasti a bocca aperta nel sentirlo smentire in maniera tanta vibrante le voci. A questo punto non resta che attendere gli sviluppi che, se positivi, non dovrebbero farsi attendere ancora a lungo anche perché c’è l’interesse da parte di entrambe le parti di portare avanti il discorso.
Se invece la trattativa dovesse saltare definitivamente il futuro della società resterebbe un grosso punto interrogativo anche perché i tanti debiti verso i creditori aumentano di giorno in giorno e in più ci sarà da allestire una squadra in grado di provare a conquistare una salvezza tranquilla. Al momento è tutto fermo: i nomi che circolano in questi giorni di giocatori accostati al Genoa non trovano alcun riscontro.
Gian Piero Gasperini in silenzio assiste a tutto questo con la viva speranza che la società possa tornare quella di qualche tempo fa con dei dirigenti entusiasti e la possibilità di fare mercato.
Il tecnico, come tutti i tifosi, sperava in un finale di stagione migliore ma allo stesso tempo è sempre più orgoglioso di essere riuscito a portare in salvo la squadra già alla fine di febbraio. Una squadra che, è bene ricordarlo, lui non ha pensato ma che si è semplicemente ritrovato tra le mani con tutte le conseguenze del caso

sabato 19 aprile 2014

Inguardabili

La gara di oggi si commenta da sola. Tra qualche giorno qualche pensiero su presente soprattutto sul futuro....Buona Pasqua a tutti!

venerdì 18 aprile 2014

Qualcosa si muove... sempre


Dopo un lungo periodo di assenza si è rivisto ieri a Pegli il presidente Preziosi. Il massimo dirigente rossoblù ha parlottato a lungo con Gian Piero Gasperini soffermandosi soprattutto sul futuro.
Di sicuro alla guida della squadra ci sarà ancora Gasperini e sarà quindi lui a dare le indicazioni di massima. Si cercherà di costruire una rosa omogenea che possa garantire una tranquilla salvezza e che possa magari far fare un piccolo salto di qualità rispetto al campionato in corso.
Ad oggi c’è la forte possibilità che possa essere ceduto un pezzo pregiato ma i giocatori da vendere non sono moltissimi. Di sicuro quello che ha più valore è Mattia Perin ma in Italia nessun club è disposto oggi a parlo cash e dall’estero per ora non è arrivata alcuna offerta.
Ma a questo punto della stagione in casa Genoa è davvero molto presto per parlare di futuro perché molto dipenderà dalle condizioni economiche del club che come è noto non sono sicuramente ottimali. Enrico Preziosi, come ha ribadito più volte, aspetta sempre di avere un partner forte con cui lavorare con maggiore tranquillità e magari di costruire un Genoa più competitivo.
Qualche tempo fa c’era stata la trattativa con un gruppo di genovesi operanti in Svizzera capitanati da Gianluca Masnata, poi l’affare ha subìto un rallentamento ma non uno stop definitivo. In questo mesi sulla questione si sono spenti i riflettori ma qualcosa al buio si muove ancora ed è per questo che non è da escludere che possa esserci un colpo di scena prima dell’estate.
Il presidente Preziosi ha sempre smentito con una certa forza l’esistenza di una trattativa anche quando tutti pensavano che fosse ormai imminente. Ma è stato lui spesso a parlarne con i suoi collaboratori e poi in sede più volte ci sono stati movimenti “strani” che hanno fatto capire che qualcosa bolliva in pentola.
Insomma se sono rose fioriranno. Di sicuro il club avrebbe bisogno di un’iniezione di capitale per sopperire alle tante problematiche che giorno dopo giorno escono fuori.
Quello apparso ieri al Signorini era comunque un presidente piuttosto tranquillo e non troppo preoccupato dal domani.