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mercoledì 18 dicembre 2013

E il libro va...

Dopo i primi giorni di vendita la telefonata dell'editore: tutto alla grande, ristampiamo. Non ci sono ancora i i primi numeri ufficiali ma di sicuro "Semplicemente Gasperson" sta andando molto bene al punto che oggi è stato tra i libri più venduti nella nostra città. Devo ammettere che immaginavo potesse andare bene, ma non così bene. 

lunedì 9 dicembre 2013

Gasperini, il libro

La richiesta e' arrivata  all'improvviso: perché non facciamo un libro su Gasperini? Davvero non me l'aspettavo così ci ho riflettuto un po' e poi ho chiamato il mister. Non ci eravamo lasciati bene , nei suoi ultimi mesi a Genova non avevo fatto nulla per difenderlo, anzi  a volte l'ho attaccato molto, forse anche eccessivamente. Avevamo anche litigato furiosamente, al punto da non parlarci per tanto tempo poi però ci siamo chiariti e abbiamo capito che alla base del nostro rapporto c'è il rispetto. Così Gian Piero mi ha detto si è siamo partiti. Mi ha raccontato la sua vita da quando era bambino a quando ha accettato di tornare al Genoa, la sua casa. Il libro lo abbiamo chiuso in poco tempo, ma era giusto farlo. Se lo merita eccome. Venerdì 13 alle 18 al Museo del Genoa la presentazione. Vi aspetto !!!Matteo

venerdì 6 dicembre 2013

La politica con gli ultrà, ma solo quelli di Roma


Ci sono tifosi di serie A e di serie B. Non ci voleva la vicenda degli ultrà della Lazio arrestati in Polonia per averne la conferma. Di sicuro se abiti a Roma ti è concesso tutto, puoi sospendere un derby senza che accada niente, puoi accoltellare qualcuno ogni domenica
senza che nessuno dica nulla. Così può capitare di vedere addirittura la Domenica Sportiva schierarsi apertamente con la conduttrice addirittura scandalizzata e preoccupata per la sorte di quei ragazzi.
L'altro giorno alla vigilia di un vertice europeo delicato in cui avrà un gran bisogno di alleati, il presidente del Consiglio Enrico Letta si è ritrovato a dover gestire l'affaire dei tifosi italiani arrestati nel pre-partita fra Legia Varsavia e Lazio. Argomento che irrompe nella bilaterale fra Italia e Polonia, al termine della quale il presidente del Consiglio sollecita Varsavia affinché vigili sul corretto iter giudiziario della vicenda, ottenendo immediate rassicurazioni dal collega Donald Tusk. Ma a stretto giro di posta, commentando in tv la presenza in Polonia dei familiari dei 22 supporter biancocelesti, il ministro dell'interno Barlomiej Sinkiewicz torna a spargere benzina sul fuoco: dopo aver ricordato che "la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri", il ministro bolla come "banditi" gli italiani arrestati.
 "Ho detto al primo ministro della grande preoccupazione che c'è in Italia", ha detto con linguaggio diplomatico Letta che,"nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri", chiedendo a Tusk di fare "il possibile" affinché vi sia una "massima accelerazione nell'applicazione delle regole".
Immediata la replica del primo ministro: "Farò di tutto" per accelerare le procedure nel rispetto delle regole, assicura Tusk che annuncia di voler fare un "appello" al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinché "seguano personalmente la vicenda" al fine di evitare lungaggini. Rassicurazioni che Letta, al termine del vertice, porta personalmente ai familiari dei tifosi, incontrandoli all'ambasciata italiana.
Ma sono anche i politici italiani a muoversi con una certa determinazione. <Non possiamo fare a meno, anche nella nostra qualità di Presidente della Commissione Esteri della Camera, di rivolgerci ad un paese amico, al quale siamo legati per molteplici ragioni culturali e politiche, confermata ieri dal vertice bilaterale e integrativo, affinché questa vicenda si concluda nell'ambito di rapporti che devono essere improntati alla massima solidarietà". La dice in una nota Fabrizio Cicchitto.
 Su questa vicenda, del resto, "la Camera ha già avuto modo di esprimere delle valutazioni che hanno unito tutte le forze politiche insieme al Ministro degli Esteri Bonino. In questo quadro del tutto fuori luogo ci sono apparse le espressioni usate dal ministro degli Interni polacco Sinkiewicz  che ha parlato di 'banditì, quando invece caso.
"È una vergogna che il ministro dell'Interno parli di banditi a proposito dei tifosi laziali fermati, la maggior parte di loro accusati solo di schiamazzi. Noi non ci permettiamo di dire lo stesso con molti polacchi che in Italia hanno conti seri con la giustizia italiana. Se dovessimo fare una percentuale dei banditi italiani in Polonia e dei banditi polacchi in Italia saremmo noi a rimetterci con i "banditi" polacchi". Così Ignazio La Russa, presidente di Fratelli d'Italia.
Potrei andare avanti a lungo con le frasi di tutti coloro che sono scesi in campo a difesa degli ultrà romani. Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma sono sicuro che se fossero stati genovesi, bergamaschi o dell'Udinese a nessuno sarebbe importato nulla. Per poi magari fare i soloni e gli indignati per quanto avvenuto in Genoa - Siena.

mercoledì 27 novembre 2013

Sorpresa: magari si può ristrutturare il Ferraris


Dietrofront del governo sulla legge sugli stadi, che a questo punto si risolve in una corsia preferenziale per le ristrutturazioni, con una colossale frenata sul tema degli incentivi alla costruzione ex novo di impianti ulteriori a quelli esistenti. Tradotta potrebbe essere vista come una frenata sul progetto della Sampdoria alla Foce
e, chissà, magari una possibile ritrutturazione del Ferraris.
Nuove risorse al Fondo di garanzia per gli impianti sportivi per interventi a favore di sicurezza, sviluppo e ammodernamento di impianti già esistenti, senza nessun riferimento a nuovi stadi o all’edificazione di complessi commerciali o residenziali ad essi collegati: questa infatti la versione del discusso emendamento entrata nel maxiemendamento alla legge di stabilità.
Insomma prende corpo l'idea di poter ristrutturare il caro vecchio Ferraris e chissà che magari non si possa poi prendere spunto da quel progetto presentato qualche tempo fa dall'architetto Burlando.

Un impianto che passerebbe dagli attuali 36 mila  posti a sedere a 32 mila, che prevederebbe un unico ingresso dal lato Bisagno per i distinti e la tribuna, il rifacimento completo delle due gradinate
e una grande vetrata (con due torri annesse) sul lato ovest dove realizzare attività commerciali e di servizio all'impianto, con due corridoi esterni per condurre gli spettatori ai vari settori. Il piano prevede la realizzazione di un parco urbano di 18 mila metri quadrati sulla copertura del Bisagno - che almeno in quel tratto subirebbe un aumento di sicurezza idraulica - 28 sky box, una migliore accessibilità veicolare e dei mezzi pubblici, con la realizzazione di una linea metropolitana leggera in grado di legare
lo stadio alla stazione Brignole e al vicino casello di Genova Est.

<Nessuno aveva verificato realmente la fattibilità di un adeguamento dello stadio di Marassi - ha sempre sottolineato l'architetto Burlando -  Noi lo abbiamo fatto, senza partigianeria. E il risultato è positivo. Senza sconvolgere il quartiere e regalandogli un nuovo, grande spazio verde».
Il progetto, a detta di chi lo ha elaborato, supera anche il nodo più controverso: l'impianto, così com'è stato pensato, rispetta appieno le normative Uefa, presenti e future, il piano di bacino, che tiene
in conto i rischi idrogeologici e ha superato un'analisi (preliminare) da parte della Questura.


Per realizzare il progetto servirebbe poco meno di cinquanta milioni di euro. Chissà che davvero parte delle risorse non possano arrivare davvero dal Governo. Una speranza c'è. E' già qualcosa...


lunedì 25 novembre 2013

E basta...

E basta dire che i giornalisti ce l'hanno con il Genoa. Davvero non ne posso più di sentire questo fastidioso ritornello, odioso esattamente come quello che dice che siamo mossi da qualcuno. Ma che film avete visto? Ma secondo voi io mi alzo la mattina, ricevo la telefonata da parte di qualche ometto nero che mi dice: <Oggi spara qualcosa, fai casino>, vado in redazione, accendo il computer e mi invento qualcosa? Ma davvero pensate questo? A sentire certe telefonate nei programmi televisivi o leggendo alcuni messaggi sui vari siti dedicati ai tifosi pare proprio che in molti siano convinti che le cose stiano davvero così.
Dopo il casino successivo al mio pezzo sul Mercantile dedicato alla vicenda Rosati, ho aspettato un po' a scrivere per evitare di farlo " a caldo". Dopo qualche giorno la rabbia è un po' sbollita anche se non del tutto. Continuo a non capire come molti, non tutti per fortuna, continuino a pensare che quando si scrive un pezzo sul giornale si possa inventare la notizia quasi fosse un giochino.
Non voglio entrare nel merito sarà poi la storia e magari anche i protagonisti a svelare presto qualche mistero di troppo. Ribadisco comunque che quel comunicato della società non ha chiarito per niente la posizione del dirigente come neppure ha fatto il presidente intervenendo in serata ad una trasmissione televisiva a lui cara.
Poi sapete le smentite lasciano il tempo che trovano. Basti pensare a quello che successe il giorno dell’arrivo di Rosati a Genova quando la notizia venne commentata dal Joker in maniera volgare "Non commento tutte le cazzate che scrivono i giornali". Poi però dopo neppure mezz’ora i due erano seduti a tavola in un ristorante di Pegli a trattare l’ingresso nel club.
La cosa che non è chiara al presidente è che il Corriere Mercantile non ha alcuna intenzione di dare fastidio al Genoa, anzi ha tutto il vantaggio che le cose vadano bene e che la squadra vinca il più possibile. Non esiste alcun progetto destabilizzante e neppure alcun disegno strano, ma le notizie vere, dopo essere stato verificate, vanno date. A prescindere dal momento felice che sta vivendo il club. Perché bello a fine giornata potersi guardare allo specchio e non provare vergogna...

martedì 12 novembre 2013

Tutto su Cogoleto e Milanetto

Qualcosa si muove. Sembrava che il centro sportivo che Enrico Preziosi aveva in mente di fare a Cogoleto fosse finito nel dimenticatoio e invece ecco che il direttore generale del Grifone Bignotti in giornata incontrerà in regione il sindaco della cittadina e gli assessori competenti.
Come anticipato questa mattina sul Corriere Mercantile sarà un riunione esplorativa che precede la conferenza dei servizi, passaggio stabilito dalla legge, e che ha lo scopo di mettere sul tavolo le carte in modo da poter limare eventuali divergenze e addivenire ad un sostanziale accordo per evitare poi incomprensioni nei passaggi obbligatori.
Il Genoa infatti aveva acquisito, nello scorso aprile, una vasta area nell’immediato entroterra di Cogoleto, alle spalle della Stoppani e in prossimità della strada che porta alla frazione di Capieso, in un’area denominata Balledoro. Un progetto che prevede di trasferire a Cogoleto il centro di allenamento della prima squadra e delle giovanili (quest’ultime sparpagliate su diversi campi del ponente cittadino e alla Sciorba), con tre campi da calcio a undici, due dei quali in erba naturale e uno dotato di un manto in sintetico di ultima generazione per poter garantire la fruibilità del centro anche in caso di forte pioggia. Nelle intenzioni della dirigenza rossoblù c’è anche la realizzazione di un centro medico, di due palestre, di uno spazio ristorazione e di una foresteria da destinare prevalentemente alle giovanili. Presto se ne saprà qualcosa di più.
Capitolo ds. Con la squadra che vola sempre più in alto, la società ha tutto il tempo per pensare in tranquillità alle prossime mosse. Come è noto in questo momento è libera la casella del direttore sportivo lasciata vuota dopo l’improvviso allontanamento di Daniele Delli Carri.
Il presidente Preziosi, come è noto, ha corteggiato a lungo Stefano Capozucca che per motivi diversi non se l’è sentita di lasciare il Livorno a campionato in corso. A spingere per l’ex ds era soprattutto Gian Piero Gasperini checon  lui si è sempre trovato molto bene durante la sua prima esperienza nel Grifone.
Così una volta tramontata l’ipotesi Capozucca, il presidente ha sondato anche il terreno per Franco Ceravolo, nome di fatto suggerito dal tecnico che con lui aveva lavorato ai tempi della Juventus. Il dirigente, ora in Cina come talent scout della squadra allenata da Marcello Lippi e fresca vincitrice dalla Champions d’Asia, per il momento ha preso tempo ma ha comunque già dato una disponibilità di massima.
Negli ultimi giorni è cresciuta però la soluzione interna legata al nome di Omar Milanetto che da qualche tempo è entrato a far parte dello staff degli osservatori e che ha conseguito da poco il patentito di ds. L’ex entrocampista sarebbe un nome molto gradito al tecnico Gasperini e la cosa ovviamente ha un peso non indifferente.
Ma c’è un problema che non può essere nascosto e ciòè quello legato ai pessimi rapporti tra Milanetto e una parte della tifoseria che non gli ha perdonato quell’insulto rivolto alla Nord dopo la vittoria nell’ormai famoso derby di Boselli.
Intanto è definitivamente tramontata la suggestione Galliani che qualcuno aveva fatto circolare la settimana scorsa. Il dirigente dopo la separazione con il Milan, se avverrà davvero, potrebbe anche decidere di restare fuori dal calcio.

mercoledì 6 novembre 2013

Esclusiva: parla Delli Carri



Un mese in silenzio per evitare polemiche, ma ora che le acque si sono calmate Daniele Delli Carri accetta di dire la sua su quella squadra che di fatto ha costruito e del quale è sempre stato orgoglioso. Dal giorno del suo allontanamento ha pensato e ripensato al perché di quell’improvvisa separazione senza riuscire a darsi una spiegazione anche perché nessuna telefonata gli è mai stata fatta. Ma di tutto questo Delli Carri preferisce non parlare limitandosi solo a fare i complimenti alla squadra e al nuovo allenatore. Ecco l'intervista che mi ha rilasciato per il Corriere Mercantile di oggi.
Direttore, si aspettava questo ottavo posto?
«Chi ha lavorato con me può confermare che ho sempre avuto fiducia in questo gruppo perché ero consapevole della sua forza. Dopo la chiusura del mercato ho detto che sulla carta la rosa era da ottavo - decimo posto».
Neppure la partenza così e così non le aveva fatto cambiare idea?
«Assolutamente no».
Fetfazidis è stata una sua scoperta?
«Sì, l’ho voluto fortemente portare a Genova perché lo conoscevo molto bene e sapevo che avrebbe fatto impazzire la Nord. Quando l’ho proposto al presidente mi ha subito dato il via libera».
Trattativa complicata però...
«Sì molto lunga perché l’Olympiakos non voleva cederlo e l’allenatore lo aveva blindato. E’ stato il ragazzo a volere fortemente il Genoa».
Vrsaljko?
«E’ un grande giocatore con dei margini di miglioramento incredibili. Mi piace anche per come ragiona e per come è già maturo».
Lei ha voluto fortemente anche Centurion...
«E’ forte, ve lo garantisco. Magari non è ancora riuscito a far vedere tutto il suo valore ma non va dimenticato che è molto giovane e che fare bene alla prima in Italia non è mai facile. Ma vedrete come crescerà, così come Konaté».
Cosa succede a Lodi?
«Non lo so, ma già qualche volta anch’io gli avevo chiesto un po’ più di impegno negli allenamenti. Si riprenderà».
Che idea si sta facendo del Genoa di Gasperini?
«Si vede che il mister ha in mano la squadra e oltretutto ha il grande vantaggio di poterla fare giocare in diversi modi».
Dove ha fallito Liverani?
«E’ bravo e farà bene perché ha delle ottime idee, ma probabilmente non aveva ancora quell’appeal che serve per stare a certi livelli».
Delli Carri che futuro avrà?
«Non lo so, mi guardo attorno come è normale. Intanto vado spesso all’estero per restare aggiornato e fare quello che mi piace di più: scoprire giovani di talento».
Un consiglio alla dirigenza del Genoa?
«Più che un consiglio un augurio: che tenga tutti i giovani che ha e mi riferisco anche ai vari Cofie, Perin, Bertolacci. Il prossimo anno avrà una squadra fortissima perché vi immaginate i vari Fetfatzidis, Centurion, Vrasljko e Konaté con un anno di Italia in più?».
Davvero non ha niente da dire sul suo allontanamento?
«Preferisco restare zitto. Dico solo che sono orgoglioso di aver lavorato per il Genoa e soprattutto di aver costruito qualcosa per il futuro. Il calcio poi è questo, regala sorprese ogni giorno».

martedì 5 novembre 2013

Su Perin ammetto che...

Lo ammetto fino a qualche tempo ero tra coloro che pensavano che il giovane portiere non fosse ancora pronto per giocare nel Genoa. Mi sembrava insicuro e a volte persino "fragile" in certe mischie in area e in certe occasioni lo è stato in effetti. Ma nelle ultime settimana sembra aver fatto miglioramenti da gigante al punto da diventare un punto fermo.
Ma non ero l'unico a pensare certe cose fino a qualche tempo se è vero come è vero che tra le prime cose che Gasperini aveva in mente al suo ritorno a Genova c’era quella di verificare in tempi brevi l’affidabilità del ragazzo. Anzi il pensiero del tecnico era proprio quello di farlo rifiatare un po’ per buttare nella mischia un portiere più esperto come Bizzarri.
In effetti nelle prime giornate il numero uno di Latina era andato benino ma in certe situazioni aveva come dato l’impressione di essere ancora acerbo. L’errore sul tiro di Rossi nella gara contro la Fiorentina aveva storcere il naso a molti anche se non è stato l’unio portiere in questo inizio di stagione ad avere problemi con i nuovi palloni sempre più leggere e imprevedibili.
Le prestazioni di Perin avevano fatto venire più di un dubbio anche agli stessi tifosi che in estate avevano sperato fino all’ultimo che la società puntasse sul ragazzo cresciuto nelle giovanili rossoblù e quindi un simbolo per tutti.
Gasperini aveva notato qualcosa che non andava nelle sue prestazioni e per questo appena arrivato a Genova ha subito pensato ad un avvicendamento. Poi però le prestazioni del ragazzo gli hanno fatto cambiare idea al punto che alla vigilia della gara con la Lazio il mister rispondeva così ad una domanda ben precisa. «Perin sta crescendo di gara in gara sarebbe un peccato fermarlo proprio ora. Bizzarri? Prima o poi anche lui avrà la sua opportunità è un grande professionista».
Il giorno dopo le parole del Gaspe, Perin è stato ancora una volta protagonista di una partita come ormai gli succede da qualche settimana. La parata sul pericoloso colpo di testa di Klose nel primo tempo è stato solo uno degli interventi che hanno permesso alla squadra di non andare sotto e quindi poi di vincere nella ripresa.
Ma non sono state solo le prestazioni a far cambiare idea al tecnico. A Gasperini piace anche l’atteggiamento che il ragazzo ha durante gli allenamenti e fuori dal campo. Insomma nonostante la giovane età pare davvero che il guascone di qualche tempo fa sia andato in “pensione” per far posto ad un Perin più maturo e responsabilizzato. Impossibile poi chiedere ad un portiere di non avere nel Dna un po’ di sana pazzia, ma la cosa importante è che Mattia continui il percorso di crescita restando sempre con i piedi per terra.
Personalmente mi sto ricredendo e sono ben felice di farlo.

martedì 22 ottobre 2013

Boninsegna "incorona" Gilardino



Ancora una rete e Alberto Gilardino eguaglierà il numero di quelle segnate da un certo Boninsegna. L’ex bomber di Cagliari, Inter e Juventus si è infatti fermato a quota 163, il nostro è ora a 162. Insomma non dovrebbe impiegare troppo tempo a passargli davanti per poi mettere nel mirino altri grandissimi del nostro calcio: Gabetto è a 167, Savoldi a 168, Amadei a 174.
Boninsegna, sente il fiato sul collo?
«Certo che lo sento ma dormo lo stesso, ci mancherebbe. Anche se...»
Anche se?
«Come premessa a questa chiacchierata due cose ci sono da dire. Intanto che i calciatori di oggi giocano più gare rispetto ai nostri tempi quando il campionato era con solo 16 squadre».
E poi?
«E poi una cosa che non tutti sanno. In carriera per motivi diversi mi sono stati tolti dei gol. Ad esempio avevo fatto una doppietta a Roma ma per colpa di un rigore all’ultimo c’era stata un’invasione di campo e quindi la gara era stata annullata. La stessa cosa era successa proprio a Genova contro la Sampdoria, anche li ci fu una mezza invasione. Poi nel 1974 mi tolsero un gol all’ultima giornata contro il Cesena; dissero che era autorete per una deviazione in barriera. L’ultimo caso non lo ricordo, ma basta andare su un annuario».
Fatte queste doverose premesse, che ne pensa di Gilardino?
«Intanto mi è molto simpatico come persona, mi sembra un ragazzo molto serio e questo per me è già molto. Poi come calciatore non si discute, è un grande e lo ha sempre dimostrato basta vedere la carriera che ha fatto. I numeri parlano da soli».
Ha visto il primo gol segnato al Chievo?
«Di una bellezza straordinaria soprattutto perché è riuscito ad evitare il difensore prendendogli alla perfezione il tempo. Un colpo di testa davvero da applausi».
Un gol alla Boninsegna?
«Beh in effetti reti del genere ne ho fatte anch’io, mi piaceva colpire di testa».
Altre analogie?
«Forse fisicamente. Io non ero una “bestia” e anche lui è uno normale, ma per i difensori era dura lo stesso...».
Lei ha il poco simpatico record di giornate di squalifiche, forse Gilardino è un po’ più tranquillo...
«In Varese-Cagliari un difensore deviò in tuffo di pugno un mio colpo di testa. Per l’arbitro Bernardis di Trieste era calcio d’angolo! Gli dissi di tutto, lo spintonai anche. Obiettivamente successe di tutto al punto che rimediai 11 giornate poi ridotte a 9. Ogni tanto mi scaldavo è vero, ma sempre nei limiti».
In Nazionale mai un’espulsione invece?
«Mai un rosso ma neppure un solo giallo, per me le maglia azzurra era sacra. Non come per qualcuno che invece oggi... lasciamo stare».
Si riferisce a Balotelli?
«Anche».
Poi a chi?
«Be diciamo che non ho mai digerito il gesto di Totti che si è autoescluso dalla Nazionale alla vigilia dei Mondiali in Sudafrica, avevamo bisogno di lui ma ha tradito. Imperdonabile».
Torniamo a Gilardino. Ha un messaggio per lui?
«Gli auguro di segnare ancora tante reti e di essere felice. Per un centravanti fare gol è tutto. Con Gasperini poi potrebbe esaltarsi ulteriormente».
Ha qualche rimpianto?
«No, assolutamente no. Però se giocassi oggi con tutti questi esterni a fare cross, chissà quanti gol segnerei».

lunedì 14 ottobre 2013

Spunta Ceravolo


Il presidente Preziosi, in questi giorni all’estero, ha intenzione al suo rientro di risolvere il nodo del ds. Il massimo dirigente genoano in cuor suo spera sempre che Capozucca accetti l’incarico, ma di fatto è ormai rassegnato ed è per questo che ha già iniziato a guardarsi attorno.
Il nome nuovo è quello di Franco Ceravolo, classe 1959, da anni uno dei dirigenti di calcio più competenti e ora in Cina con il ruolo di responsabile dello scouting di giovani talenti per il Guangzhou Evergrande, la squadra di Marcello Lippi.
Dopo una carriera da calciatore finita prematuramente, passa una vita alla scoperta di giovani promesse in rampa di lancio, prima a Napoli quindi soprattutto a Torino, sponda prima granata e poi bianconera, dove rimarrà per ben 13 anni alla guida del settore giovanile e degli osservatori. Dal 1994 al 2003, proprio nel settore giovanile bianconero, l’esperienza in convitto con Gian Piero Gasperini con il quale è sempre rimasto in ottimi rapporti e con il quale sarebbe felicissimo di tornare a lavorare.
Qualche tempo fa così si esprimeva sul tecnico di Grugliasco. «Ha fatto la gavetta, e ne ha fatta tanta, e non gli è mai stato regalato nulla. Se non fosse così, non sarebbe partito dai giovanissimi della Juve e poi da Crotone in serie B, prima di accasarsi nella massima serie. Ha avuto un solo passaggio a vuoto, che è quello all’Inter, ma lì non solo per demeriti suoi. E’ un meticoloso, un gran lavoratore ed uno attento ai dettagli, basta vedere cosa ha creato a Genova e che tipo di gioco aveva infuso alla squadra per capirlo».
Insomma tra il mister e il dirigente c’è grande feeling e questo potrebbe portare ad un’accelerazione del discorso.
Ma questi sono giorni di grandi novità anche in altre stanze di Villa Rostan. Si è appena insediato Alessandro Spagnolo, un super manager che avrà il compito di rinforzare tutto il comparto marketing e comunicazione, ma è arrivata anche Roberta Giacobbe che invece si dedicherà esclusivamente alla vendita del prodotto Genoa e poi da oggi sarà operativo Matteo Togni che invece andrà a far parte dell’ufficio stampa.

giovedì 10 ottobre 2013

Preziosi insiste per Capozucca


Dopo il licenziamento di Daniele Delli Carri la poltrona di ds del Genoa è rimasta vuota. La società è infatti da tempo al lavoro per studiare un’alternativa ma la cosa non pare così semplice e così per il momento tutto resta fermo.
La decisione di allontanare il giovane direttore proveniente da Pescara è stata maturata dal presidente Preziosi già nei primi giorni di settembre. Il numero uno non era rimasto soddisfatto di come aveva operato sul mercato e aveva soprattutto avvertito qualche lamentela anche da parte del figlio Fabrizio che con Delli Carri non aveva mai particolarmente legato. Insomma la sensazione è che sia stata una decisione presa soprattutto “di pancia” e non per marchiani errori nell’operato. Di qui la sorpresa del dirigente che ancora oggi non riesce a darsi una spiegazione di quanto accaduto.
Subito dopo il licenziamento di Delli Carri, la società si era guardata attorno per trovare un sostituto. All’interno della famiglia Preziosi si erano formate due correnti: quella del figlio Fabrizio che voleva fortemente il ritorno di Rino Foschi e quella padre che invece spingeva per Stefano Capozucca. Per la verità padre e foglio avevano anche pensato a delle vere e proprie coppie: Foschi sarebbe arrivato insieme a Ballardini, Capozucca assieme a Gasperini.
Dopo la pesante sconfitta con il Napoli la situazione è precipitata al punto da convincere Preziosi a chiamare il tecnico di Grugliasco che comunque quella telefonata se l’aspettava eccome. Nei giorni precedenti infatti il suo amico Capozucca lo aveva incontrato per convincerlo a seppellire l’ascia di guerra con il presidente e a dire di sì in caso di chiamata.
Normale quindi che il mister abbia accettato con la speranza di ritrovarsi al suo fianco il ds con cui ha sempre lavorato in grande armonia durante la sua prima esperienza al Genoa. Ma il dirigente, ora legato al Livorno di Spinelli, dopo averci pensato bene ha rifiutato l’offerta del Genoa molto intrigante dal punto di vista economico.
Capozucca, che segue sempre con grande passione le sorti del Grifone, per tanti motivi ha preferito declinare la proposta e rimanere in Toscana. Oltretutto da qualche tempo è anche corteggiato piuttosto seriamente da due club di primissima fascia che lo vorrebbero al centro di un progetto.
Preziosi sembrava ormai rassegnato a rinunciare al suo fido ds, ma negli ultimi giorni pare essere ritornato alla carica. Di sicuro farebbe carte false per riaverlo in società ma ormai è molto difficile che l’uomo di Biella cambi idea.
Resta viva quindi la candidatura di Ciccio Bega che ora copre la funzione di ds della Primavera. Ma il suo nome non piace particolarmente ,a Gian Piero Gasperini con cui in passato i rapporti sono sempre stati tesi come dimostra la cessione del difensore durante il mercato del gennaio del 2008.
Non convince affatto invece il nome di Marco Rossi che per ora resta in società senza però avere un ruolo ben preciso.
E' di poco fa l'intervento di Aldo Spinelli che tira anche qualche frecciatina a Preziosi. "Capozucca sta bene a Livorno, poi è una persona preparata anche con la squadra. Che poi sia genoano dentro lo sanno tutti, un po' come me... e quando hai il sangue rossoblu' è difficile cambiarlo. Al massimo può diventare amaranto (sorride, ndr). Comunque Capozucca ha un contratto con noi, fino al 30 giugno 2014. Ritengo che lui abbia dimostrato di voler stare a Livorno e questo a me fa piacere. Lo abbiamo preso perché era libero, se fosse stato al Genoa non lo avrei contattato, perché nella vita bisogna essere regolari".

sabato 5 ottobre 2013

Su Gasperini, squadra e società

Questo il pezzo che ho scritto qualche giorno fa sul "mercantile" e che ha scatenato non poche reazioni. In molti di voi mi hanno chiesto di pubblicarlo qui, ecco fatto. Solo qualche considerazione a margine. Sono contento del ritorno di Gasperini perché certo che sia in grado di dare un'anima a questa squadra facendola rendere al massimo. Sono infatti sempre convinto che la rosa sia di ottimo livello con giocatori di prima fascia. Sarebbe importante che il tecnico partisse bene, un risultato a Catania porterebbe ulteriore entusiasmo nel gruppo e tra la gente e sarebbe l'inizio di un nuovo campionato.
Capitolo ds. Neppure Delli Carri ha capito il perché del suo licenziamento, davvero inspiegabile. Preziosi continua a fare la corte a Capozucca che però giustamente non ne vuole sapere di tornare pur essendo innamorato del Grifone. La prova? E' stato lui la settimana scorsa a far fare la pace tra Gasperini e il presidente dopo decine e decine di telefonate incrociate.
Per il momento non c'è fretta per il nuovo ds. Bega rimane una soluzione ma non va dimenticato il pessimo rapporto che ha sempre avuto con il
mister, mentre Rossi studia per prendere il patentino ma non sembra avere il
profilo giusto. Milanetto? Da almeno sei mesi fa l'osservatore e per il momento e' contento così. Il cantiere è' sempre aperto!!!!!!!!Tutto come sempre insomma. 

lunedì 30 settembre 2013

Società nel caos


La sensazione, piuttosto chiara, è che da almeno tre anni Enrico Preziosi non ne azzecchi più una. Giocatori cambiati con una facilità disarmante, direttori sportivi chiamati e poi mandati via senza un perché, allenatori sbagliati in continuazione.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni ha poi dell’incredibile. Solo qualche settimana fa il presidente minacciava in maniera piuttosto accesa chi gli chiedeva se Liverani fosse in bilico oppure no, l’altra sera lo ha mandato via senza neppure chiamarlo. D’altra parte lui è fatto così, i dipendenti li tratta in questa maniera: basta chiedere a chi negli anni si è trovato a casa senza mai ricevere una sua telefonata. Questione di stile, e a volte di coraggio.
A proposito: Daniele Delli Carri ha saputo dai giornali l’intenzione di Preziosi di farlo fuori. Fino all’ultimo ha lavorato con il solito entusiasmo, poi ha preso atto della realtà senza riuscire a darsi una spiegazione. Impresa ardua, considerato che nel mondo Genoa tutto sembra frutto dell’improvvisazione e poche volte della logica.
A questo punto non resta che aggrapparsi a Gian Piero Gasperini e alla sua voglia di scrivere un’altra pagina importante della storia rossoblù.
Ma il presidente che per dieci anni ha fatto la storia di questo club riportandolo anche in alto facendogli vivere pagine magnifiche, dovrebbe uscire allo scoperto, ammettere i suoi continui fallimenti e dire cosa intende fare di una società che ogni tanto si ritrova ad offrire in giro a qualche “amico”. Vuole realmente vendere oppure no? Ha la forza di mantenerla, oppure no? Ci sono i soldi per andare avanti, oppure no? Sono queste alcune delle domande che dal massimo dirigente rossoblù richiederebbero delle risposte. In tempi brevi.
Ps. Non venitemi a dire che sull'altra sponda nessuno scrive queste cose, non mi interessa. Io rispondo di me stesso. Mi occupo di Genoa e scrivo di Genoa.

Ps del ps. Non sono diventato matto se scrivo così. Chi ha orecchie per intendere intenda...

giovedì 26 settembre 2013

Sembra il Genoa di Malesani


Fatta eccezione per la gara contro la Sampdoria, la squadra rossoblù fino ad oggi non è mai riuscita a mettere in mostra nulla. Poche idee, tanta confusione e solo una discreta fase difensiva, sono un po’ poco dopo cinque gare di campionato.
Probabilmente se la società avesse acquistato gli esterni a luglio Liverani avrebbe potuto lavorare meglio sul suo modulo preferito, ma sta di fatto che qualcosa di più potrebbe e dovrebbe proporre.
Il Genoa modesto visto in azione negli ultimi tempi ricorda in maniera spaventosa quello allenato da Malesani in quella sciagurata stagione che vide il Grifone fare un cammino discontinuo, con vittorie spesso casuali trovate senza merito.
Malesani in più occasioni si era sentito messo in discussione, arrivando a sfogarsi e rimandando al mittente le critiche ricevute da chi (il sottoscritto tra l'altro) lo accusava di essere «mollo». «Mollo a chi? Mollo sarà lei» mi disse in maniera piuttosto accesa come dimostrano i filmati presenti ancora su Youtube. Dopo la botosta di Napoli, il mister veneto venne esonerato per poi essere richiamato nel finale con esiti a dir poco negativo. Solo De Canio riuscì a raddrizzare la baracca e ad evitare il peggio.
Malesani non era mai stato amato neppure dai tifosi che sin dal giorno del suo annuncio hanno storto il naso. In pochi erano convinti della scelta della società e anche in questo il tutto ricorda un po’ la storia di Liverani. Con la speranza che il finale sia diverso e che al più presto il suo Genoa inizi a correre.

giovedì 19 settembre 2013

Io ci credo

I miei colleghi al giornale possono testimoniare che risultato avevo scritto su un bigliettino prima del derby. Quando si indovina di solito si ha fortuna, ma obiettivamente avevo capito la differenza di valori in campo. Se devo essere sincero qualche perplessità me la dava ancora Liverani che ancora non era riuscito a proporre qualcosa di buono dopo dopo un mese e mezzo di lavoro. Ma avendolo visto all'opera per tutta l'estate e avendolo conosciuto, ero e sono sicuro che possa davvero diventare una piacevole sorpresa. Il tecnico ha avuto la forza di cambiare modulo e uomini nella gara più difficile e questo e' sinonimo di intelligenza e forza. Ora però deve confermarsi facendo rendere al massimo una rosa che a me piace moltissimo. Senza fare follie sul mercato e lavorando un simbiosi con Delli Carri, il presidente Preziosi e' riuscito ad allestire un organico importante. Penso che questo Genoa possa addirittura competere per i primi otto posti. Gilardino, i tre esterni di sinistra più forti del campionato, Manfredini, Lodi, Matuzalem, Kucka, e poi ancora i giovani Cofie, Bertolacci, Vrsaljko, Perin e quelli ancora da scoprire come Centurion e Fetfatzidis formano un gruppo davvero forte e completo.
Ora la palla passa a Liverani che dovrà essere capace di gestire una panchina così lunga, ma soprattutto far si che la squadra abbia una precisa identità. Di sicuro presto riproporrà il suo preferito 4-3-3, ma intanto lavorerà sul quel 3-5-2 che tante gioie gli ha dato nel derby. Con i giocatori che ha in teoria potrebbe fare tutti i moduli del mondo, ma sarà meglio che punti su due al massimo tre.
La straordinaria vittoria del derby può davvero essere la scintilla in grado di far esplodere questo Genoa ad una condizione: che sabato batta il Livorno. A quel punto potrà iniziare davvero il divertimento. Io comunque a questa squadra credo come credo all'unione di tutte le componenti. Solo uniti si va lontano e i primi a dirlo sono i giocatori seri come Biondini: "due anni fa c'era il caos più totale, difficile rendere. Ora stare qui e' una gioia". A proposito, bellissima l'iniziativa della società di portare i tre "eroi" del derby allo Store. A presto! Ciao

sabato 14 settembre 2013

Quella mimetica

Sull'argomento sarò molto breve, ma qualche riga voglio scriverla soprattutto per rispondere a chi i voi ieri mi ha chiesto un commento. In attesa di conoscere i particolari della vicenda dalle parole di De Pra', posso tranquillamente dire che lui ha sbagliato a vestirsi così  ma sopratutto ad andare li, essendo genovese, uomo di calcio e abitando nelle  vicinanze. Le possibilità di essere sorpreso erano troppo alte. Troppe cose non mi quadrano, staremo a vedere.
Ho trovato poi di cattivissimo gusto il gesto della Sampdoria che ha pubblicato la notizia (con testo maldestramente ironico), ma soprattutto la foto incriminata, sul suo sito ufficiale. Ormai lo stile tanto decantato non esiste davvero più, ma questo ormai da tempo.
Mi spiace solo per Luca persona seria e grande professionista. Tutto qui.

giovedì 12 settembre 2013

Tutto sull'inno del Genoa


Professore di tecnica bancaria, autore e attore dialettale, vecchio tesserato del Partito Socialista, ma soprattutto grande genoano. Peo Campodonico è l’uomo che 40 anni fa scrisse il testo di quello che poi sarebbe diventato l’inno ufficiale del Grifone e che ancora oggi risuona ogni volta che le squadre entrano in campo nel Ferraris.
Campodonico, ci racconta come riuscì a vincere quel concorso?
«Era  il dicembre del 1972. Il Genoa in collaborazione con il Coordinamento dei tifosi organizzò questo concorso con l’intento di trovare una canzone che potesse diventare l’inno del club. Poteva partecipare chiunque mandando il pezzo in un busta chiusa che poi sarebbe stata aperta dalla giuria. le canzoni ritenute migliori furono suonate nella Chiesa della Consolazione dove c’erano il parroco genoano ma anche Padre Galli che è un acceso tifoso della Sampdoria e che ci ha dovuto sopportare per due sere Siamo praticamente andati li per farlo soffrire».
E poi?
«Vennero scelte 24 canzoni che poi furono suonate alla Fiera del Mare in due serate di fronte a mille persone. Per la finale se la batterono 12 autori, la giuria scelse la mia».
Perché secondo lei?
«Avevo usato un trucchetto, nel senso che mentre le altri canzoni erano suonate in maniera fredda, la mia aveva come contorno 30 alunni del Vittorio Emanuele che mi ero portato, sembrava di essere nella Nord. Tra questi c’erano anche due sampdoriani che erano venuti per divertirsi. E poi la musica era di un “certo” Reverberi, per capire la sua bravura basta pensare alla carriera che ha fatto».
E’ vero che il vecchio inno della Sampdoria “Doria Olè” venne scritto da un genoano?
«Certo che è vero, quella canzone partecipò al concorso e arrivò quarta. Il testo era lo stesso, il titolo invece era ovviamente “Genoa olè”. Sì, è stata senza dubbio una copiatura».
Che emozione prova a sentire la sua canzone suonare ancora oggi?
«Indescrivibile».
Arrivano sempre i diritti d’autore?
«Si, 20 euro ogni sei mesi».
Solo?
«Se mi pagassero ogni volta che qualcuno la suona sarei ricco, ma non mi interessa proprio, va bene così».
Domenica c’è il derby. Immagino che la sua scatola dei ricordi sia stracolma...
«Ogni tanto ripenso a quando sul finire degli anni Quaranta genoani e sampdoriani andavano insieme allo stadio. Non c’era differenza tra Nord e Sud si andava dove c’era posto».
Un derby che ricorda in maniera particolare?
«Quello della stagione 47-48. C’era una pasticceria in piazza Tommaseo che aveva esposto nella vetrina una torta fatta a campo di calcio con tanto di omini. Il padrone era collegato in qualche modo con lo stadio e ogni volta che segnava qualcuno metteva il pallone in rete. La gara era rimasta a lungo sull’1-1 ma all’ultimo vedemmo uscire il pasticcere, tenemmo tutti il fiato sospeso,  poi prese la palla e la mise nella porta della Sampdoria. In strada ci abbracciamo tutti, aveva segnato Trevisani».
Va sempre allo stadio?
«Vado solo quando sono sicuro di non soffrire, l’età avanza e la pressione è diventata una brutta bestia. Nell’ultima stagione ho visto le partite contro Pescara e Inter».
E le altre volte?
«Guardo il primo tempo la televisione, se siamo in netto vantaggio o sotto di tre gol come contro la Fiorentina guardo anche la ripresa. Se il risultato è in bilico vado fare due passi. Ai genoani della mia età consiglio di fare così».
La delusione più grossa?
«Prendere cinque gol dall’Inter, non sopporto essere umiliato dalle grandi».
E la soddisfazione più grande?
«Non avere ancora perso nello stadio della Juventus».
Lei è sempre stato un bastian contratto con le dirigenze del Genoa. Di Preziosi cosa pensa?
«Lo ringrazierò per sempre per averci salvato e devo dire che ha fatto sempre piuttosto bene. Mi “incazzo” invece quando racconta bugie tipo quella: “Ranocchia non lo vendo”. dopo tre settimane era già a Milano...».

mercoledì 11 settembre 2013

Milito, Juric, Preziosi e Cassano: parla Capozucca


Questa la mia intervista a Stefano Capozucca uscita oggi sul Mercantile. Per chi non l'avesse letta...

Il suo score nei derby è in positivo. Durante i nove anni in rossoblù infatti di stracittadine ne ha vinte molte e di questo va sicuramente orgoglioso. Stefano Capozucca, ora al Livorno, di fatto ha scritto la storia recente del Grifone con i suoi nove campionati da direttore sportivo. Successi, delusioni, colpi di mercato e contestazioni hanno contrassegnato un decennio coinciso con la rinascita del club più antico d’Italia ormai da tanti anni stabilmente nella serie che gli compete.
Direttore, domenica c’è il derby. Chissà quanti ricordi?
«Un’infinità, davvero. Per fortuna ho il bilancio in attivo, ne ho vinti tanti e questo per un genoano come me  è motivo di vanto».
Genoano?
«Lo ero prima di venire a Genova e lo sono ancora di più oggi».
A proposito: quanto contava il gruppo storico nelle vostre vittorie di quegli anni?
«Moltissimo. C’erano dei giocatori diventati tifosi ed è per questo che andavamo al massimo. I vari Rossi, Milanetto, Criscito, Juric, Sculli e Biava posso assicurare che in campo erano delle “bestie”, avrebbero fatto qualsiasi cosa per vincere».
Ci racconta qualche aneddoto?
«Mi ricordo Juric e Milanetto sul pullman mentre andavamo allo stadio per giocare un derby. Per tutto il viaggio urlavano come matti mostrando la cassetta con le gare precedenti vinte sulla Sampdoria, erano bravissimi a caricare tutto l’ambiente. Hanno fatto così diverse volte».
Un altro?
«Vi ricordate quella famosa intervista di Cassano che definì “pallidi” i giocatori del Genoa? Nello spogliatoio di Pegli l’avremmo vista mille volte e ogni volta ci caricavamo a vicenda. Poi non posso raccontare cosa è successo nel tunnel degli spogliatoi al momento di entrare in campo, a Cassano i nostri ne hanno dette di tutti i colori. Per fortuna poi le cose andarono alla grande grazie a Milito».
Il derby che ricorda più volentieri?
«Il 3-0 in dieci contro undici, incredibile».
E quello che ricorda meno volentieri?
«Quello del gol di Maggio all’ultimo...».
Prima di una gara come questa riusciva a dormire?
«Poco e male, mi prendeva un’ansia pazzesca che non si può spiegare».
E dopo?
«Lo stesso. Perché se avevamo vinto facevamo festa fino a tardi, se invece avevamo perso mi prendeva una tristezza paurosa».
Gasperini ha affermato che quel derby finito 0-0 fu l’inizio della sua cavalcata in rossoblù. Conferma?
«Assolutamente sì. Era un brutto periodo, addirittura lui rischiava l’esonero in caso di sconfitta e qualche giocatore sarebbe stato anche contento. Ma in quella partita il gruppo si ricompattò al punto da fare 4 anni straordinari. Nessuno ha più fatto giocare bene il Genoa come Gasperini».
E il presidente come viveva i derby?
«Li sentiva in maniera particolare. Intanto in quella settimana veniva spesso al Pio e poi aveva un sguardo che era tutto un programma».
Vi siete lasciati dopo un lungo cammino fatto insieme. In che rapporti siete ora?
«Immediatamente dopo il divorzio eravamo ai ferri corti, ora le cose sono cambiate e c’è stima e rispetto reciproco. Io ho dato tanto a lui e lui ha dato tanto a me».
E’ così difficile lavorare con lui?
«E’ un luogo comune. Devo dire che non si è mai occupato di formazione con gli allenatori e che per loro ha sempre avuto grande rispetto.  E’ un uomo che si è fatto dal nulla e quindi pretende sempre molto, poi certo a volte bisogna saperlo prendere».
Qual’è il colpo che ricorda con più piacere?
«Tanti, insieme a Preziosi abbiamo fatto grandi cose».
E la delusione più grande?
«Mi viene in mente Esposito, pensavamo di aver fatto un buon acquisto. Era andato in Nazionale ma si è subito perso».
Antonelli invece c’è in pianta fissa ormai...
«Mi ha chiamato subito dopo la convocazione, qualche merito me lo prendo».
Che idea ha del Genoa di quest’anno?
«E’ una squadra forte, deve solo trovare la quadratura del cerchio».

martedì 10 settembre 2013

Ancora sulla festa

Sinceramente non immaginavo di provocare un vespaio simile con quelle poche righe sulla festa. Il mio non era un articolo sul giornale ma qualche pensiero in libertà su un modesto blog che da qualche tempo mi diverto a scrivere e che per fortuna piace abbastanza.  Ho riletto il pezzo e proprio non capisco dove posso aver offeso qualcuno. Ho parlato della straordinaria partecipazione della gente rossoblù e della fatica che e' stata fatta per una due giorni davvero unica. Ho tanti amici che per giorni hanno sudato per appendere bandieroni, risolvere problemi e organizzare il tutto e posso garantire che sono stati meravigliosi. Come non applaudire i "vecchi" della Nord, i ragazzi del 5r, quelli dei Figgi do Zena, del Verrina, solo per citare i primi che mi vengono in mente, e poi ovviamente i Soggetti Smarriti anche loro parte attiva della festa e nkn solo per quello di bello che hanno  saputo fare sul palco. Ho solo detto che avrei fatto venire qualche ospite diverso per rendere le serate ancora più coinvolgenti, tutto qui. C'era da fare tutto questo casino? Proprio oggi ho saputo anche di alcune richieste folli avanzate da certi cantanti, hanno fatto bene gli organizzatori a dire no grazie.
Molti di voi si sono offesi per quelle righe, ma molti altri mi hanno fatto sapere di pensarla come me e non sono stati pochi. Chiudo con un pensiero: secondo me persino la presenza della squadra e' stata un di più, la cosa più bella e importante e' stata quella di vedere migliaia e migliaia di persone felici solo per essere nate genoane. Davanti ad una birra o ad un panino con la salsiccia....

domenica 8 settembre 2013

Pensieri sulla festa...in libertà

Mi piace andare controcorrente, l'ho sempre fatto sin da ragazzino e non smetterò certo ora. L'altra sera tornando a casa dalla festa del Palasport cercavo di pensare a cosa avevo appena assistito. Intanto ad una splendida dimostrazione di cosa significhi essere genoani e mi riferisco al lavoro fatto da centinaia di volontari e dalla partecipazione di intere famiglie e gente di ogni età. La cosa che più mi ha fatto piacere è stata proprio vedere una marea di bimbi fieri di indossare una maglia o sventolare una bandiera. Mi è piaciuta quindi la partecipazione popolare e l'entusiasmo di un popolo fiero della proprio storia nonostante le tante delusione subìte negli anni. Mi è piaciuto anche vedere Dario Bianchi commuoversi mentre riceve una targa dai suoi "colleghi" di gradinata, ma anche le facce di alcuni giocatori davvero sorpresi nel vedere una simile atmosfera. Ma sono molte anche le cose che mi hanno fatto sorridere. Eccole. Non ho capito con quale criterio siano stati scelti gli ospiti, tutti anni Ottanta e con un fascino davvero modesto soprattutto per chi neppure mai li aveva sentiti nominare. Perché Ivana Spagna? Perché i Gazebo e Sandy Marton? Forse sarebbe stato meglio un genovese come Cristiano De Andrè oppure se si voleva osare qualcosina in più anche il rossoblù Sergio Pizzorno, il leader dei Kasabian.  E poi forse non era meglio organizzare un'amichevole di prestigio al Ferraris (che avrebbe avuto anche più risalto nazionale) piuttosto che una sorta di festa dell'Unità con musica e panini con salsiccia? Non so, se non fosse stato per il calore della gente, sul palco sabato sera poca energia e poco divertimento. Un appunto anche sull'elezione della Miss se me lo permettete. Non me ne voglia la bella Chiara Brasi, ma come è possibile che una candidata come Sara Vicale (basta andare su Google per vederla) possa addirittura arrivare terza? Il papà, proprietario del ristorante dove sono soliti andare giocatori e dirigenti, forse avrà capito perché la figlia non ha vinto. Ma allora perché l'hanno fatta partecipare? Cose da Grifo. Buon compleanno comunque Vecchio Genoa.


martedì 3 settembre 2013

Tutto bene, ma quella cessione di Ventre...

Devo ammettere che non mi aspettavo un finale di mercato del genere. Per una volta Preziosi mi ha sorpreso in positivo perché è riuscito nell'impresa di non cedere nessun giocatore importante e allo stesso tempo portare a casa giocatori di qualità.  Come auspicavo è arrivato anche un portiere affidabile ed esperto in grado di trasmettere serenità al giovane Perin che continuo a ritenere non ancora pronto per giocare in A. Il buon Mattia diventerà sicuramente un grande numero uno, ma avrei preferito vederlo impegnato ancora una stagione in B magari in una squadra in lotta per salire.
I tifosi genoani, a volte, fatico a comprenderli. Nei giorni scorsi in molti mi hanno scritto dichiarandosi insoddisfatti dell'arrivo di Antonini e la cosa mi ha fatto sobbalzare.  Il ragazzo ha 31 anni, non 41, 81 presenze con la maglia del Milan e un'esperienza che può davvero risultare utilissima anche all'interno dello spogliatoio. Se poi l'operazione prevede anche la cessione di un certo Birsa che al Grifone costava ben 900.000 a stagione il discorso si può chiudere qui.
La società rossoblù, lo ribadisco ha operato bene anche se con un po' di ritardo. Forse qualcosina poteva essere fatto prima ma ora è inutile discuterne, non serve a nulla. A questo punto la palla passa a Liverani che deve dimostrare in tempi brevi di poter stare in A e su una panchina difficile come quella del Genoa. Devo ammettere che qualche dubbio il mister me l'aveva fatto venire già mentre guardavo la partita di Spezia. Dopo un mese di lavoro in campo non c'era una squadra organizzata ma solo tanti giocatori che si muovevano poco e male. A Milano qualche miglioramento soprattutto in fase difensiva, con la Fiorentina invece il disastro più assoluto pur ritenendo la squadra viola di un'altra categoria. Penso che Liverani abbia le qualità per diventare un buon tecnico ma per il momento resto molto scettico. Di sicuro molto dipenderà dall'ambiente che dovrà dargli tempo magari perdonandogli altri errori che probabilmente, spero il meno possibile, farà.
Capitolo Gilardino. Non è vero che aveva chiesto di essere ceduto e con questo chiudo il discorso. Felicissimo che sia rimasto (così come lo sono tutti i suoi compagni) come del resto sono sempre stato convinto anche nelle settimane scorse quando tutti lo davano prima alla Lazio, poi al Napoli, quindi all'Inter o alla Juventus. Anche sul mio giornale per tutta l'estate ho espresso sempre lo stesso concetto: Gilardino non si muove, per fortuna o per caso, ho azzeccato il finale.
Riassumendo. Preziosi è stato di parola, Delli Carri ha lavorato in silenzio centrando tutti gli obiettivi, la società si è levata ingaggi pesanti con un saldo positivo di quasi 5 milioni di euro. A questo punto la parola passa al campo.
Ps. Ho detto che Preziosi ha fatto bene, ma dimenticavo una mossa che proprio non ho capito: la cessione del talento Ventre all'Inter. Sono anni che sento parlare di lui come un ragazzo dalle potenzialità enormi da lasciar crescere tranquillo e ora che è entrato in Primavera e trascorso l'estate con i "grandi" in Austria è stato ceduto. Vero che è stato ceduto in comproprietà in cambio di un altro ragazzo, ma che bisogno c'era di fare questa mossa?

sabato 31 agosto 2013

Questa è follia


I tifosi del Genoa sperimenteranno i nuovi prefiltraggi intorno allo stadio Luigi Ferraris, con le cancellate installate nel corso dell’estate che hanno già suscitato parecchie perplessità e proteste da parte dei residenti e dei commercianti di Marassi. Tuttavia si tratta di una novità necessaria per garantire l’agibilità dello stesso stadio, unformandolo ai criteri in vigore, e così la Questura ha disposto i lavori che il Comune ha eseguito. 
Il Genoa invita i propri tifosi «a presentarsi in anticipo rispetto all’orario stabilito per la gara con la Fiorentina e anche per le partite seguenti. La società invita inoltre i propri sostenitori alla massima collaborazione con il personale stwarding in servizio ai varchi d’ingresso per agevolare le operazioni».
L’ingresso per i tesserati della Gradinata Sud avverrà all’angolo tra via Del Piano e via Casata Centuriona, i tesserati dei Distinti (freccia marrone) potranno accedere da corso De Stefanis (sia di fronte a via Bertuccioni sia all’angolo con via Clavarezza, a seconda del posto) mentre i non tesserati (freccia rossa) dovranno servirsi del varco tra via Casata Centuriona e corso De Stefanis.
I non tesserati di Nord (freccia nera) entreranno da piazzale Marassi all’angolo tra via Clavarezza e piazzale Atleti Azzurri, i tesserati (freccia viola) da piazzale Atleti Azzurri, piazzale Marassi e via Clavarezza angolo corso De Stefanis).
Per la tribuna (frecce celeste, azzurro e viola scuro), sia tesserati che non tesserati, l’ingresso è da piazzale Atleti Azzurri, come per la Gabbia Nord (freccia gialla), mentre per la Gabbia Sud (freccia bordeaux
) bisogna entrare all’angolo tra corso De Stefanis e via Casata Centuriona, per poi fiancheggiare il lato corto dello stadio. Per gli ospiti l’ingresso è chiaramente su piazzale Atleti Azzurri d’Italia, all’angolo con via Casata Centuriona. 

Ps: e poi qualcuno si domanda ancora perché la gente va sempre meno allo stadio....

giovedì 29 agosto 2013

Una bandiera, una storia

Quarant’anni controvento, senza mai sfilacciarsi: questa la storia del bandierone rossoblù di Dario Bianchi, cofondatore della Fossa dei Grifoni insieme con un gruppo di amici tra cui Gianni Bardi e Stefano Aloigi, realizzato al ritorno del Genoa in A dopo un decennio e “inaugurato” nella trasferta al “Menti” di Vicenza, un pari per 1-1 con le reti di Macchi e Sidio Corradi. Gli storici specializzati sostengono trattarsi del vessillo più antico tuttora presente negli stadi italiani, al pari di un drappo nella disponibilità di un sostenitore dell’Udinese. Ovviamente Bianchi è più che orgoglioso, oltre che geloso, del suo cimelio, che in vista del 120º compleanno del Genoa riceverà un tributo adeguato da tutta la Nord, a partire da domenica sera.
Lungo 5 metri e largo 3,5, nel corso di quattro decenni il bandierone si è visto sventolare in tutti gli stadi d’Italia e quelli europei toccati dalla campagna nella Coppa Uefa ‘91/‘92, da Oviedo a Bucarest, dal “sacrario” di Anfield Road a Liverpool fino ad Amsterdam, per non parlare dell trionfo all’Empire Stadium di Wembley nell’Anglo-Italiano 1996. Bianchi lo ha portato dappertutto come un segno storico di fede, nelle sue scorribande negli stadi che spesso lo vedevano al fianco dell’inseparabile Sergio Ferreggiaro, che tutti conoscevano come “Callaghan”, nome di battaglia dovuto non al rude poliziotto interpretato da Clint Eastwood, ma a un ancor più rude giocatore del Liverpool degli anni Sessanta.
Vento e pioggia hanno imposto, anno dopo anno, sistematici interventi di restauro per prevenire l’inclemenza del tempo che passa e degli agenti atmosferici. Ma il bandierone di Dario è rimasto sempre lo stesso, eccettuata una scritta testimoniale nel ricordo di un caro amico. Il “Ciao Mauri” che Bianchi ha voluto aggiungere, infatti, è il commosso omaggio a Maurizio Sivori, un grande tifoso genoano di Casarza Ligure scomparso troppo presto, ma che continua a girare di stadio in stadio, come nome sventolato dall’amico Dario.


lunedì 26 agosto 2013

Dopo la prima


La gara di San Siro ha messo in evidenza pregi e difetti di questo Genoa, ma sicuramente ha fatto capire che la squadra c’è e ha grossi margini di miglioramento. La sconfitta non deve trarre in inganno perché ad un quarto d’ora dalla fine Mattia Perin di fatto non aveva mai fatto una parata degna di nota e il risultato di parità sembrava essere il più giusto.
Il Grifone di Liverani per settanta minuti è stato all’altezza dell’avversario che, grazie ai cambi, è riuscito a portare a casa la vittoria. Mentre Mazzarri metteva Icardi e Kovacic, il povero Liverani si girava verso la panchina un po’ sconsolato non poteva fare altro che mettere dentro un Floro Flores ancora impresentabile e un Konaté al momento non all’altezza di certi palcoscenici.
Resta però da capire il perché la squadra sia apparsa comunque troppo statica e senza quella verve che invece sarebbe servita per provare a mettere più in difficoltà l’Inter.
Di sicuro questa è una rosa da completare e continuo a non capire perché la società che secondo me ha ben operato sul mercato, ad un certo punto si sia fermata e non abbia concluso l'opera. Liverani da più di un mese che chiede due esterni e alla fine è dovuto andare a San Siro arrangiandosi con Bertolacci letteralmente spaesato in quella posizione.
Ho sempre ripetuto che questa squadra merita fiducia perché guidata da un tecnico alla prima esperienza e perché composta da tanti giovani su cui è giusto puntare. Sono tra i primi critici ma in questo momento penso sia importante remare tutti dalla stessa parte. Fare processi, criticare tutto e tutti solo per il gusto di farlo non ha senso. In questo momento non è neppure utile dividersi tra "preziosiani" e "antipreziosiani", la cosa non porta da nessuna parte. C'è solo una cosa da fare: sostenere squadra e allenatore magari riempiendo domenica sera il Ferraris. Il resto sono chiacchiere che non servono a niente.

mercoledì 21 agosto 2013

Rieccomi

Ciao a tutti! Dopo un po' di vacanze, neppure poche tra l'altro, rieccomi pronto per la nuova stagione che di fatto è già iniziata con la brutta gara di Spezia. Le indicazioni che sono emerse al Picco non sono state delle migliori, ho visto errori, disattenzioni e molte situazioni ancora da registrare. Il calcio d'agosto a volte è bugiardo come ha dimostrato la Juventus criticata da tutti per le sconfitte in terra americana e poi capace di stritolare la Lazio al primo vero impegno della stagione, ma i difetti del Grifone sono apparsi evidenti. Ha ragione Liverani però quando predica calma e chiede a tutti di non avere fretta e di mettere in conto qualche giro a vuoto. I tifosi, che come tradizione imputano ai giornalisti di essere troppo negativi, sono i primi soprattutto in questo periodo, ad essere critici su tutto, o quasi. A loro dico: ogni tanto sarebbe importante tornare con i piedi per terra senza inutili voli con la fantasia che non portano da nessuna parte. Se per qualcuno Gamberini non è da Genoa, mi sento di dire, non ha capito nulla. Devo dire che questa volta la società ha lavorato bene, costruendo una squadra con una logica e senza quell'andirivieni continuo che aveva caratterizzato le ultime stagioni. Certo mancano ancora dei tasselli, ma mi pare che sia un problema comune alla maggior parte dei club, grandi comprese. La dirigenza, è giusto rimarcarlo, è poi sempre stata molto chiara in fatto di obiettivi e disponibilità economiche. Penso che sia giusto dare del tempo a questo gruppo e non mettere in croce il tecnico già domenica sera in caso di un risultato negativo a San Siro. Penso che sia il caso di sostenere i tanti giovani e non criticarli al primo errore. Se la società avesse venduto Perin si sarebbe scatenato l'inferno, ora è che è rimasto sono già in molti a non avere fiducia in lui e questo non mi piace. Capitolo Gilardino. Come ripeto da luglio, Alberto sarà l'attaccante del Genoa nella prossima stagione. In molti all'inizio storcevano il naso preferendo Borriello, ma posso assicurare che sia sotto l'aspetto economico la società abbia fatto benissimo a trattenere il centravanti della Nazionale. E' un ragazzo serio, timido e che ha bisogno di sentire fiducia per esprimersi al massimo. Sarebbe importante che i tifosi lo "adottino" subito mettendo da parte qualsiasi considerazione extra.
Ps: così per la precisione. Nelle righe sopra ho espresso dei complimenti alla dirigenza per come ha gestito, fino ad oggi, il mercato ma questo non significa che all'improvviso sia tornato ad essere un sostenitore di Preziosi. Lo dico una volta per tutte: non sono contrario e neppure favorevole a lui, ma solo obiettivo. Lo criticherò quando farà male, gli farò i complimenti quando opererà per il meglio. Tutto qui.

mercoledì 14 agosto 2013

Ancora qualche giorno....

Ciao ragazzi, sto per finire le vacanze. dai messaggi ed al numero di contatti avuti anche in questo periodo di silenzio ho capito ancora di più quanti siete. Grazie davvero. Da lunedì prossimo sarò di nuovo operativo. Un abbraccio. Matteo

martedì 23 luglio 2013

Una partita per Rossi

Marco non ha ancora reso ufficiale la sua decisione ma da quello che trapela sembra convinto di lasciare il calcio. Intanto la società sta già pensando ad una partita in suo onore da disputare al Ferraris. Tra qualche giorno il capitano dovrebbe finalmente uscire allo scoperto e spiegare la situazione.
Nel prossimo campionato la fascia dovrebbe andare a Portanova con Antonelli vice.

mercoledì 17 luglio 2013

Appunti dall'Austria

Dopo quattro giorni di sole, questa sera per la prima volta ecco la pioggia. Da domani, almeno così dicono le previsioni, farà da "colonna sonora" per il resto del ritiro. Dall'altra parte non ci si può lamentare considerato che gli ultimi anni qui avevamo trovato solo nuvole e temporali, quasi mai uno squarcio di sereno. E di un po' di serenità il Genoa ne aveva davvero bisogno dopo una stagione così tormentata come l'ultima. Devo dire che la mia impressione sull'ambiente e' davvero ottima, mi sembra che davvero tiri tutta un'altra aria. Mi piace come lavora Liverani, come parla in continuazione con giocatori e staff, come ride e scherza appena ne ha l'occasione anche con i tifosi che gli chiedono una foto. Ma mi piace anche l'incredibile entusiasmo del suo vice Murgita e quello dei nuovi arrivati tutti positivi e con dentro una grande carica. Mi piace Mattia Perin che sta provando a convincere il mister ma anche la grinta di Portanova e Manfredini che dopo sei mesi di Genoa si sentono già rossoblù. In questa squadra la vecchia guardia non esiste più, il giocatore con più presenze e' Kucka che ha solo 76 gettoni, lo seguono Granqvist (63)  e Antonelli (53). Se se sono andati i vari Moretti, Jankovic e Frey e presto ci sarà il saluto di un certo Marco Rossi che qualcosina a questa società ha dato. Ma ora c'è la volontà da parte della dirigenza di aprire un ciclo e di riavvicinare la gente alla squadra attraverso il bel gioco e una "politica" diversa. A proposito mi piace come lavora Delli  Carri e le idee che ha in testa. Per ora mi piace anche come e' stato impostato il mercato sia un entrata che in uscita, anche se è presto per fare una valutazione definitiva perche alcuni tasselli devono ancora andare al loro posto. Insomma tanti "mi piace" da parte mia in questi primi giorni di lavoro perché davvero si respira una bella aria e finalmente si parte senza obiettivi impossibili o facili entusiasmi. Profilo basso e lavoro. Il resto si vedrà. Ps: un plauso a mister e società per la disponibilità nei confronti dei tifosi saliti fino a qui. Poche barriere e allenamenti sempre a porte aperte. Bello così.

mercoledì 3 luglio 2013

Ultimissime

il mio blog non è un sito di mercato e non voglio che lo diventi, ma ogni tanto scrivo qualcosa anche qui soprattutto quando ci sono notizie fresche e accertate. Ultima ora : scambio Tachtdis - Lodi, mancano solo le firme dei giocatori. Per la difesa molto vicino lo svincolato Saponaru nell'ultima stagione in Spagna nel Real Saragozza, trattativa in corso per Santana del Napoli. Il giovane difensore dell'Under 21 Capuano potrebbe essere l'indennizzo per aver mollato la presa su Quintero. Difficoltà per Borriello ad oggi più vicino di Gilardino. A presto

venerdì 28 giugno 2013

Su Rossi dico che....

Quando l'altro giorno ho scritto sul Mercantile la notizia del possibile addio di Rossi si è scatenato il solito polverone. In molti mi hanno mandato messaggi e insulti dicendo che mi ero inventato tutto e che scrivo solo per fare casino. Mi sembra che sia tutto vero... Ma non è questo il punto che voglio sottolineare. Nel mio pezzo non ho mai parlato della possibilità di una cessione di Rossi ma che due sono le alternative: o continua o entra in società. Mentre altre volte ho apprezzato i comunicati della Tifoseria Organizzata questa volta non ho condiviso l'ultimo, quello di questa mattina proprio in difesa di Marco. Non è stato il nuovo allenatore a chiedere l'esclusione del capitano, ma una scelta della dirigenza in toto e dello stesso giocatore che già da qualche tempo sta riflettendo. Era il caso di attaccare in quel modo Liverani? Già ci sono mille casini in società, penso che partire con una frattura tra allenatore e tifosi non sia la cosa migliore. Poi sono i giornalisti che rompono l'armonia...Buona serata a tutti.

MIstero Cda


Ora la data dell’assemblea diventa un mistero. Gli azionisti del Genoa non sanno ancora quando dovranno presentarsi perché nella raccomandata che hanno ricevuto a casa sono indicate due date, entrambe verosimili. La prima è domani alle 15 nella nuova “Casa del Genoa”, la seconda domenica alle 19 sempre al Porto Antico.
In società nessuno è ancora in grado di fornire indicazioni in merito e neppure il perché di questa incertezza. Dalle ultime indicazioni che ho avuto questa mattina sembra che sia domenica.
Nell’assemblea verrà presentato il bilancio chiuso al 31 dicembre dello scorso anno che presenta un bilancio molto negativo. Per ripianare la situazione è intervenuto il presidente Preziosi che ha immesso denaro per circa 14 milioni di euro.
Sarà però interessante capire cosa è successo da gennaio ad oggi e qual’è esattamente la situazione economica del Grifone. Di sicuro i conti non sono migliorati perché le spese di gestione sono aumentate.
Durante l’assemblea dovrebbe poi avvenire la formalizzazione dell’entrata nel Cda di Antonio Rosati anche se su questo punto da Villa Rostan non trapela quasi nulla. L’imprenditore dovrebbe prendere il posto di Barabino, dimissionario da marzo, e quindi di fatto mettere un piede dentro il club.
Durante l’incontro con gli azionisti quasi certamente emergeranno anche elementi in più in grado di fare chiarezza sull’arrivo di Rosati a Genova. Per ora infatti tutto resta avvolto nel mistero. I tifosi aspettano con una certa trepidazione.

martedì 25 giugno 2013

La dura scelta del capitano

Marco Rossi per la prima volta dopo nove stagioni potrebbe non presentarsi in ritiro con la squadra. La volontà della società, in accordo con il nuovo tecnico Liverani, e' infatti quella di chiedergli di anticipare il suo ritiro. Pronto per lui c'è  un posto come osservatore o uno come  allenatore delle giovanili come da accordi presi qualche tempo fa. Ora sarà interessante capire quali saranno le sue intenzioni considerato che solo una ventina di giorni fa mi aveva espresso tutta la una voglia di farsi trovare già in forma nel ritiro di Neustift. Marco non vorrebbe lasciare il suo Genoa dopo un campionato così sfortunato come l'ultimo che lo ha visto troppo spesso in infermeria, vorrebbe lasciare un altro ricordo. Ma forse anche lui si starà pensando a come potrebbe essere il prossimo e alle difficoltà che potrebbe di nuovo  incontrare considerato che tra l'altro avrà anche un anno in più. Liverani che giocherà con il 4-3-2-1 ha chiesto un organico ridotto con due giocatori per ruolo che ovviamente dovranno essere integri e offrire garanzie di tenuta. Marco le può dare? In questi giorni sta pensando a quale scelta fare. Siamo sicuri che sarà la migliore per lui, ma soprattutto per il Genoa. Da buon capitano. Ps: voi cosa ne pensate? Scrivetemi!

lunedì 17 giugno 2013

Timidi segnali

In attesa di capire le reali intenzioni del presidente Preziosi e di sapere cosa sia venuto a fare a Genova Antonio Rosati, i tifosi rossoblù hanno due motivi per sorridere. Il primo è la tournée che la società sta organizzando in Inghilterra nel mese di agosto, la seconda le riduzioni dei prezzi per  gli abbonamenti della prossima stagione.
Andiamo con ordine. Allo studio c'è la volontà di organizzare tre amichevoli di prestigio e allo stesso tempo effettuare la seconda parte della preparazione estiva. Non era mai successo in passato che il Grifone stesse via così tanto tempo e questo a mio avviso è un bel segnale anche e soprattutto dal punto di vista dell'immagine. Sarebbe davvero importante che la società iniziasse una politica di marketing meno provinciale e volta proprio a far conoscere ancor di più il marchio Genoa. 
Capitolo abbonamenti. Per anni mi sono battuto affinché gli sconti coinvolgessero i ragazzi fino a 18 anni e non solo fino a 16. Devo dire che 100 euro per tutta la stagione, pur tenendo conto del momento,  mi sembra una cifra davvero abbordabile. Importanti anche le riduzioni per gli anziani e per le donne. Insomma la società ha capito di aver "toppato" all'inizio e ha rimediato. Quando succede è giusto rimarcarlo.

giovedì 6 giugno 2013

Ecco la signora Rosati

I maligni dicono che Antonio non muova foglia, senza l’assenso di Eleonora. Magari la realtà non sta proprio in questi termini, ma sicuramente il neo vicepresidente del Genoa Antonio Rosati e la moglie vivono in simbiosi da ben 25 anni quando, terminate le scuole superiori, si sono guardati negli occhi, promettendosi di non lasciarsi più. Quel giorno lui ha deciso di buttarsi subito nel lavoro, lei di proseguire gli studi sino alla laurea. I primi investimenti, gli affari e qualche business che ingranava meglio di altri. Poi l’entrata nel mondo del calcio: esordio alla Pro Vercelli, il passaggio al Varese ed ora nel Genoa. La coppia ha messo piede nella società più antica d’Italia, un salto importante che non sembra però aver intimorito la famiglia Rosati. Questione di personalità, carattere e piglio autoritario. Ieri l'ho chiamata, ecco quello che è apparso oggi sul "Mercantile"
 Signora Rosati, benvenuta nel “mondo Genoa”.
"Devo dire che è successo tutto molto velocemente. Sono sincera: devo ancora capire bene cosa è accaduto, ma sono felice".
 Cosa le ha detto suo marito martedì sera quando è tornato a casa, dopo la sua prima giornata genovese?
"L’ho visto contento, ma mi ha detto che è tutto molto impegnativo. Genova non è Varese, come si può facilmente immaginare".
 Vi spaventa questa avventura?
"Diciamo che nella nostra vita abbiamo sempre fatto investimenti, perché ci piace anche scommettere quando crediamo in un progetto. Il Genoa, ovviamente, non è una sfida, ma una operazione molto seria. Antonio ha voluto mettere un piede all’interno del club, anche per capire come sviluppare un impegno maggiore. Mio marito è molto esigente, anche con se stesso, e quindi prima di compiere un passo importante vuole essere certo di esserne all’altezza. Ora piano piano prenderà in mano la situazione e poi si valuterà".
 Quando vi siete conosciuti?
"Da ragazzini. Ci siamo fidanzati e poi sposati. Oggi abbiamo due figli, Giovanni e Vittorio. Mio marito sul polso ha un tatuaggio con le lettere G e V, si vede proprio che erano scritte nel suo destino anche Genoa e Varese...".
 Ci racconta come nasce la vostra holding?
"La sua prima attività è stata nel campo della logistica, gestiva e lo fa ancora oggi, magazzini per conto terzi. Poi ha sviluppato una società in qualche modo legata, affitto e vendita di carrelli elevatori che è diventata una delle prime aziende del settore. Ma mio marito è un vulcano, ha proprio il gene imprenditoriale, quando vede attività che potrebbe fruttare, investe e poi raccoglie. A lui piacciono le sfide".
Avete anche un cantiere navale?
"Sì, anche se oggi per via della crisi è fermo. Facciamo barche su commissione e il nostro settore non è di extra lusso e neppure base, è quello medio, il più colpito da questa tremenda recessione. Aspettiamo che ripartano gli ordini".
 E nel campo dell’editoria?
"Abbiamo da poco rilevato la rivista Viaggiando, vedremo in futuro se ci saranno altre opportunità".
 Dove sono gli uffici?
"A Cinisello Balsamo, lì ci sono tutti gli uffici".
 La famiglia Rosati e il calcio...
 "Ci siamo avvicinati a questo mondo grazie alla Pro Vercelli, prima come sponsor e poi con una piccola quota. Quindi abbiamo avuto la fortuna di conoscere la famiglia Sogliano che ci ha dato la possibilità di entrare nel Varese. Siamo orgogliosi di aver messo in piedi una struttura così solida in grado di giocarsi addirittura la A".
 Del Genoa cosa le piace?
"Ho sempre apprezzato la storia e la passione della gente che tifa per il Grifone. Per il resto non mi sento ancora di aggiungere altro, aspetto di conoscere questo nuovo mondo".
 L’incontro con Preziosi?
"Lui e mio marito si conoscono da un anno e si sono “piaciuti” subito. Negli ultimi mesi si sono sentiti per scambiarsi dei consigli, ma l’idea di una collaborazione è nata soltanto nell’ultimo periodo. Si fidano uno dell’altro, mi sembrano affiatati".
Suo marito cosa potrà dare a questa società?
"Lo ripeto, lui è un vulcano e quindi ha tante idee che gli girano per la testa. Sono convinta che potrà ottenere grandi risultati".

martedì 4 giugno 2013

Rosati, i retroscena

Per prima cosa mi scuso se oggi non sono riuscito a rispondere a tutti coloro che mi hanno scritto per avere informazioni. Come immaginate è stata una giornata molto "calda". Obiettivamente la notizia che ieri mattina ho dato in anteprima assoluta sul Corriere Mercantile (nella foto) ha provocato un vero terremoto. Come avevo scritto sul giornale, Antonio Rosati è entrato in società. Preziosi smentisce e mi accusa di aver pubblicato "fandonie", ma intanto il giovane imprenditore è diventato vicepresidente esecutivo. Leggete poi bene questo passaggio: "Quando uno costruisce o aiuta a perfezionare un giocattolo è naturale partecipare attivamente, in che modo vedremo. Ma iniziamo a costruire il giocattolo, è il primo obiettivo che i tifosi e la piazza meritano. Poi vedremo i discorsi societari, siamo aperti ad ogni possibilità". Insomma ha messo in piede dentro la società ed è pronto, nel tempo, a metterci anche l'altro magari con l'aiuto di qualcuno. Non conosco Rosati ma ho parlato con chi invece lavora con lui da tanti anni. Lo descrive come un giovane con tante idee e che potrebbe portare novità importanti dal punto di vita dell'organizzazione societaria. Staremo a vedere. Buon lavoro. Per quanto riguarda quello che è successo oggi a Pegli in mezzo alla strada preferisco non dire nulla. Ognuno si sarà fatta la propria opinione.

Preziosi aggredisce giornalisti

Follia a pegli. davanti ad un ristorante il presidente preziosi insegue e aggredisce due fotografi . ora se ne è andato.

Ore decisive

In questo momento Antonio Rosati e' negli uffici di Pegli, Sta visionando strutture e uffici. Sono ore molto calde.


Ore decisive

In questo momento Antonio Rosati e' negli uffici di Pegli, Sta visionando strutture e uffici. Sono ore molto calde.


venerdì 31 maggio 2013

Stile Preziosi



Niente di nuovo, niente che non si sapesse già. L'intervento di Enrico Preziosi a Telenord ha messo in luce ancora una volta tutta la sua maleducazione. Qui non si tratta di essere a favore o contro il presidente, qui si va oltre. Purtroppo al limite a volte non c'è mai fine. Nessun rispetto per chi lo stava intervistando, nessun rispetto per i telespettatori e nessuno per il signor Ballardini. In quella telefonata c'è tutto Preziosi. Per il momento preferisco non aggiungere altro.
Ps per la cronaca Ballardini ha smentito le parole del presidente: "Ci siamo incontrati?Veramente non lo sento dalla fine del campionato" ha detto molto candidamente. Anche qui niente di nuovo, niente che non si sapesse.

Stile Preziosi

Niente di nuovo, niente che non si sapesse già. L'intervento di Enrico Preziosi a Telenord ha messo in luce ancora una volta tutta la sua maleducazione. Qui non si tratta di essere a favore o contro il presidente, qui si va oltre. Purtroppo al limite a volte non c'è mai fine. Nessun rispetto per chi lo stava intervistando, nessun rispetto per i telespettatori e nessuno per il signor Ballardini. In quella telefonata c'è tutto Preziosi. Per il momento preferisco non aggiungere altro. Ps per la cronaca Ballardini ha smentito le parole del presidente: "Ci siamo incontrati?Veramente non lo sento dalla fine del campionato" ha detto molto candidamente. Anche qui niente di nuovo, niente che non si sapesse. Per sentire la telefonata basta andare su you tube e digitare preziosi Telenord. http://m.youtube.com/#/watch?v=-77lJITe-8g

giovedì 23 maggio 2013

Il futuro del capitano

Dico la verità. Per anni ho criticato Marco Rossi per il suo modo di essere capitano. Gli ho sempre riconosciuto onestà, educazione, rispetto e attaccamento alla maglia ma ho sempre pensato che indossare la fascia richieda anche altre doti. Mi sarebbe piaciuto che mettesse la faccia quando le cose andavano male, che prendesse la parola dopo i fatti di Genoa - Siena e che avesse una posizione quando la situazione lo richiedeva. Ma dopo dieci anni di conoscenza sono arrivato al punto di capire che i sui difetti a volte sono anche la sua forza. Marco è un ragazzo timido che non ama i riflettori, odia le telecamere, sopporta a stento i giornalisti ma alla fine è comunque uno che ha fatto e sta facendo la storia di un club come il Genoa. E la storia non si fa per caso. Rossi ha sofferto molto nell'ultima stagione per colpa di quel ginocchio che lo ha fatto disperare e che solo adesso non è più infiammato. Pensavo che dopo un anno così brutto gli venisse il pensiero di smettere e invece no. Marco ha voglia di tornare protagonista ed è per questo si è comprato un macchinario speciale da utilizzare in casa per rinforzare i muscoli anche durante l'estate. A luglio risponderà presente a Neustift, per la decima volta farà un ritiro con la maglia del Grifone. Potrebbe essere la sua ultima stagione, lui vuole farla alla grande. Come al solito. In silenzio, ma alla grande.

sabato 18 maggio 2013

E' uscita la verità

Per mesi vi ho raccontato i problemi dello spogliatoio. Molti di voi mi hanno sempre accusato di volere il male del Genoa, di guardare dal buco della serratura, di inventarmi notizie e di esagerare situazioni assolutamente normali. Oggi il vice di Ballardini Regno ha fatto il punto sulla stagione e spiegato alcune cose sulle quali vi invito a riflettere. "Intendiamoci, non abbiamo mai avuto alcun problema sotto il profilo della professionalità. Anzi, in allenamento tutti i ragazzi si sono sempre impegnati al massimo. A tal proposito posso dire che, sotto questo profilo, si è tratto del miglior gruppo che abbiamo mai allenato: non una parola fuori posto, un comportamento sopra le righe, una disposizione non eseguita. Però abbiamo percepito che fra di loro non si volevano bene, non c’era un gruppo. E senz’altro è stato uno dei problemi che abbiamo dovuto affrontare. La colpa? Non è di nessuno, non esiste una colpa. Al massimo si può imputare ai giocatori stessi, ma può capitare, è una questione di istinto: a volte vanno tutti d’accordo, altre volte no. Bisogna farsene una ragione e sopperire in un altro modo». Ora che è finita possiamo dirla: salvarsi è stato davvero un "miracolo".

giovedì 16 maggio 2013

Ora chiarezza

Il miracolo si è avverato e siamo tutti contenti.Contentissimi. Ora però è arrivato il momento di ottenere delle risposte e delle spiegazioni da parte della società. La sensazione, piuttosto netta, e' che negli ultimi anni non ci sia stata una linea di condotta ben precisa e che tutto sia stato affidato al caso. Ora non voglio andare indietro alla ricerca di errori più o meno evidenti, ma almeno fare delle domande alla proprietà con la speranza che in tempi brevi arrivino delle risposte. Nessuno chiede al presidente Preziosi investimenti milionari o il raggiungimento di obiettivi straordinari, ma almeno una seria politica societaria che riporti entusiasmo e sopratutto risultati. Basta con campagne acquisti senza un minimo di logica, basta giocatori sudamericani di basso valore, di continue scommesse e cessioni a ripetizione. Ora serve un allenatore bravo e capace di imporsi (come faceva Gasperini), un direttore sportivo che abbia delle idee e sappia trovare anche dei giovani bravi e una società snella, seria e con un po' di entusiasmo. Quell'entusiasmo che il presidente dice di aver perso da tempo e che molti tifosi non hanno più considerato il sempre più basso numero di spettatori allo stadio. La famiglia Preziosi, e'giusto ricordarlo, e' riuscita nell'impresa record di far stare il Grifone sette anni di seguito in serie A e questo gli va assolutamente riconosciuto. Ma ora mi piacerebbe che venisse fatta un po' di chiarezza su programmi, prospettive, centro sportivo, investimenti e marketing. Penso poi che il vero obiettivo della proprietà debba essere anche quello di riportare la gente allo stadio che domenica scorsa era bellissimo. Ecco perché dico che basterebbe poco.

domenica 12 maggio 2013

Chi volete come allenatore?

Stasera non ne ho voglia di scrivere cosa penso dopo questa miracolosa salvezza. Ci sarebbe da fare un discorso lungo e complicato, ma ho appena finito qui al giornale e ho voglia di andare a casa. Lo farò magari domani. Però ho una curiosità: vorrei sapere chi vorreste come allenatore per l'anno prossimo. Ballardini? Oppure Zeman, Torrente, Nicola, Stramaccioni, Gasperini o chi volete voi. Scrivetemi o nella mail o nello spazio per le risposte !Buona serata tutti e grazie per l'affetto e la costanza con cui seguite il mio blog!!Grazie davvero!

mercoledì 8 maggio 2013

Disertare lo stadio

Dopo una tragedia come quella di ieri sera parlare di calcio diventa difficile, quasi impossibile. Così mentre mi metto d'accordo con i colleghi sull'orario di partenza per Torino, mi viene inevitabilmente da pensare che questa sera il mondo del pallone avrebbe dovuto fermarsi. Almeno le due squadre genovesi potevano essere fermate, soprattuto la gara di Genova non si sarebbe dovuta giocare. Ma a tre domeniche dalla fine del campionato, era impensabile che il governo del calcio prendesse questa decisione, troppi problemi, troppo disagi, meglio fare un minuto di silenzio e poi via come un mercoledì qualunque.
Ma i tifosi della Sampdoria, che so molto arrabbiati per la non decisione della Lega, potrebbero comunque farsi sentire. Come? Semplice: disertando lo stadio. Sarebbe un gesto straordinario, uno schiaffo a chi pensa che lo spettacolo deve sempre andare avanti.

lunedì 6 maggio 2013

Zamparini, ora basta

Nelle ultime settimane il presidente Zamparini ha passato gran parte del suo tempo a provocare il Genoa. Frasi, mezze frasi, frecciatine più o meno pungenti che non avevano minimamente scalfito il mondo rossoblù. Anzi da quando il numero uno rosanero ha iniziato la sua "opera" il Genoa ha iniziato a vincere e fare punti. Bene hanno fatto società e giocatori a non cadere mai nella trappola evitando repliche di nessun tipo. "Ho letto quello che ha detto nei giorni scorsi, le sue parole mi hanno lasciato indifferente. Anzi, dirò di più, mi hanno caricato" ha detto domenica sera Antonio Floro Flores. Ma ora Zamparini sta davvero esagerando ed è giusto che qualcuno lo fermi prima che la cosa degeneri ulteriormente. Non può permettersi un presidente di serie A di accusare tutti senza avere in mano lo straccio di una prova. "Il quarto gol del Genoa per fallo sul portiere è scandaloso – sono le sue parole -. Così la differenza reti dei grifoni migliora…. Hanno infortunato Pelizzoli, il portiere titolare per far giocare il secondo, Perin, che è di proprietà del Genoa. Pelizzoli si è infortunato, guarda caso...". Detto che Pelizzoli si è infortunato contro il Napoli riportando una lesione muscolare, è inammissibile che Zamparini si possa permettere di lanciare tali accuse senza incorrere in alcun provvedimento.

domenica 5 maggio 2013

Mamma mia

Fino all'ultimo respiro, fino all'ultimo secondo. Neppure il più ottimista dei genoani alla vigilia della giornata aveva immaginato le contemporanee sconfitte di Siena, Palermo, Torino e Sampdoria. In pochi avevano anche ipotizzato il sorpasso, per quanto riguarda la differenza reti, sulla squadra siciliana. Ottimo anche il successo dell'Udinese sempre più in lotta per un posto in Europa e quindi pronta alla battaglia di mercoledì al Barbera. A tre giornate dalla fine sono tutti aspetti che contano molto, ma sono sempre più convinto che il Genoa possa centrare il miracolo facendo leva sui propri mezzi. Molti di voi mi hanno spedito decine e decine di tabelle, le rispetto tutte ma ho sempre detto che mi lasciano indifferenti. Credo che ogni gara faccia davvero storia a sè e che sia impossibile indovinarne l'esito anche quando si affrontano una squadra che ha motivazioni e una che invece non ne ha. Sei punti in due partite sono un bottino straordinario per un Grifone che fino a qualche settimana fa era a mio avviso quasi spacciato. Bisogna anche essere onesti e dire che di fronte ha avuto due avversarie non irresistibili. La gara con il Torino si annuncia invece una battaglia. Come reagiranno i ragazzi di Ballardini? Sono convinto che non abbiano gioco e che si affidino solo alla forza dei nervi ma voglio essere comunque ottimista. Ieri ancora una volta due giocatori hanno dimostrato qualcosa in più degli altri. Uno è Borriello, a volte anche criticato ma sempre forte, decisivo e leader vero, l'altro è Antonelli, uno che il Genoa ce l'ha davvero nel cuore. E non solo a parole. Con loro in campo nulla è impossibile.

sabato 4 maggio 2013

Cuore...e batticuore

Tra le tanti frasi fatte che non sopporto c'è quella "la prima di quattro finali". Però quella di domani contro il Pescara è davvero una gara da dentro o fuori. Sbagliarla significherebbe quasi certamente dire addio alla Serie A, una eventualità questa a cui non voglio neppure pensare. Ci sarà da soffrire domani, magari con l'orecchio ad una radiolina o lo sguardo sullo schermo del telefonino nella speranza che appaiano i risultati sperati. Ma a prescindere da quello che succederà sugli altri campi sarà importante quello che la squadra di Ballardini sarà capace di fare sul suo. Guai a pensare che battere il già retrocesso Pescara sia cosa così facile, perché abbiamo visto nelle ultime gare giocate a Genova quanta difficoltà abbia trovato il Grifone ad avvicinarsi alle porte avversarie. La speranza è che davvero il successo del Bentegodi abbia sbloccato teste e gambe di Borriello e compagni. Ancora una volta la squadra potrà contare sul calore della sua gente che, nonostante tutto, non hai mai mollato e che ora si ritrova ad essere l'arma in più. Ero a Verona domenica e posso assicurare che senza quei mille in curva non so se il Genoa sarebbe riuscito a sbloccare una partita orribile. La mia proposta di abbassare i prezzi, come era prevedibile, non è stata presa in considerazione e alla fine penso che sia anche un bene così. Lo stadio domani non sarà esaurito ma chi ci sarà potrà davvero sentirsi partecipe di qualcosa di storico, di quelle partite che si giocano ogni tot di anni e che possono scrivere il destino di una società. A proposito le biglietterie resteranno aperte fino alle 15...